In un piccolo paese vicino alla città francese di Lione, l’architetto Youri Favre Architecture ha concepito una casa atipica per due fratelli e le rispettive famiglie. Sotto tre bianchi tetti di alluminio ha organizzato spazi differenziati tra loro che possono adattarsi al variare delle condizioni di vita e che mostrano, dal punto di vista architettonico, quanto sia importante per i committenti la convivenza.
Mostrami come vivi e ti dirò chi sei: sembra una frase da manuale, ma ha comunque un suo perché, a ben guardare. Almeno quando si parla di costruzioni private. Per progettare l’abitazione giusta su misura dei clienti, è importante avere intuito per le loro idee e per i loro modelli di vita. Per questo, Youri Favre, architetto responsabile del progetto, ha subito conosciuto i due committenti e le rispettive famiglie: quattro adulti e cinque bambini. Insieme hanno discusso intensamente su quanto la convivenza e il vivere in comune dovessero riflettersi nella pianta dell’abitazione. “Si deve proprio condividere tutto? E se una delle famiglie decidesse di andar via, cosa succederebbe?”
Tra i due, uno è di troppo
Trenta minuti ci vogliono con il treno regionale da Lione a Saint-Didierde-Formans. Il piccolo villaggio si estende su una collina da Trévoux, sulle rive della Saona, con innumerevoli case unifamiliari arroccate sul suo crinale. Tra quelle più datate, risalenti al XX secolo, si scorgono sempre più costruzioni nuove. La ridensificazione edilizia è il segno che ci troviamo nel bacino d’utenza di una regione metropolitana in crescita. La casa dei fratelli si trova in seconda fila su un terreno spazioso con frutteti e vista sul paesaggio collinare. Originariamente apparteneva alla nonna. I costruttori hanno diviso il lotto in due metà in direzione nord-sud. Poiché la legge edilizia prevedeva la costruzione di una sola casa aggiuntiva, ma entrambe le famiglie volevano costruirne una, il progetto ha dovuto rispondere a questa esigenza e, alla fine, si è dovuto trovare un compromesso.
Tutto fuorché una casa bifamiliare
L’incarico affidato a Youri Favre prevedeva che l’architetto non costruisse una normale casa bifamiliare. Dall’esterno doveva, invece, apparire come un’unica costruzione, che al suo interno funzionava esattamente come due abitazioni. Youri Favre Architecture ha progettato così – per ciascuna famiglia – un proprio corpo dell’edificio. Entrambi sono immagini speculari l’uno dell’altro in pianta e praticamente identici nel volume. L’architetto ha realizzato questa parte della casa con una facciata perimetrale in legno con listelli verticali. In cima a questa struttura, vi ha collocato – almeno visivamente – un altro corpo: “PREFA Bridge”, così lo ha ribattezzato Favre, perché è rivestito con pannelli per facciate e coperture PREFA FX.12 in bianco PREFA.
Tre è il numero perfetto
L’architetto ha progettato la struttura superiore con tre frontoni di diverse altezze di colmo. Pertanto, il progetto può anche essere letto come due case private tra le quali è stata costruita una casa di collegamento per uno spazio in comune. Oltre alle aree private per le famiglie, la casa di 280 m2 presenta circa un quarto di aree comuni. “L’obiettivo era far capire che nella vita di queste famiglie vi è una grande area di condivisione, di convivenza, al centro” spiega Youri Favre. I proprietari della casa e l’architetto volevano trasmettere architettonicamente il loro apprezzamento per l’uso comune e per il risparmio delle risorse. Il risultato è piuttosto anticonvenzionale. “La particolarità è l’equilibrio tra l’abitare convenzionale, normale, e non convenzionale”, dice Youri Favre, di Youri Favre Architecture, descrivendo il legame tra l’idea dell’abitare dei clienti e la forma della casa. “Dall’esterno sembra un’unica casa che all’interno funziona come due case.”
Youri Favre Architecture: la priorità ai materiali
I tre frontoni rendono la casa di Saint-Didier-de-Formans diversa rispetto alle case attigue. In modo atipico i frontoni laterali sono leggermente decentrati, dando luogo a tre diverse inclinazioni del tetto. Le transizioni dal tetto alla facciata sono realizzate con chiari profili di bordo, di colore bianco e senza sporgenze. Così si enfatizza la forma simmetrica e si fa risaltare maggiormente il centro dei tre frontoni. Allo stesso tempo, grazie alla monocromia, si preserva il carattere monolitico della costruzione. I pannelli FX.12 si estendono su tutta la lunghezza dell’edificio con la loro direzione di posa in orizzontale.
La loro superficie strutturata in 3D prende vita grazie alle ombreggiature delle finestre e dei bordi dell’edificio. Poiché l’utilizzo dei pannelli in alluminio fabbricati industrialmente ha rappresentato per l’architetto un’assoluta novità, PREFA e la lattoneria Lanzetti si sono rivelati partner importanti per l’assemblaggio in loco. L’idea metaforica del ponte ha aiutato a definire la distribuzione dei materiali. Con il contrasto dei materiali tra i pannelli FX.12 e i listelli in legno si differenziano le diverse aree dell’edificio. “Già solo con due materiali bisogna stabilire delle priorità” sostiene Youri Favre.
I mille volti della sostenibilità
La casa doveva essere il più semplice e sostenibile possibile, perché i fratelli – efficienti dal punto di vista economico – volevano essere coinvolti in maniera considerevole nel progetto, prestando il proprio contributo. Così, oltre il 50 % del lavoro di costruzione è stato svolto dai fratelli stessi. Uno dei due, di professione carpentiere, si è occupato della maggior parte dei lavori di esecuzione. Inoltre, il legno per la costruzione della struttura proviene da un raggio di 50 km. Per lo strato isolante è stata utilizzata ovatta di cellulosa rigenerativa.
Anche il sistema di riscaldamento a pellet, che assorbe l’intero carico termico, è ecologicamente sostenibile. I pannelli solari e un sistema di trattamento delle acque piovane e grigie completano il concetto di energia rigenerativa. La possibilità di utilizzare le aree in pianta in modi diversi e di unirle tra loro garantisce anche la sostenibilità in senso funzionale e sociale in futuro. Le famiglie godono ora di piena flessibilità nell’uso degli ambienti e hanno così trovato una casa a lungo termine.
L’impegno per la città
Di tempo ne è passato dal completamento della casa a Saint-Didierde-Formans, nel 2018. Attualmente Youri Favre lavora da libero professionista e condivide un piano a Lione con altre menti creative, in un affascinante edificio di uffici degli anni Settanta, dove le cabine degli ascensori sono ancora rivestite di moquette arancione e i materiali dello spazioso atrio hanno qualcosa di nostalgico, qualcosa di misteriosamente stabile. I suoi progetti sono stati usati anche per film cinematografici. Favre, infatti, costruisce sempre meno case familiari, dedicandosi invece alla città e agli studi urbanistici. Si dovrebbe ritornare a negoziare di più, secondo Favre, anche a livello di città e di distribuzione degli spazi. Molto di ciò che viene creato oggi senza una pianificazione olistica è destinato a generare problemi.
Youri Favre Architecture, il più delle volte si costruisce trascurando i reali bisogni. Questa non è sostenibilità
“Noi architetti siamo gli unici che hanno il compito di vedere l’insieme e dobbiamo essere bravi in questo. Bisogna prendere in considerazione un numero enorme di aspetti diversi, non solo quelli strutturali, e trarre il meglio da essi”, aggiunge. “Il problema dell’architettura e della relativa qualità degli spazi sono le infinite norme che devono essere rispettate nella pianificazione e nell’edilizia di oggi”.
Qualità come strategia
La sostenibilità non è tuttavia un concetto scevro di critiche per Favre. L’architetto è a favore dei bilanci e dei calcoli relativi ai cicli di vita. “Tuttavia, se l’edificio viene demolito dopo 10 anni anziché 100, per un motivo qualsiasi, i bilanci e quindi i risparmi non sono più corretti”. La sostenibilità non si può semplicemente depennare come su una lista, in base a criteri quantitativi. “Gli inquilini di un edificio non vanno in giro con i fogli Excel per verificare i risultati delle misurazioni”. Abitare un luogo è anche legato a sensazioni. Alla fine, se qualcosa è sostenibile o meno, dipende per quanto tempo si usano gli spazi e i luoghi che gli urbanisti, i progettisti e gli architetti ci offrono.
Un prototipo a tre tetti
I proprietari avrebbero preferito costruire la loro casa interamente da soli. Sarebbe stato possibile con una costruzione in legno, ma non con la facciata in alluminio, per il cui montaggio sono necessari esperienza nell’installazione e la mano di lattonieri qualificati. Con Gilles, formatosi presso i Compagnons du Tour de France, Sébastien Beguinot, che da 15 anni è a capo della ditta Lanzetti, ha inviato sul cantiere di Saint-Didier-de-Formans un eccellente professionista. “Io pianifico, poi il mio team esegue in cantiere il lavoro alla perfezione”, con queste parole ci spiega Sébastien Beguinot come funziona la ditta Lanzetti, una carpenteria specializzata in lavori su misura per costruzioni in legno e impegnata – insieme agli architetti – nella realizzazione di progetti rispettosi dell’ambiente e delle risorse principalmente nella regione del Rodano-Alpi.
Costruiscono, alla fine, dei prototipi: la stessa casa non esiste due volte. I lavori dell’azienda vengono pubblicati anche sulle pagine di importanti riviste di design e architettura, anche se di solito solo con il nome degli architetti. E la casa di Youri Favre è appunto unica. Si è trattato di un progetto molto tecnico, sia nella fase di pianificazione che nella sua realizzazione. “L’edilizia in legno è un tipo di costruzione che presuppone un’approfondita pianificazione”, spiega Sébastien Beguinot. La facciata di alluminio come elemento di contrasto è stata dunque una decisione che gli architetti avevano preso in precedenza. La posa è avvenuta da destra a sinistra in due differenti lunghezze di pannelli sui tre frontoni per creare un effetto perimetrale. Complessa è stata la realizzazione dei compluvi tra i tre frontoni. Il loro sistema di smaltimento è stato montato all’esterno, sul lato del giardino, in tono con i pannelli FX.12.
L’officina nelle vicinanze di Lione è un luogo di sperimentazione
Durante la pandemia, ad esempio, Lanzetti ha sviluppato delle “Tiny Houses” su ruote e si è industriato per trovare il modo di trattare con bruciatura controllata le tavole di legno nella maniera più efficiente possibile, rendendo la superficie più resistente e visivamente più originale. L’ufficio di Lanzetti invece assomiglia più ad un archivio, dove sono stipati l’uno sull’altro i materiali da costruzione più disparati. “Lavoriamo solo con materiali ecologicamente sostenibili”, sottolinea Sébastien Beguinot. A seconda della prospettiva, anche l’alluminio è sostenibile, considerando la sua lunga durata e l’elevato tasso di riciclaggio dell’80%. Inoltre, le facciate ventilate sono generalmente più sostenibili, perché i loro strati non sono saldamente collegati tra loro come avviene per l’isolamento a cappotto.
PREFA ha catturato l’interesse del progettista che più volte ha impiegato con ottimi risultati l’alluminio nei suoi lavori di risanamento. “Ci piace modificare le case e il loro carattere in modo
completo e visibile. I prodotti PREFA sono ideali per questo”, ci dice. Oltre all’edilizia ecologica, le opere di ristrutturazione e risanamento sono un’altra colonna portante dell’azienda – de plus en plus, sempre più incarichi vanno in questa direzione.
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