Un’icona del Novecento: Yona Friedman
Ultimi giorni per vedere al MAXXI di Roma la mostra su Yona Friedman, l’icona dell’architettura utopica del secondo Novecento.
Nata del 1923 a Budapest, fu infatti un creativo visionario in grado di superare ogni confine schematico e costruire opere ancora molto attuali. Per questo il museo romano ha deciso di dedicargli la personale Mobile Architecture, People’s Architecture, con la cura di Gong Yan e Elena Motisi, aperta fino al 29 ottobre.
La mostra è stata organizzata da Power Station of Art di Shanghai: qui è stata infatti presentata per la prima volta nel 2015. Ed ora, a Roma, è stata presentata in una nuova veste, pensata appositamente insieme a Friedman.
L’architettura tra arte e sociale
L’architetto, padre dell’Architettura Mobile, ha permesso lo spostamento della celebre Ville Spatiale a Roma, creando un dialogo con le elaborazioni grafiche inedite esposte alle pareti, alcuni provenienti dagli Anni Sessanta. Insieme a loro, film d’animazione, fotomontaggi e una trovata spettacolare. Si tratta di uno Street Museum temporaneo che ospita gli oggetti dei cittadini in visita alla mostra.
Così, la mostra diventa in grado di mescolare la famosa teoria architettonica di Friedman sulle possibilità d’improvvisazione e unisce la concezione di un’architettura a misura d’uomo. O meglio, di chi deve abitarla.
Senza dimenticare l’importante contributo per la riorganizzazione urbana in chiave sostenibile, che riesca a mettere di nuovo al centro della vita sociale l’uomo e i suoi bisogni.
Per scoprire se questa teoria sia utopica o realizzabile, basta visitare la mostra. Ma affrettati: manca davvero poco!