William Lescaze, pioniere del Movimento Moderno negli Stati Uniti, è stato architetto, urbanista e industrial designer. L’architettura di William Lescaze, originario della Svizzera, conquistò ben presto uno spazio di rilievo nel panorama americano, distinguendosi per l’interessante studio della luce e le soluzioni innovative.
Il sodalizio con George Howe
Prima di trasferirsi negli Stati Uniti, William Lescaze completò la formazione in architettura al Politecnico federale di Zurigo, dove fu allievo dell’architetto modernista Karl Moser. Dopo un breve periodo in Francia, nel 1920 lasciò definitivamente l’Europa, portando con sé i principi del modernismo, che in America sarebbe stato ribattezzato International Style. Trascorse un primo periodo a Cleveland, per poi stabilirsi a New York dove iniziarono ad arrivare le prime commissioni importanti. Determinante nella carriera di Lescaze il sodalizio con George Howe, con il quale fondò lo studio Howe & Lescaze. I due architetti lavorarono insieme per oltre cinque anni, realizzando progetti di grande rilievo, tra cui l’acclamato Philadelphia Savings Fund Society (PSFS) Building.
Le soluzioni sperimentali di Lescaze
Nelle opere realizzate in collaborazione con Howe, come nei progetti di cui fu unico autore, Lescaze propose una visione fresca, fino a quel momento mancante nell’architettura americana. Nel 1929, lo studio si occupò della realizzazione di una nuova ala per la scuola materna Oak Lane Day School, a Blue Bell, Pennsylvania. Già visibile in questo progetto, la ricerca di soluzioni innovative, studiate per la destinazione specifica dell’edificio. La struttura presentava, infatti, diversi elementi ridimensionati a misura di bambino e pavimenti in sughero, così da attutire le eventuali cadute. L’anno successivo, Howe e Lescaze accolsero l’invito del MoMA, proponendo una configurazione ideale per la nuova sede del museo. In questa occasione, gli architetti presentarono interessanti soluzioni per portare luce nelle gallerie, proponendo una interessante combinazione di luce naturale e artificiale.
Il grattacielo PSFS a Filadelfia
Il successo arrivò nel 1932, con un progetto ambizioso ma di enorme risonanza, acclamato dalla critica come il migliore grattacielo realizzato nella prima metà del Novecento. Situato a Filadelfia, il Philadelphia Savings Fund Society (PSFS) Building, fu il primo grattacielo costruito secondo i canoni dell’International Style, per l’omonima banca americana. Come richiesto dalla committenza, l’edificio si discostò nettamente dalle caratteristiche strutturali ricorrenti nelle sedi delle banche, fino a quel momento. Agli elementi classici, gli architetti preferirono un grattacielo dal design moderno e innovativo. Con i suoi 36 piani, il grattacielo è tra i più alti di Filadelfia, riconoscibile per l’insegna al neon con le iniziali PSFS. Al fine di conciliare modernità e praticità, si optò per una torre a forma di T, soluzione che consentì di massimizzare spazi e luminosità.
La casa di Lescaze a Manhattan
Di portata decisamente inferiore, ma non meno interessanti, i progetti delle residenze unifamiliari ideate da William Lescaze a New York. Di grande interesse, in questo senso, la casa e studio dell’architetto, costruita a Midtown, Manhattan, sintesi perfetta del pensiero architettonico di Lescaze. La dimora, dalle forme pulite e priva di decorazioni, si pose in evidente contrasto con i più tradizionali edifici circostanti, guadagnando lo status di icona. La struttura si sviluppa su quattro piani, con lo studio situato al piano interrato, così da creare una netta separazione con gli spazi riservati alla famiglia. Sulla facciata, il bianco dell’intonaco è interrotto da due ampie finestre in vetrocemento, introdotte per dare luce agli spazi ma celarli all’occhio esterno. Le linee pulite ed essenziali della facciata sono addolcite, al primo piano, da pareti arrotondate e da una tettoia che incorniciano le scale d’ingresso.
Dentro Lescaze House
Per la sua residenza a Manhattan, l’architetto si occupò anche degli interni, ideando mobili ed elementi d’arredo. Alla facciata bianca, intervallata da tocchi di colore blu nella parte inferiore, Lescaze contrappose all’interno una palette di colori neutri e luminosi. Come spesso accade nei suoi lavori, l’enfasi è tutta sulla luminosità, accentuata ancora di più, in questo caso, per contrastare la relativa estensione degli spazi. Dettagli inaspettati e soluzioni interessanti sono ricorrenti in molteplici elementi della casa, in cui nulla è ordinario o scontato. Per le caratteristiche inconfondibili e uno stile che resta, ancora oggi, estremamente moderno, nel 1980 la dimora è diventata edificio di interesse nazionale.
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