A Villa Borromeo Visconti Litta a Lainate, Milano, il Ninfeo, il palazzo settecentesco, il giardino all’italiana, il parco storico e le serre costituiscono un unicum, un complesso gentilizio elegante, sospeso tra arte e storia. Da quando il Comune di Lainate lo acquistò, nel 1971, molti lavori di restauro sono stati compiuti per restituire questo gioiello alla comunità, nell’ottica di un risanamento conservativo e di un rispetto del valore filologico.
“Le amministrazioni che si sono susseguite dal 1980 si sono rese sempre più conto di quanto elevato potesse essere il valore di questo luogo e hanno continuato a investire, spesso con il contributo di Fondazione Cariplo, di Regione Lombardia e del Ministero dei Beni Culturali, fino ad arrivare a quello che ormai è diventato un recupero direi definitivo” racconta Paola Ferrario, conservatore del Museo il Ninfeo di Villa Litta a Lainate. Gli interventi più recenti si sono focalizzati sulla riqualificazione del parco storico e delle strutture che in esso insistono, parte integrante della maestosità della villa. Hanno inizialmente interessato la ricostruzione, dopo anni di abbandono, della galleria dei carpini, un percorso a U costituito da un doppio filare di 300 Carpinus betulus, alcuni dei quali originali del XVIII secolo, con i rami intrecciati e potati a volta. Oggi, con i suoi 800 metri di percorsi, la carpinata è una delle più imponenti in Europa.
Storicamente la galleria era utilizzata dagli ospiti che, una volta usciti dal Ninfeo e dai suoi giochi d’acqua, potevano rientrare comodamente e in tutta privacy alla villa oppure godere, come gli attuali visitatori, della frescura della sua ombra soprattutto durante le calde giornate di sole. Un imponente restauro ha invece interessato le antiche Serre delle Orchidee edificate intorno al 1837 e ultimate nel 1898, secondo un modello in uso in Inghilterra e Paesi Bassi. Essendo Villa Litta a Lainate una dimora di delizia in ogni senso, nel parco esistevano almeno dieci serre per coltivare piante e frutta esotica in grado di destare stupore e meraviglia negli ospiti, che potevano ammirare piante di banani, di caffè, di tamarindi e soprattutto di ananas.
Quelle ottocentesche, in particolare, erano dedicate alla coltivazione delle orchidee e altre piante provenienti da climi tropicali, pratica continuata anche dagli ultimi proprietari del complesso, la famiglia Toselli, che già aveva un’attività in Belgio. Grazie a un finanziamento di Fondazione Cariplo, le grandi serre angolari e curvilinee in ferro e vetro sono state riportate al loro antico splendore. Sotto un profilo strettamente funzionale sono stati predisposti al loro interno sistemi di riscaldamento, irraggiamento solare, irrigazione, vaporizzazione e luci a led che hanno consentito la creazione di tre differenti microclimi. Al piano superiore, più esposto ai raggi del sole, ha trovato posto una collezione di Cactaceae e di succulente in generale, originarie dell’America centrale, degli Stati Uniti (California) e del Messico.
Nella parte inferiore, invece, è stata recentemente accolta la preziosa collezione di orchidee, denominata ‘Approdo’, di Benito Ferdinando Natali, socio fondatore ed ex presidente di ALAO (Associazione Lombarda Amatori Orchidee), scomparso lo scorso anno, che ha dedicato la sua vita alla ricerca e alla coltivazione di queste piante. Si tratta di oltre 3.000 orchidee rare e prestigiose, di notevole interesse botanico e orticolturale, alcune esemplari di oltre 30 anni, spesso introvabili e altre estinte in natura. La collezione si compone principalmente dei generi Bulbophyllum, Paphiopedilum e Phragmipedium, e vanta numerose altre specie oltre a ibridi di Cattleya, di cui Natali fu il primo importatore dagli Stati Uniti. Grazie a una convenzione con il Comune di Lainate, ALAO si prenderà cura della collezione e la manterrà nel tempo, per far tornare a risplendere di fioriture le serre, garantendone l’apertura per le visite del pubblico che potrà, tornando anche più volte, apprezzare la collezione, visto le orchidee non fioriscono contemporaneamente.
La famiglia delle Orchidaceae, dal punto di vista sistematico molto complessa, comprende specie provenienti da tutti i continenti e dagli ambienti più svariati, dotate di sorprendenti strategie adattative e di un caleidoscopio naturale di forme e di colori: le piante perfette per far rivivere la meraviglia di un tempo. Strettamente connessa alla coltivazione dell’orchidea è la presenza all’interno della Villa Litta a Lainate, in apposite teche, dei preziosi volumi di Lindenia. Iconographie des Orchidées, redatti a e stampati a dispense dal 1891 da Lucien Linden, figlio del celebre botanico ed esploratore belga Jean Linden, che studiò le orchidee nel loro ambiente naturale e iniziò i primi esperimenti di coltivazione in Europa. Si tratta di 17 volumi (di cui al mondo esistono solo tre copie) in cui sono raccolte 420 stampe cromolitografiche di orchidee e schede con testo in italiano e francese
Con un nuovo bando vinto con il Ministero della Ricerca e dell’Università, l’amministrazione comunale, in collaborazione con Regis (Rete dei Giardini Storici), la Reggia di Monza e la Rete degli Orti Botanici di Lombardia,”intende creare un archivio smart con una digitalizzazione dell’opera”, continua Paola Ferrario, “per contribuire alla diffusione della conoscenza sia delle orchidee sia di questo volumi, che ora sono di difficile consultazione”. Il processo di valorizzazione del parco storico ha interessato anche una parte che confina con i giardini del Ninfeo, con la messa a dimora di centinaia di Hydrangea macrophylla che durante il loro prolungato periodo di fioritura e di interesse diventano un ulteriore motivo di attrazione per visitare il parco, di circa 3 ettari e liberamente accessibile durante gli orari di apertura.
Villa Litta Lainate fa parte del network Grandi Giardini Italiani.
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