Le vie diagonali riservano spesso inaspettate sorprese. Sono quelle strade dove, all’improvviso, le piante mostrano angoli di insperata bellezza. Veri e propri attimi consolatori.


Le vie diagonali dei paesi e delle città sembrano possedere, o essere possedute, dalla dote della necessità. In Italia la maggior parte dei centri urbani ha un impianto radiale o a castro romano. Nell’efficienza pretesa da queste disposizioni ordinate, talvolta manca sveltezza, o si inseriscono, in un batter di secolo, delle richieste imprevedibili all’epoca: collegare l’ospedale all’incrocio con il semaforo, aggirare un edificio, una pendenza del terreno, evitare il traffico.

Ogni paese ne ha una, e spesso più d’una. Al Sud sovente si chiamano “Dromo”, che in greco antico vuol dire “percorso rapido” (da cui “palindromo”, andata e ritorno). Non mancano nelle grandi città, dove in genere hanno nomi che indicano dimensioni, posizione o funzione, come via della Lungara, Breite Strasse, Broadway, Market Street. Spesso sono i tracciati ferroviari quelli più diagonali di tutti, perché davvero non possono fare ghirigori.

Le vie diagonali devono avere un fascino a cui è difficile sottrarsi, non solo frutto di slancio poetico o di immaginazione momentanea, se J.K. Rowlings si è inventata Diagon Alley. Rivelano le necessità umane e le cristallizzano nel tessuto urbano. Le città sono costruite dagli esseri umani, ma li costruiscono a loro volta, ed per questa ragione che l’urbanistica ci affascina tanto: la sentiamo come una madre.

 

Sorprendenti visioni di spazi sottratti all’urbanistica

Senza scomodare le enormi dimensioni delle metropoli, le vie diagonali delle piccole città, dei paesini della provincia italiana, sono spesso strette e senza marciapiedi. Se c’è, è una fascia larga quanto un foglio A4, bordata da un cordolo di pietra o cemento. In pratica ci si può camminare con un piede solo, che ci vorrebbe Calvino a descrivere la scena.

Sono le stradine in cui le piante ti compaiono davanti con la velocità di un fotogramma nel reel della tua vita, in cui però non puoi fare un fermo immagine, e non puoi neanche fare rewind, perché sono sempre a senso unico.

Spesso ci si trovano finiture un po’ particolari, ardimentose o vecchio stile: mattoni rossi e ferro battuto, probabilmente frutto di un’edilizia prebellica, e in alcuni punti del Meridione, post terremoto del 1908, una piena epoca Liberty-déco.
Palme “nobili” come la Livistona o la Brahea, o anche semplici Chamaerops, accestite e tentacolari, ti si schiaffano addosso a 40 km all’ora, senza darti la possibilità di formulare altri pensieri se non appunti mentali per una seconda visita. Le piante sono sempre piene, mature se non addirittura antiche.

Le piante e le vie diagonali
Le piccole vie che traboccano di piante – Foto [tommypiconefotografo]/stock.adobe.com

Piante antiche, mature, nascoste all’interno delle vie diagonali

Grandi cespi di Strelitzia, Phormium tenax del tipo più semplice possibile, ma con un cespo largo quanto una ruota di carro, Hymenocallis, dalie dritte e in fila come soldati che ti squadrano da dietro le ringhiere, ortensie tenute all’ingrasso da concimi speciali, gerani con fiori grandi come quelle delle ortensie, foglie verdissime, chiome potate al millimetro: tutto sembra magico nelle strade diagonali.

Certamente la necessità di non intralciare il traffico implica pulizia e ordine, ma sembra che i proprietari delle case a ridosso delle strade si mettano d’accordo per avere bei giardini.
Ogni tanto compaiono fiori davvero insoliti, come l’Aristolochia, per la quale bisogna avere un gusto davvero inusuale, o fiori molto comuni ma di un colore un po’ raro, come la bella di notte bianca.

Vie diagonali e piante
Foto [Michele]/stock.adobe.com
Le piante succulente sono le regine delle vie diagonali per la loro capacità di arricchire e variare spazi anche minuscoli. Se ne vedono alcune così cresciute da non sfigurare in una fiera. Aeonium, Echeveria, Kalanchoe e Crassula sono le capolista, assieme ai cactus colonnari. Le rose sono invece poco presenti, forse per l’ingombro a fronte di una fioritura stagionale (parliamo delle rose tradizionali da taglio).

Nella cucitura tra asfalto e mattoni, delle vie diagonali spesso si depositano semini delle piante sfuggite al giardino, che crescono quasi miniaturizzate piante come, bocche di leone, Freesia refracta, violette.

Aristolochia gigantea
Aristolochia gigantea – Foto [ninika]/stock.adobe.com
I contenitori sono sempre nuovi ed eleganti. Sembra che la vicinanza tra la strada, il punto di vista dell’automobilista, e i giardini, produca un certo senso orgoglio nel tenere cose nuove e belle da mostrare.
Niente secchi, catini o latte di conserva dei giardini ferroviari, niente orci di terracotta sbiancati dal tempo e tenuti insieme con il filo metallico, come nei borghi antichi.

Le vie diagonali hanno una certa spinta verso la modernità. Ospitano momenti di tempo sospeso, brevi scorci come in una poesia di Montale. Sono proprio quelle “viuzze che seguono i ciglioni” e che “da un malchiuso portone”, lasciano intravedere piccole grazie in un mondo avaro.

 

Lida Zitara
©Villegiardini. Riproduzione riservata

 

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