L’Associazione EstOvestEst-APS in collaborazione con il Comune di Pisa, Assessorato al Turismo, e alla Fondazione Comel di Pisa promuove la seconda edizione del progetto culturale Vicine Distanze che si terrà giovedì 28 novembre 2024 alla Domus Comeliana di Pisa. Creato dalla Sinologa Elisa Debernardi, che ha vissuto molti anni in Cina e durante questo tempo ha conosciuto da vicino, facendone parte, la realtà di questo complesso Paese, Vicine Distanze è un ponte culturale tra Italia e Cina.
Elisa Debernardi racconta
Quale premessa all’iniziativa 2024, Elisa Debernardi racconta come il periodo storico cinese tra gli anni Sessanta e Ottanta rappresenti un momento di intensa trasformazione culturale, sociale e politica, che inevitabilmente ha influenzato la storia dell’arte del Paese. Come studiosa, la Debernardi ha inteso far luce sul dialogo tra tradizioni millenarie cinesi e il crescente interesse per le metodologie occidentali, che iniziavano a penetrare nel tessuto accademico e artistico cinese di quel periodo.
Il piccolo bronzo di Situ Zhaoguan presente in mostra è un richiamo a un caso esemplare, Situ è un artista emblematico di quel periodo storico, il quale, pur rispettando le proprie radici culturali cinesi ha accolto armoniosamente in sé l’influenza delle prospettive occidentali. La proposta di porre attenzione sugli innesti, che avvennero tra metodologie occidentali su sensibilità orientali negli anni ’60 in Cina, dovrebbe aprire alla creazione di parametri di critica dell’arte cinese dei giorni nostri.
“L’Acqua e la Città”
L’edizione 2024, dal titolo “L’Acqua e la Città”, affronta un tema profondamente legato alla città di Pisa. Civiltà lontane e diverse, Oriente e Occidente, trovano nell’iniziativa un significativo registro culturale e attraverso le arti figurative e musicali creano un dialogo nuovo e profondo volto ad esplorare e mettere in parallelo linguaggi e culture differenti.
La mostra, che vede i contributi curatoriali di Mirko Taddeucci e Manuela Antonucci, è uno sguardo sull’arte – italiana e cinese – che proprio nel confronto a due, evidenzia la relazione che le due diverse civiltà vivono nei confronti della creazione dell’opera d’arte. Se storicamente la Cina si muove seguendo un percorso astrattivo che “riconnette” all’universo, l’Occidente compie una ricerca interiore correlata all’esperienza autentica. Non solo: va evidenziato come in questo periodo storico l’Occidente stia subendo un profondo “distacco dal sé” che proprio la cultura cinese tradizionale non permetterebbe. Un incontro, dunque, che invita a confrontarsi su medesimi temi nel rispetto della propria cultura, filosofia, civiltà, iniziando dall’arte e il gesto creativo che si manifestano nell’opera.
Nella tradizione cinese
Nella tradizione cinese, l’acqua occupa una posizione di grande rilievo. Nel «Libro della Via e della Virtù» (Dàodéjīng), Lǎozǐ loda l’acqua per il suo “beneficiare tutte le cose senza competere”, vedendola come un simbolo di forza e flessibilità. I cinesi credono che l’uomo dovrebbe ispirarsi all’acqua, imparando la sua tolleranza, adattabilità, umiltà e resilienza. Questo evento espositivo, con il tema dell’acqua, non solo da’ spazio a creatività e profondità artistica di artisti passati e presenti, ma vuole aprire anche nuove prospettive per il dialogo culturale tra Cina e Italia.
Riferimento del Dàodéjīng: “I migliori sono come acqua, portano ristoro a tutti senza competere con alcuno, scelgono ciò che gli altri evitano. E così sono simili al TAO, dimorano nella terra, profondi nel pensare, generosi nell’aiutare, sinceri nel parlare, pacifici nel governare, abili nell’operare, si muovono con il tempo e poiché non competono non trovano ostilità.”
L’acqua trova nelle opere di Nicola Ughi e Andrea Cavazzuti un significativo confronto culturale, cognitivo e relazionale. I due artisti attraverso i loro scatti invitano l’osservatore a indagare scenari simili e apparentemente immutabili e connessi ma, in realtà, i due mari raffigurati nelle loro opere sono distanti nel tempo e nello spazio, poiché quello di Nicola Ughi è il familiare Mar Tirreno (2023) e quello di Cavazzuti il Mar cinese (1982).
“Vanga”
L’ospite speciale di questa mostra è il piccolo bronzetto dal titolo “Vanga” del Maestro Situ ZhaoGuang, l’artista e Accademico cinese, ex direttore del dipartimento di scultura del CAFA (Central Academy of Fine Arts), faceva parte del gruppo di artisti che agli inizi degli anni ‘60 furono inviati dal governo cinese a studiare in Russia, a San Pietroburgo, vedendo l’evoluzione artistica del Maestro Situ si capisce bene come la cultura artistica estera diventa stimolo a un’evoluzione culturale del Maestro che, però, dopo aver dimostrato di poter essere al pari dei suoi colleghi occidentali, non tradisce mai la sua visione estetica pur ibridandola in maniera evidente. Un capitolo importante dell’iniziativa è rappresentato dalla presenza in mostra di un capolavoro del Maestro Moses Levy, l’olio “Plàge” del 1946, e dell’opera “Venice” del 1998 di Linda Karshan, nuova acquisizione della collezione della Fondazione Comel, curata da Giulia Martina Weston.
Grazie alla presenza dei giovani artisti selezionati provenienti dalle Accademie di Belle Arti di Firenze, Carrara, Macerata, Venezia, Milano e della Yunnan Arts University, una tra le Accademie più importanti della Cina, e all’Associazione stART ATTITUDE, l’iniziativa, pur sviluppandosi in un solo giorno, è profondamente immersiva delle culture che vuole rappresentare e far conoscere. Tra scultura, pittura, video, installazioni, si apre un orizzonte sull’arte contemporanea, un confronto tra gli artisti di quest’anno, selezionati dal Professor Cristian Biasci, Docente all’Accademia di Belle Arti di Firenze. Il percorso espositivo che riguarda i giovani vede in dialogo le opere di Gianni Bianchi, Chiara Gulmini, Adele Cattaneo, Marco Cesaro, Gaia Santini, Enrico Bani, Maurizio Faleni, Wang Yu, Zhang Ting, Zhang Zhiwei.
L’evento culturale
L’evento culturale che nel suo insieme è concepito come una giornata, un momento di visione, riflessione e condivisione, propone al pubblico anche un programma musicale. Il Maestro Carlo Ipata, Fondatore dell’ensemble Auser Musici, nonché direttore del Progetto Tesori Musicali Toscani, andrà in scena esplorando un’inedita sinergia musicale attraverso l’improvvisazione tra il flauto da lui suonato e Guzheng suonato dall’artista Wang Yitong, un incontro sicuramente unico e inusuale tra due mondi musicali diversi che promettono di dar vita a nuove e sorprendenti armonie. Il Guzheng, suonato dall’artista e musicista Wang Yitong, è uno strumento musicale tradizionale cinese, simile alla cetra, con 18 o più corde. Dalle 10:00 alle 13:00 e dalle 16:00 alle 19:00 di giovedì 28 novembre 2024 Vicine Distante “L’acqua e la città” alla Domus Comeliana di Pisa è un evento da non perdere.
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