Vespa, patrimonio nazionale
Chi non associa i ruggenti Anni Sessanta alla Vespa? La sua tipica forma, su disegno dell’ingegnere Corradino D’Ascanio, è entrata a far parte del nostro immaginario al punto da rappresentare l’Italia all’estero: dal 1946 il famoso modello della Piaggio è entrato a far parte del cuore gli italiani.
È stata oggetto di mostre in prestigiosi musei come il Moma di New York ed è da sempre celebrata in film (da La Dolce Vita a Vacanze Romane), canzoni (chi non ricorda i Lunapop?) e in ogni ambito del costume italiano e proprio in questi giorni di grandi celebrazioni del design grazie al Salone del Mobile di Milano – e al suo congiunto, il Fuorisalone – la moto ha ottenuto un importante riconoscimento.
Da adesso, infatti, il Tribunale di Torino ha stabilito che si tratta di un’opera di design industriale tutelata dalla legge sul diritto d’autore (articolo 2, comma 10).
L’occasione è stata l’accoglienza delle richieste del professore Giuseppe Sena e Vincenzo Urso nei confronti di una società cinese, che non potrà dunque commercializzare i cloni della Vespa, lì chiamati “Ves”, in Italia.
E c’è di più: oltre la vittoria contro la Zhejiang Zhongneng Industry Group, il modello del 2005 è stato riconosciuto dai giudici come un valido marchio di “forma tridimensionale” nella titolarità di Piaggio.
Sebbene si tratti ancora di una sentenza di primo grado, e quindi tutto può cambiare, va detto che in ogni caso l’eccellenza del made in Italy fa scuola. E c’è da esserne fieri.