Parigi nel tardo autunno si colora come molte altre metropoli a simili latitudini. Da New York a Londra, da Pechino a Tokyo.
Gli alberi nel verde di Parigi
Lungo la Senna, a ponente del Louvre, noterete degli alberi non troppo alti con il tronco quasi bianco. Non sono betulle ma alberi spoglianti che si possono incontrare con una certa frequenza nella pianura Padana. Spesso raggiungono grandi dimensioni, proprio come i platani. Sono pioppi bianchi (Populus alba).
Amano l’umido e sono piantati sulla banchina, poco al di sopra del fiume. A mio avviso l’effetto migliore è quando le piante sono spoglie. Decorative le ramificazioni bianche e rade che consentono di poter ammirare i pregevoli edifici della zona.
Quando siete in Place de la Concorde, all’inizio dei Champs Elysées noterete degli ippocastani di piccola taglia disposti su 4 o 5 file sia a destra che a sinistra della avenue, la quale è bordata da platani di media taglia rifilati a siepe, su fino all’Arco di Trionfo, vuoti alla base per consentire il transito pedonale.
La aiuole di Parigi
Ma dove i francesi hanno una marcia in più è nel comporre le aiuole di annuali. Mio padre negli anni 30 e poi dopo la guerra si recava spesso a Parigi per mostrare la sua collezione di tessuti fantasia ai sarti parigini. Jacques Fath, Balenciaga e Christian Dior che diceva “Il est arrivé mon inspirateur!”. Lui aveva un giardino da qualche parte in Normandia e spesso parlavano di fiori ma soprattutto dell’accostamento dei colori e dei dosaggi.
Nella fondazione di famiglia, tra i documenti che riguardano mio padre vi sono dei taccuini su cui annotava a schizzo le aiuole parigine per poi riprodurle nel nostro giardino. Tulipani di qualunque colore, meglio con colori primaverili come il bianco, il giallo o il rosa con una copertura celeste di “Non ti scordar di me” (Myosotis). La rossa Salvia splendens con piccole macchie viola della Verbena rigida per un duraturo effetto estivo, e poi canne d’India (Canna indica), cosmee (Cosmos) di solito solo bianche, zinnie e dalie a fiore piccolo e avanti, verso l’autunno con le Reine Marguerites (Callistephus chinensis) e i crisantemi coreani (Chrysanthemum x hortorum) dai caldi colori autunnali ocra, bronzo e rosa polveroso, una novità.
Azzardo un raffronto con i vicini d’oltre Manica. Questi hanno un approccio un po’ più botanico, più variato, più curioso dovuto alla loro cultura e al clima, in Francia invece prevale l’eleganza e la grandeur, effetti in genere più spettacolari. Anni fa mi trovai a un cocktail nel castello di Courson ospite dei padroni di casa. Ricordo poco chi incontrai, ma ricordo bene i mazzi di fiori e le decorazioni fantasiose ed eleganti che ornavano le stanze e la scalinata.
Ho la sensazione che questi due popoli, sebbene diversi, siano uniti da un genuino sentimento della campagna.
Da noi spesso non è così. Siamo campagnoli ma non sappiamo che il picchio muratore (Sitta europaea) si sposta sul tronco anche a testa in giù.
Testo di Guido Piacenza
©Villegiardini. Riproduzione riservata
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