Incastonata in un’insenatura della Costa Azzurra, la casa per le vacanze di Valérie Chomarat, architetto e interior designer, è il risultato della fusione tra architettura, giardino e paesaggio.
È intenso e profondo il sentimento che lega Valérie Chomarat a Bandol, esclusiva località balneare della Costa Azzurra. L’architetto ha infatti trascorso fin da bambina le sue vacanze nella cittadina francese, nota per le sue meravigliose spiagge e i vigneti dal terroir unico.
Quando si è presentata l’opportunità, è stato allora inevitabile sceglierla per realizzare la sua casa al mare, “un luogo tranquillo e riservato, immerso in una pineta vicino alle calanque di Cassis, dove trascorrere il tempo con la famiglia per le vacanze estive”, spiega Valérie Chomarat. Attingendo alle influenze della casa nella foresta dell’Ardèche in cui è cresciuta e al lavoro dell’architetto Tadao Ando, che ammira dai tempi dell’università, Valérie ha creato una composizione sottilmente stratificata in cui casa, giardino, mare e natura dialogano vicendevolmente fino a quasi sovrapporsi.
“In tutti i miei progetti il rapporto con la natura e il paesaggio è molto importante: in ogni ambiente penso a ciò che si vedrà e in che modo, in relazione alla vista e al paesaggio”. Per questo è stata la linea dell’orizzonte del mare, che ha guidato tutte le prospettive della casa. “Il fotografo e architetto Hiroshi Sugimoto con la sua serie di immagini in bianco e nero sulla linea quieta dell’orizzonte, è stato una forte suggestione. Anche le regole tradizionali dell’architettura giapponese e il rapporto con la natura sono stati molto importanti”.
Il risultato è una dimora perfettamente integrata nell’ambiente con linee nitide, aperture allungate e volumi distesi che enfatizzano la presenza dell’azzurro dell’acqua. Dal punto di vista cromatico, la palette è composta da una tavolozza ristretta: dalle piastrelle color tabacco, ai muri color ocra, alle panche in muratura nelle tonalità della terra, tutto è stato scelto per riproporre nella casa i colori del paesaggio intorno a Bandol.
Ovunque la chiarezza delle linee attenuate dell’architettura si contrappongono alla matericità ininterrotta di pareti, panche, pavimenti e soffitti, creando un’atmosfera rilassata che riverbera il dolce influsso della natura. Tra gli arredi, trovano spazio classici del design, molto cari a Valérie: una panca di Pierre Jeanneret, una lampada Akari di Isamu Noguchi, sedie di Poul Kjærholm e Georges Nakashima e un’iconica Atollo vintage di Vico Magistretti, regalo dei genitori, abbinati a scudi africani e tavoli in legno bruciato nel soggiorno.
Nella casa la Chomarat ha espresso anche il suo amore per l’arte: ceramiche di Bénédicte Vallet, sculture, da una collana oversize su un supporto dell’artista sudafricana Julia Atlas a una maschera dell’americano Robert Courtright, dipinti dell’artista giapponese Sadaharu Horio e di quello coreano Yun Hyong-Keun. Scelte dettate dal cuore, come quella di rendere omaggio anche al suo mentore, John Pawson, maestro dell’architettura minimalista, con una coppia di fotografie messe in bella vista su una mensola della cucina.
“La mia maggiore soddisfazione è stata essere riuscita a creare un luogo per la mia famiglia dove trascorrere del tempo insieme con grandi spazi aperti, all’ombra dei pini e protetta dall’intensità del sole, con la possibilità di godere di uno spazio di privacy in riva al mare: ogni angolo dell’architettura e delle terrazze può essere utilizzato infatti come spazio di vita o relax”. La villa esprime alla perfezione l’idea di un minimalismo ‘caldo’ e ricco di suggestioni materiche, in linea con la filosofia progettuale della Chomarat. valeriechomarat.com
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