Apprendere dai materiali, dalle forme e dalle tecniche tradizionali offre l’opportunità di recuperare competenze ormai dimenticate e di riportare alla luce idee e approcci che ci aiutano ad affrontare alcune delle problematiche più urgenti del contesto attuale.. Un elemento cardine del patrimonio architettonico dell’Uzbekistan, il tradizionale mattone uzbeko, svolge un ruolo centrale nel nostro padiglione nazionale di questa edizione. I mattoni costituiscono un materiale universale e al contempo arcaico, e sono utilizzati per secoli nella costruzione di edifici in tutto il Paese. Conosciuti per la loro solidità strutturale, resistono al trascorrere degli anni e rappresentano quindi la scelta ideale per progetti edilizi destinati a durare nel tempo.
Il tema annunciato dalla curatrice Lesley Lokko, The Laboratory of the Future, considera la Biennale Architettura 2023 come una sorta di workshop, un laboratorio in cui i partecipanti e il pubblico immaginano cosa può riservare il futuro. In risposta a questa tematica, abbiamo deciso di osservare il nostro passato per cercare una visione per il nostro domani condiviso. Quest’anno affronteremo diversi orizzonti del patrimonio architettonico dell’Uzbekistan come potenziale strumento per concepire il futuro e come elemento cardine per sfidare il concetto dominante di modernità. Il padiglione Unbuild Together: Archaism vs. Modernity rappresenta un grande impegno di collaborazione. Riunisce un team eterogeneo di curatori, ricercatori, artigiani e artisti alla scoperta delle rovine delle qalas, antiche fortezze della regione di Karakalpakstan e patrimonio della civiltà di Khorezm.
Siamo felici di aver scelto il team di architettura franco-marocchino Studio KO come curatore del nostro padiglione nazionale. Studio KO ha stabilito un profondo legame con la Fondazione ACDF di Tashkent, dal momento che gli sono stati affidati due importanti progetti che coniugano in modo straordinario il design contemporaneo con un profondo rispetto per il patrimonio dell’Uzbekistan. La sua trasformazione di una stazione diesel risalente al 1912 nel futuro Centre for Contemporary Arts (CCA), il primo polo d’arte contemporanea del Paese, testimonia la capacità di Studio KO di restituire una nuova vita alle strutture storiche, preservandone al tempo stesso l’essenza. Inoltre, il progetto Mahalla Artist Residencies (MAH) evidenzia il suo impegno nel promuovere la creatività e l’istruzione, la modernità e la tradizione, nel contesto del variegato tessuto culturale dell’Uzbekistan.
La visione di Studio KO per The Laboratory of the Future è perfettamente in linea con il tema della curatrice Lesley Lokko, che invita i partecipanti e il pubblico a immaginare il futuro restando profondamente ancorati al patrimonio architettonico e culturale del Paese. La sua esperienza, insieme alla sensibilità per il contesto peculiare dell’Uzbekistan, promette un’esplorazione stimolante del futuro attraverso la prospettiva del nostro passato, al fine di costruire una narrazione coinvolgente per il Padiglione Nazionale dell’Uzbekistan. Come proposto dai curatori, il padiglione di questa edizione – Unbuild Together: Archaism vs. Modernity – rappresenta un’iniziativa esemplare di collaborazione collettiva. Se da una parte Studio KO mette a disposizione del padiglione una vasta esperienza internazionale e straordinarie capacità architettoniche, dall’altra gli studenti e i professori dell’Università Ajou di Tashkent contribuiscono con un’approfondita conoscenza del patrimonio architettonico dell’Uzbekistan. Gli artisti Abdulvahid Bukhoriy, El Mehdi Azzam, Emine Godze Sevim e Miza Mucciarelli apportano il loro punto di vista unico, arricchendo così gli aspetti multidimensionali di questo progetto orientato alla ricerca.
Per approfondire la conoscenza di queste antiche fortezze abbiamo collaborato con una delle maggiori esperte di archeologia delle qalas, la Dott.ssa Irina Arzhantseva, autrice di una pubblicazione sulle spedizioni di Sergei Tolstov alla scoperta delle rovine delle qalas nel XX secolo. La ricerca innovativa di Tolstov costituisce uno dei primi studi scientifici sulle qalas e sul ruolo che occupano nella ricca storia dell’Uzbekistan. Tolstov ha descritto l’architettura e l’ingegneria delle qalas nei minimi dettagli, raccogliendo anche manufatti nelle aree circostanti. Le vaste e profonde conoscenze della Dott.ssa Arzhantseva ci aiutano ad accostarci alle qalas e alle tradizionali tecniche utilizzate per la loro costruzione con accuratezza scientifica. La sua ricerca fornisce altresì una preziosa comprensione del rapporto tra queste fortezze e le popolazioni circostanti e di come queste strutture abbiano modellato l’identità della regione nel corso del tempo.
Guardando al futuro, il nostro antico patrimonio può aiutarci a riconsiderare l’attuale percorso dello sviluppo globale e il ruolo che l’architettura svolge nel delineare il nostro destino collettivo. Analizzando i resti architettonici delle società del passato, possiamo comprendere i valori, le credenze e le tecniche che hanno plasmato i loro mondi. Tutto questo, quindi, può influenzare le nostre scelte progettuali e il nostro processo decisionale, al fine di costruire un futuro migliore e più sostenibile. The Art and Culture Development Foundation del Gabinetto dei Ministri della Repubblica dell’Uzbekistan (ACDF) annuncia il titolo del progetto espositivo del Padiglione della Repubblica dell’Uzbekistan alla 18. Mostra Internazionale di Architettura – La Biennale di Venezia: Unbuild Together: Archaism vs. Modernity, curata dallo studio di architettura Studio KO. Il team curatoriale comprende Karl Fournier, Olivier Marty, Jean-Baptiste Carisé e Sophia Bengebara.
In risposta al tema della Biennale Architettura 2023, The Laboratory of the Future, il Padiglione della Repubblica dell’Uzbekistan, intitolato Unbuild Together: Archaism vs. Modernity, esplora i diversi orizzonti del proprio patrimonio architettonico, quali potenziali strumenti per immaginare il futuro e sfidare il concetto di modernità. Unbuild Together: Archaism vs. Modernity è un progetto di ricerca incentrato sulle rovine delle qalas, antiche fortezze della regione di Karakalpakstan, patrimonio della civiltà di Khorezm, e sulle molteplici possibilità offerte dalla terra per la costruzione, in particolare i mattoni. Il mattone, materiale universale e al contempo arcaico, costituisce l’elemento portante dell’architettura uzbeka. In collaborazione con gli studenti di architettura e i docenti della Ajou University di Tashkent e gli artisti associati, Studio KO esplorerà la materialità dei mattoni, della terra e dell’argilla. Attraverso la sperimentazione teorica condotta in collaborazione con gli studenti e la reinterpretazione delle modalità di realizzazione del mattone, delle tecniche di costruzione e delle diverse tipologie di finiture, emergerà la proposta spaziale del Padiglione. Alcuni mattoni nell’ambito dell’installazione saranno smaltati dell’artista e maestro ceramista uzbeko Abdulvahid Bukhoriy, uno dei pochi artigiani ancora in grado di insegnare la tecnica di lavorazione ceramica Blue Bukhara.
“L’Uzbekistan è un Paese dal patrimonio culturale ricco e diversificato; le sue antiche Qalas e l’artigianato tradizionale rappresentano una componente significativa di questa eredità. Le Qalas, presenti in tutto il Paese, sono un simbolo indelebile della resilienza e della forza del popolo uzbeko, a testimonianza della lunga e complessa storia del Paese. Promuovendo la loro importanza alla Biennale Architettura 2023 a Venezia, possiamo contribuire ad aumentare la consapevolezza dell’importanza della conservazione dei beni culturali, invitando altri ad abbracciare la causa”.
- Saida Mirziyoyeva, Responsabile della Sezione Comunicazione e Politica dell’Informazione dell’Amministrazione del Presidente della Repubblica dell’Uzbekistan
“Guardando al futuro, il nostro antico patrimonio può aiutarci a riconsiderare il cammino dell’umanità e il ruolo che l’architettura svolge nel modellare il destino collettivo. Analizzando i resti architettonici delle società del passato, possiamo comprendere i valori, le credenze e le tecniche che hanno plasmato i loro mondi. Tutto questo, a sua volta, può influenzare le nostre scelte progettuali e i nostri processi decisionali, mentre lavoriamo per costruire un futuro migliore. I mattoni tradizionali uzbeki, realizzati con tecniche in uso da secoli, sono duraturi, sostenibili ed esteticamente belli. Prodotti con materiali naturali, sono ancora resistenti e in grado di durare millenni, caratteristica che li rende un’ottima scelta per progetti di opere edilizie pensate per resistere al trascorrere del tempo.”
- Gayane Umerova, Direttore Esecutivo della Art and Culture Development Foundation della Repubblica dell’Uzbekistan
Unbuild Together: Archaism vs. Modernity
Il progetto: La nostra risposta al tema della 18. Mostra Internazionale di Architettura – La Biennale di Venezia, The Laboratory of the Future, può essere letta come un incontro tra orizzonti diversi, che ci permette di rivolgere uno sguardo trasversale al patrimonio architettonico uzbeko e di esplorare il suo passato per trovare gli strumenti necessari per elaborare il mondo di domani. Unbuild together the modernity, rimettendo in discussione il concetto di arcaismo. La partecipazione è innanzitutto collaborativa, e pone l’essere umano al centro del nostro approccio. Attraverso il confronto con gli studenti di architettura dell’Università Ajou di Tashkent, gli artigiani e gli artisti associati, nascerà una proposta collettiva che lascerà spazio all’inatteso. Gli artisti associati rivestono tutti un ruolo poetico che accompagna il nostro approccio. Un filmato al centro dell’installazione architettonica di El Mehdi Azzam che ne diffonde il significato e l’emozione. Un modello in scala ridotta realizzato da Miza Mucciarelli, come comprensione mentale dell’esperienza vissuta. Un lavoro fotografico a cura di Emine Gözde Sevim, occhio sensibile di un’esperienza condivisa. Occorre dotarsi di strumenti teorici e pratici per raggiungere questo obiettivo. Dalle rovine delle antiche Qalas alle diverse possibilità che la terra offre per costruire, in particolare il mattone. Dalla figura mitica del labirinto alla realtà edificata. Tanti elementi da reinterpretare al fine di creare una proposta architettonica sensibile e poetica, che rifletta una pratica realmente contemporanea e contestuale.
Studio KO
Da quando si sono incontrati alla scuola di architettura Beaux-Arts di Parigi e dalla successiva fondazione del loro studio, nel 2000, Karl Fournier e Olivier Marty applicano la loro concezione elementare a ogni scala dei loro progetti. Con sede a Parigi e a Marrakech, Studio KO realizza architetture contemporanee pubbliche e private in tutto il mondo, ispirandosi all’intelligenza dei luoghi. Non circoscritto a una grammatica stilistica o a un metodo sistematico, lo studio è contraddistinto da un’attitudine. La valorizzazione della natura e delle culture esistenti, la capacità di cogliere le grandi differenze estetiche, l’attenzione per l’artigianato e le competenze locali, la costante ricerca di un’architettura solida. Per un’architettura dell’ossimoro. Radicale e arcaica. Un’architettura con una sensibilità che, dalle fondamenta alla traccia dell’autore, rivela – senza ostentazione – la sua unicità e il suo mistero. studioko.fr
Abdulvahid Bukhoriy
Artista, maestro di ceramica
Abdulvahid Bukhoriy nasce a Bukhara nel 1977. Giovanissimo, durante gli studi, apprende le prime lezioni di ceramica dal noto artigiano di questa arte popolare Babayev del villaggio di Uba, nella regione di Vabkent, e dal maestro A. I. Narzullayev della Scuola di Ceramica di Gizhduvan. Dopo aver imparato dal famoso maestro di ceramica Fazil Mirzayev i fondamenti della ceramica uzbeka moderna e tradizionale, Abdulvakhid si laurea presso la facoltà di ceramica della Scuola d’Arte intitolata a P. P. Benkov. L’artista può scegliere il suo percorso professionale grazie alla familiarità con creazioni ceramiche di artisti famosi e con i programmi di studio delle scuole locali uzbeke. Da allora inizia a pensare al futuro e a come riportare alla luce le ceramiche blu di Bukhara, dimenticate per più di un secolo.
El Mehdi Azzam
Autore, regista
Dopo gli studi di ingegneria e scienze fisiche, El Mehdi Azzam si dedica al cinema, che approfondisce prima in Marocco e poi in Francia. In qualità di regista ottiene riconoscimenti in diversi festival (Grand Prix a San Sebastian, Prix Jeune Public a Cinémed, Prix SACD, Prix Canal+…). Collabora con lo Studio KO per la realizzazione di tre film creativi: Almost KO, ‘E’, Tentative désespérée pour définir la patrie. Attualmente sta svolgendo un dottorato di ricerca presso l’Università Jean Jaurès di Tolosa, sull’impatto estetico dell’intelligenza artificiale sul linguaggio cinematografico.
Miza Mucciarelli
Architetta, scultrice e modellista
Nata a Brescia, Miza Mucciarelli si laurea presso il Politecnico di Milano nel 2001. Lo stesso anno si trasferisce a Parigi per gestire il laboratorio di modellistica presso lo studio Dominique Perrault Architecture. Lavora al restauro degli archivi e alla creazione di nuovi modelli, in seguito allestisce la retrospettiva di Perrault al Centro Pompidou. Nel 2009 fonda il suo studio, Atelier Misto, dedicato a modelli architettonici che uniscono l’artigianalità alla selezione di materiali preziosi: marmi, onice e altre pietre rare, resine mescolate a legni speciali, vetro e metalli. Sperimentando, ricercando e combinando continuamente nuove tecniche e materiali per raggiungere la sua estetica personale, Miza concepisce i suoi modelli come sculture che riflettono l’essenza degli spazi e le esperienze sensibili ad essi associate. Fino al 2015 insegna sia all’École Nationale Supérieure des Arts Décoratifs (ENSAD) sia alla scuola di cinema FEMIS di Parigi.
Emine Gödze Sevim
Fotografa
Nata a Istanbul, Emine Gödze Sevim è un’artista acclamata per le sue narrazioni di vita in mezzo a cambiamenti storici. Il suo lavoro si concentra sulle esperienze dei singoli individui in momenti di cronaca collettiva, nel tentativo di creare narrazioni visive “alternative” della storia. Si laurea al Bard College nel 2008. Le sue opere ad oggi sono state esposte, pubblicate e insignite di premi e sponsorizzazioni a livello internazionale. È autrice di “Embed in Egypt” (Kehrer Verlag, 2015) ed è la prima e finora unica beneficiaria di origine turca del prestigioso Magnum Foundation Fund. Vive a Brooklyn, New York.
L’Università Ajou di Tashkent (AUT) è stata istituita nel 2020 in collaborazione con l’Università Ajou (Repubblica di Corea). I laureati dell’Università Ajou intraprendono eccellenti carriere presso enti che si occupano di ingegneria, informatica, scienze mediche, economia e studi internazionali. L’Università Ajou è largamente riconosciuta per i suoi programmi internazionali innovativi e per il forte sostegno agli studenti stranieri, e vanta collaborazioni con oltre 322 università in 65 Paesi.
Unbuild Together: Archaism vs. Modernity, I due workshop
I due workshop Unbuild Together: Archaism vs. Modernity in Uzbekistan si sono concentrati sull’esplorazione della tensione tra arcaismo e modernità in architettura. Diretti da Studio KO, i workshop hanno offerto agli studenti di architettura dell’Università Ajou di Tashkent l’opportunità di studiare l’architettura tradizionale realizzata con mattoni e le antiche rovine delle Qalas, e di utilizzare la matericità come mezzo di progettazione.
- Il primo workshop, Archaism vs Modernity, era incentrato sulla spazialità dell’architettura e sul patrimonio culturale delle antiche Qalas della regione di Gli studenti hanno intrapreso un viaggio sul campo per osservare le rovine in prima persona, considerandole sia come una testimonianza del passato sia come il futuro della modernità. È stato esplorato il tema della contestualità: gli studenti hanno approfondito il Manifesto della Louisiana di Jean Nouvel e si sono confrontati sulle potenzialità e sui limiti del contestualismo in architettura.
- Il secondo workshop, Brick, from clay to wall, era focalizzato sulla matericità del mattone, con particolare attenzione alle strutture secolari come gli edifici commerciali e le caravanserragli che svolgevano un ruolo significativo nel commercio internazionale lungo la via della Sotto la guida di Studio KO, gli studenti dell’Università Ajou di Tashkent hanno osservato le tecniche di costruzione tradizionali e le innovazioni, come l’uso di mattoni essiccati nei forni, l’utilizzo decorativo dei mattoni nell’architettura di Bukhara e la maestria nella smaltatura dei mattoni presso il laboratorio di ceramica dell’artista Abdulvahid Bukhoriy. Gli studenti sono stati invitati a utilizzare tutti i tipi di rappresentazione per accogliere le ricche e varie possibilità della matericità e per individuare la propria voce nella sinergia di forma e sostanza. A partire da uno sguardo alla comprensione della scala, il workshop ha proseguito con la costruzione e la fotografia delle creazioni in mattoni di Nikolai sotto la guida di Studio KO e di Miza Mucciarelli. Dalla base di legno intagliato alle costruzioni di stampe, passando per i modelli di mattoni, gli studenti si sono immersi in esperienze tattili e sensoriali di selezione e manipolazione di materiali diversi, esplorando specificità come texture, trasparenze e colori. Le proposte e le esplorazioni degli studenti sono diventate parte del progetto spaziale del Padiglione nazionale dell’Uzbekistan.
ACDF
La Fondazione per lo Sviluppo dell’Arte e della Cultura del Gabinetto dei Ministri della Repubblica dell’Uzbekistan, nata nel 2017 per decreto del Presidente Shavkat Mirziyoyev, incentiva la cooperazione internazionale e promuove la cultura uzbeka all’estero. Il suo obiettivo è quello di far conoscere il patrimonio nazionale mediante progetti di belle arti, architettura, letteratura, teatro, musica, artigianato, design e danza. La mission della Fondazione è creare un ambiente inclusivo e accessibile nelle istituzioni culturali del Paese, contribuire alla ristrutturazione dei musei e sviluppare il patrocinio culturale e la formazione professionale per il settore artistico e culturale.