Bentornato, Palazzo della Luce
Dopo anni di restauro e un’interessante opera di recupero ad opera del progettista Peter Jaeger, risplende ora nel centro di Torino lo storico Palazzo della Luce, un maestoso monumento abitativo dallo stile tardo-eclettico.
I torinesi lo chiamano “piccola Madama” (per quella facciata simile all’ex sede del Senato Subalpino Aula dal 1848 al 1861), il resto degli italiani lo conosce come ex sede dell’Enel: qualunque sia l’appellativo, è impossibile resistere al fascino della sua silhouette.
Una storia secolare
Fu progettato poco più di un secolo fa, nel 1915, dall’architetto Carlo Angelo Ceresa: lo scopo era quello di ospitare la nuova sede della Cassa di Risparmio, ma fu poi venduto alla Sip, la Società Idroelettrica Piemontese. Raccolto l’iniziale progetto incompleto, che già in nuce portava la volontà di replicare la celebre facciata juvarriana, la società elettrica portò a compimento il Palazzo.
Inaugurato nel 1928, nacque sotto una buona stella: fu infatti il punto di partenza dell’irradiazione delle prime trasmissioni radiofoniche pubbliche italiane. E, in anticipo sui tempi, l’anno successivo germogliò al suo interno persino la prima Radio ufficiale della città di Torino.
La maestria architettonica
La seduzione della facciata, che si ispira ai fasti della Belle Époque, cela al suo interno uno scalone d’onore monumentale che conduce a un piano nobile di intensa bellezza. Merito, soprattutto, degli stucchi bianchi dal tema floreale che caratterizzano i cassettoni della volta e dalle colonne marmoree di indubbia eleganza.
A consolidare l’aspetto monumentale del palazzo ci sono infine due gruppi scultorei in travertino, che rappresentano le allegorie dell’Industria e del Lavoro: si tratta di una raffinata opera di Edoardo Rubino.
Nuovo secolo, nuova vita
Dal 2010 è stato attivato un processo di ristrutturazione del Palazzo, ora lentamente trasformato in un incantevole spazio moderno. L’anima dell’edificio si scinde in due, tra uffici di design da una parte e ville urbane con ampi giardini privati dall’altra. La struttura originale dell’edificio storico non è però stata sacrificata, ma è diventata parte integrante di un progetto che ha personalizzato distribuzioni e planimetrie, aumentando ad esempio la superficie utile attraverso logge (800 mq) e giardini pensili (1.600 mq).
Gli appartamenti esclusivi sono zone eleganti e spaziose, spesso ricavate da soppalchi di sottili lame: un perfetto contesto abitativo che valorizza l’ambiente storico pur offrendo un feel moderno – e tecnologie avanzate.
Ed è facile perdersi nell’ammirazione dei dettagli nascosti. D’altronde, quando la tradizione incontra l’architettura contemporanea, il risultato è un sogno da vivere a occhi aperti. Meglio ancora se nel cuore di una delle città più eleganti d’Italia.
Perciò, che la luce si accenda.