Gli oggetti ti cercano. Così si crede nella comunità dei collezionisti. Forse è così nel caso di questo raro e insolito oggetto, che mi ha cercato attraverso i secoli, facendo un tortuoso viaggio partendo da Venezia, passando per Delft per poi tornare in Lombardia.
È una gabbia per uccelli, architettonicamente costruita in legno e fili di ferro. La cupola richiama quella di San Marco a Venezia. Una rotondità che suggerisce influenze orientali. Le parti lignee sono intagliate in maniera sontuosa. Ma la gabbia ha tutte le funzionalità per ospitare animali veri. Sicuramente una committenza aristocratica.

Dal restauro si evince che era laccata di un verde pallido, ma nel corso degli anni la laccatura si è persa. Quindi questa gabbia è nata a Venezia, ma il pappagallo che ora la abita è di porcellana di Delft. Delft è una cittadina del Paesi Bassi dove nel 1500 emigrarono ceramisti italiani che vi impiantarono manifatture di un tipo di porcellana più povera dell’autentica porcellana cinese. Un tipo di argilla ricoperta di uno smalto tannifero dopo essere stata cotta. Il nostro pappagallo ha tutte le caratteristiche della manifattura sia nei colori che nella fattura. Chissà come è arrivato ad abitare questa gabbia veneziana? Chissà come è arrivata sulle sponde del lago di Como dove io me ne sono innamorata?
Il mistero degli oggetti antichi che hanno molte storie sulle spalle ma anche tanti misteri.

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