A Parigi, tre interventi di interior design firmati dall’architetto italiano Marco Lavit, fondatore dello studio Atelier Lavit, si distinguono per la qualità delle scelte progettuali che sono riuscite a coniugare, con equilibrio, elementi d’epoca tipici dell’estetica parigina e design contemporaneo, offrendo inoltre risposte razionali alle esigenze funzionali e abitative dei proprietari. “A Parigi capita spesso di poter lavorare su spazi che hanno caratteristiche estetiche, volumetriche e di luminosità che si prestano a interessanti reinterpretazioni”, spiega l’architetto. Gli spazi offrivano una base di partenza con finiture classiche, come i pavimenti in parquet con schemi di posa tradizionali, camini in marmo e delicate modanature di pareti e soffitti, che tuttavia non hanno rappresentato un vincolo, quanto piuttosto la possibilità di creare effetti di dialogo e contrappunto con arredi e materiali contemporanei come vetro, acciaio e legno non trattato, che conferiscono un valore aggiunto ai progetti. La qualità dell’intervento di Lavit, non riguarda tuttavia solo gli aspetti più puramente estetici, ma anche la vivibilità e la fruizione della casa. Come dimostra il progetto realizzato per l’appartamento nel quartiere latino, nelle vicinanze dell’Università Panthéon-Assas. Un’abitazione non particolarmente ampia, nella quale i committenti, marito e moglie con tre figli, desideravano ottimizzare gli spazi per rispondere con efficacia alle esigenze della famiglia. L’intervento più radicale ha riguardato la zona giorno, che non offriva abbastanza spazio per creare una sala da pranzo e una cucina. “Abbiamo quindi creato una living room leggermente più piccola ma su due livelli, portando invece la cucina e la sala da pranzo nella stanza più ampia”. Il corridoio, che non era possibile eliminare, è stato arredato con luci e statue che lo hanno trasformato in una vera e propria stanza aggiuntiva. Sulla sinistra sono stati previsti gli accessi alle stanze, perfettamente complanari e integrati nella parete, mentre sulla destra è stata disegnata una boiserie con armadi, scaffalature e una cornice in legno sopra la scarpiera a scomparsa, che offre uno spazio di seduta.
La percezione di tutti gli spazi poi, è stata amplificata grazie all’utilizzo di specchi a tutta parete, che regalano scorci e prospettive degli altri ambienti della casa, oltre a un incremento della luminosità. “Nei miei progetti sono presenti spesso grandi superfici a specchio, che inserisco in maniera mirata per creare variazioni e dare movimento alla pianta. Non li utilizzo come elementi decorativi ma come superfici funzionali, perché creano dei punti di luce e delle luminosità un po’ inattese nella trama del classico appartamento parigino”. La cucina infine, è stata studiata come un ambiente essenziale, con grandi volumi sospesi in legno e acciaio, senza soluzione di continuità, che vanno a celare gli elettrodomestici.
Il secondo progetto è stato realizzato a Saint Michel, a pochi passi dalla Sorbona, nel quartiere latino. Qui l’intervento è partito dalla cucina, per poi arrivare a interessare diversi punti della casa. “Nell’area dedicata alla preparazione del cibo, abbiamo realizzato i piani di lavoro con una pietra lavica italiana, mentre la porta a tutta altezza è composta da due ante a scomparsa in legno, che contengono lo spazio tecnico. In questo modo la parte più operativa della cucina, con materiali eleganti e volumi molto semplici, senza mobili alti, è stata messa in dialogo con la dining room, mentre gli elettrodomestici sono stati disposti dietro la porta semitrasparente in rovere naturale”. Questo elemento, caratterizzato da un motivo decorativo di ispirazione geometrica è stato poi inserito in varie zone della casa, con la stessa logica funzionale.
Luce, legno e ampie specchiature sono protagonisti anche dell’intervento in Rue de l’Université nel settimo arrondissement di Parigi. La proprietaria, una giovane collezionista d’arte, ha chiesto unicamente la possibilità di integrare i suoi quadri e le sue sculture nel progetto. “Essendo libero da quasi ogni vincolo, ho pensato di rompere completamente con lo schema ‘haussmaniano’ della pianta, e quindi creare dei muri, delle superfici a specchio e ritmate, che poi nascondono delle porte di accesso alla camera da letto”. Una soluzione che si ritrova anche nella cucina, dove le porte specchiate da un lato vanno a nascondere gli elettrodomestici, dall’altro conferiscono leggerezza e profondità a uno spazio, ben attrezzato, ma di dimensioni contenute. Un altro elemento che caratterizza il progetto è la presenza di strutture in legno che rivestono, come una sorta di paravento, i pilastri, che non potevano essere eliminati. “Queste listellature, che riprendono il nostro linguaggio architettonico, non sono mai utilizzate gratuitamente in termini decorativi, ma rispondono sempre a una logica di pianta. Rappresentano cioè un modo per orientare lo spazio, dividerlo, creare delle separazioni tra zona giorno e zona notte”.