Le opere di Stefania Pennacchio e Vassilis Vassiliades in dialogo con i capolavori della collezione permanente di Palazzo Bellomo offrono l’occasione di una profonda riflessione sull’identificazione del femminile come donna genitrice nella tradizione occidentale
Inaugura sabato 5 agosto presso la Galleria Regionale di Palazzo Bellomo, nel cuore di Ortigia a Siracusa, CORPUS MATER, mostra degli artisti Stefania Pennacchio (Varese, 1969) e Vassilis Vassiliades (Nicosia – Cipro, 1972) a cura di Alberto Villa. Una ricerca parallela, la loro, che indaga, in particolare, l’interpretazione mediterranea, greca e cristiana della femminilità e le problematiche, storiche e profondamente attuali, dell’identificazione della donna nell’esclusivo ruolo di genitrice.
Corpus Mater, il titolo di questa mostra, è l’unione di una parola maschile e una femminile. Parliamo di un “corpo madre” in quanto capace di generare, tanto in senso materiale quanto in senso spirituale. Le opere di Stefania Pennacchio e Vassilis Vassiliades propongono il tema della femminilità e della maternità declinandolo secondo diverse prospettive con un medesimo punto di fuga: il corpo in quanto soggetto politico nella sua dimensione storico-sociale. Il tema della maternità, in particolare, è percepito dalla nostra società al tempo stesso come benedizione e condanna, e si presta allo sviluppo di un ampio discorso che attraversa il tempo e lo spazio, temi centrali nelle poetiche di Pennacchio e Vassiliades.
Di ritorno dalla mostra internazionale Kairos – Solo lo spazio ricorda, tenuta a maggio scorso nell’isola di Cipro, i due artisti, “una greca d’occidente e un greco d’oriente”, condividono la comune origine bizantina e i riferimenti al mito e al teatro classico che caratterizzano Corpus Mater. Ora si confrontano anche con la storia e l’identità di Siracusa, contribuendo a inserire la mostra nel dinamico palinsesto culturale che accompagna la programmazione del Teatro Greco della città.
Dieci le opere in esposizione in un percorso che instaura un dialogo con i capolavori della collezione permanente di Palazzo Bellomo in Siracusa che vanta tra gli altri, l’Annunciazione di Antonello da Messina del 1474. Proprio qui, l’immagine cristiano-medievale di Maria come figura femminile (e materna) centrale nella cultura occidentale incontra le donne di respiro mitico e tragico scolpite da Stefania Pennacchio – da Giocasta, e il suo grembo maledetto, ad Arianna, passando per Medea e Pentisilea – e la peculiare ricerca formale e cromatica del cipriota Vassiliades, che pure elabora riferimenti espliciti alla tradizione tragica e mitica, così come alle archetipiche suggestioni dell’elemento femminile. Una scultura decisamente espressiva, talvolta al limite della violenza formale con le sue forme arcaiche, eppure fortemente attuali e contemporanee, quella di Pennacchio, in dialogo con le grandi tele evocatrici del corpo di Vassiliades che esplorano la genesi di piacere e di dolore, di colpa e redenzione di celebrazione e di rinnegazione della maternità in quanto vocazione femminile.
“Nelle opere che compongono Corpus Mater vi è il tentativo di delineare un corpo femminile collettivo, fisico e psichico, una donna archetipica che attraversa spazio e tempo nelle sue condizioni di madre, di figlia e di entità indipendente. I corpi – quelli delle donne in particolare – raccontano storie, sono incredibilmente narranti. Si apre così la possibilità di una “fisiomitologia”, un discorso sulle narrazioni legate al corpo nel mito, nella religione, nell’ideologia,” afferma Alberto Villa, curatore della mostra.
“Nell’ambito delle attività volte alla promozione e valorizzazione delle opere d’arte custodite presso la Galleria regionale di Palazzo Bellomo, è stata accolta subito con convinzione ed entusiasmo la proposta degli artisti Stefania Pennacchio e Vassilis Vasilliades: raccontare e rappresentare la maternità lungo il percorso espositivo – afferma Rita Insolia, Direttrice della Galleria Palazzo Bellomo -. La mostra “Corpus Mater”, nella sua densità, segue una strada già sperimentata dove la celebrazione dell’arte contemporanea in luoghi classici appartenenti al passato ha dato notevoli risultati”.
“Il titolo della mostra mi è molto caro. Corpus Mater sono io – confida Stefania Pennacchio -. Sono uno scultore e nel mio rapporto con il linguaggio che ho scelto, la materia, sono passionale e totalizzante. Ogni giorno passo molto ore in studio fin quando il corpo cede per la fatica e mi fermo. Torno a casa vuota come una partoriente. Con l’elemento Terra ho un rapporto fisico. lo sento con tutta me stessa, lo intuisco, lo guido, lo faccio fiorire con la mia forza nella sua versione migliore, perché lo amo e lo conosco. Il mio è letteralmente un “Corpus Mater” perché la mia prerogativa di racconto è il corpo di una donna: forte e accogliente come quello antico delle dee madri, assoluto e introspettivo”.
“Tutte le donne sono madri. Ogni ruolo, ogni missione che la natura o la società hanno assegnato loro nel corso dei secoli, non è che una variazione del tema originario della madre – afferma Vassilis Vassiliades -. Le mie opere, in questa mostra, trattano proprio di questo. Dall’amore non corrisposto e dalla bellezza primitiva e divinizzata, al potere dell’autorealizzazione e al tragico rapporto con la maternità. Ruoli chiave che aprono le stanze dell’anima delle persone e raccontano la nostra storia”.
Stefania Pennacchio è un’artista dedita all’indagine e alla sperimentazione della scultura ceramica. I materiali prediletti sono le argille, i metalli, le pietre. La scelta non è casuale poiché tutte le loro caratteristiche e qualità vengono tradotte nella complessità della figura femminile raccontata con introspezione attraverso gli archetipi della cultura classica e mitologica occidentale. Apprezzata da critici come Philippe Daverio e Jean Blanchaert. È stata ambasciatrice della cultura italiana nel mondo per EXPO Milano 2015. Le sue opere sono presenti in numerose gallerie e collezioni private (Versace, Blanchaert, Rocco Guglielmo). Ha esposto a Monaco, Nizza, New York, alla Biennale di Venezia, in Cina, Giappone, Cipro e Grecia.
Vassilis Vassiliades è nato a Nicosia. Ha studiato pittura all’Accademia di Belle Arti “Pietro Vannucci” di Perugia. La personale ricerca artistica di Vassiliades scaturisce dalla ricerca di un nuovo senso di equilibrio presente in un ambiente geometricamente strutturato. L’elemento del tempo viene inteso così dall’artista cipriota come una memoria che continua però a vivere attraverso il movimento. Per Vassiliades, lo spazio è l’ingrediente principale della nostra esistenza: esso si stempera così in un tipo di creazione “quantistica” che ha la capacità di apparire simultaneamente in tempi paralleli diversi, continuando a funzionare in modo altrettanto efficace. wikipedia.org