Uno degli esempi più rappresentativi del design minimalista e funzionale è sicuramente la seduta Spaghetti Chair. È nata da un progetto di Giandomenico Belotti e prodotta dall’azienda italiana Alias a partire dal 1979. Dall’aspetto semplice ma innovativo, Spaghetti Chair è divenuta nel tempo un simbolo cult del design industriale contemporaneo, unendo estetica e praticità.
Giandomenico Belotti
Giandomenico Belotti (Bergamo, 1922 – 2004) è stato un artista poliedrico. Dopo essersi laureato in architettura presso lo IUAV di Venezia, ha coltivato la sua arte. Ha investito molte energie, infatti, nella ricerca, nel restauro, nella progettazione urbana e nell’industrial design. In seguito, ha iniziato diverse collaborazioni con svariati artisti dell’epoca, tra i quali il noto scultore Marino Marini, che ebbe l’occasione di conoscere a Monza nel 1939. Lo stesso avvenne con gli architetti Guglielmo Ulrich e Gaetano Scolari incontrati a Milano, con i quali collaborò fino al 1950. Da queste collaborazioni, nel 1962 nacquero i primi disegni di Belotti per quello che poi diventò l’iconico progetto di Spaghetti Chair, che raffigurava una sedia per gli esterni dell’albergo Marina a Marina di Massa.
Spaghetti Chair: l’evoluzione
Il nome originario della seduta era Odessa, progetto in collaborazione dal 1974 con l’azienda Pluri, nonché ‘’centro sperimentale di design’’, fondata due anni prima da Enrico Baleri, imprenditore, designer e progettista italiano. Baleri aveva concentrato l’attenzione sulla sedia, nata dalla semplice forma in metallo e tondino di PVC colorato, concretizzando così il suo primo approccio al mondo del design, in previsione del ruolo che poi ricoprì dal 1979 come Art Director nell’azienda italiana Alias, da lui fondata.
Belotti per Alias: un design ispirato alla semplicità
Nel 1979 Giandomenico Belotti ha quindi avviato un’intraprendente e solida collaborazione con Alias attraverso Odessa, sedia che Belotti ha continuato a perfezionare diventando l’ineguagliabile Spaghetti Chair, primo prodotto dell’azienda. Il nome è derivato ovviamente, dalla caratteristica struttura di seduta e schienale, composta da corde di PVC o di cuoio intrecciate che ricordano i fili di lunghi spaghetti.
Con le revisioni del progetto originario, l’artista ha via via reso meno curvo il traverso dello schienale, ha aggiunto piccoli tappi di gomma alle estremità superiori dei montanti e collocato il traverso centrale, alla base. Inoltre, ha teso gli elementi in PVC con accuratezza ed estrema precisione su un telaio in acciaio verniciato o cromato. Questo, leggero ma resistente, ha conferito alla sedia un aspetto elegante alla vista e un essenziale comfort ergonomico.
Spaghetti Chair è stata concepita per essere composta da materiali poveri e da una struttura elementare ma, al tempo stesso, con una sensazione di imponente solidità e con un decoro semplice ed efficace. Amata fin da subito da Baleri per il duro razionalismo che rappresentava, Spaghetti Chair si è distinta per la sua capacità di adattarsi a diversi ambienti: dagli spazi domestici a quelli professionali, fino agli esterni. La leggerezza visiva e fisica della sedia l’ha resa un complemento versatile e senza tempo.
Spaghetti Chair al MoMA
Spaghetti Chair di Alias ha raggiunto un prestigioso riconoscimento internazionale quando, nel 1983, è stata inclusa nella collezione permanente del Museum of Modern Art (MoMA) di New York. Questo traguardo ha testimoniato la sua importanza non solo come oggetto funzionale, ma anche come opera d’arte. Un riconoscimento più che meritato per la sua grande adattabilità di stile in ogni epoca, tanto che incarna ancora oggi i valori del design contemporaneo: semplicità, innovazione e bellezza.
Spaghetti Gemini e le 700 Spaghetti Chair
Nel 1986, Alias ha realizzato una versione di enormi dimensioni rispetto a Spaghetti Gemini, una variante di Spaghetti Chair con le gambe posteriori leggermente inclinate. La versione enorme, è stata esposta in diversi luoghi ed è stata pensata e realizzata per l’esterno oltre che per l’interno. È stata poi presentata in Piazza Vecchia a Bergamo, successivamente alla Galleria Marconi di Roma e infine sul marciapiede davanti al negozio Mueble e Funktion a Parigi. Con queste installazioni, alte almeno 7 o 8 metri, Giandomenico Belotti e Carlo Forcolini, co-fondatore di Alias, sono riusciti a suscitare negli spettatori un grande stupore ottenendo un successo formidabile, tanto da essere pubblicate sui giornali e riviste di settore e di arredamento dell’epoca.
Nel 2011, in occasione del Salone del Mobile di Milano, 700 Spaghetti Chair vennero agganciate e unite tra loro, così da creare una struttura in acciaio cromato e tondino di PVC grigio chiaro, dando vita alle pareti del luogo in cui erano esposte.
Il tributo di Alfredo Häberli
Nel 2015, il designer Alfredo Häberli, in onore del ventesimo anniversario della sua collaborazione con Alias, per rendere omaggio a Belotti, ha creato sette diverse, uniche e poetiche tipologie di Spaghetti Chair in edizione limitata. Le nuove vesti di Spaghetti Chair di Häberli sono poi partite per una mostra itinerante che ha viaggiato nelle città di Bruxelles, Milano, Praga, Tokyo, Colonia e Parigi. Nel 2023 Alias ha creato un’altra nuova variante della sedia, con la seduta e lo schienale rivestiti in cuoio. In aggiunta, anche un modello con una nuova finitura lucida in sei colori, impreziosita da quattro tappini in ottone a chiusura del tubolare.
Auguri ad Alias e a Spaghetti Chair
L’iconica seduta continua a festeggiare assieme ad Alias i suoi 45 anni di creazione e ad essere un punto di riferimento nel panorama del design. Questo diventa possibile grazie ad una nuova collaborazione tra l’azienda e il noto fotografo Delfino Sisto Legnani con il supporto della scenografa Caterina Pomante, in cui Spaghetti Chair ha assunto una nuova vita attraverso la sua decontestualizzazione.
Gli scatti fotografici, infatti, mostrano la sedia in interazione con figure umane e diversi oggetti appartenenti al mondo infantile. Ci regalano, così, un racconto dal gusto unico legato alla spensieratezza del vivere attraverso la contrapposizione di colori vivaci degli oggetti e la sua leggerezza strutturale. In questo modo, riportano l’osservatore a ricordare i momenti giocosi della propria infanzia. La semplicità intramontabile della seduta Spaghetti Chair, unita alla cura artigianale e alla qualità dei materiali, rappresenta l’essenza del Made in Italy.
Spaghetti Chair in mille modi possibili
Spaghetti Chair è disponibile in una gamma di colori e finiture che la rendono adatta a qualsiasi ambiente. I fili di PVC sono resistenti agli agenti atmosferici, il che la rende perfetta anche per utilizzi all’aperto, in particolare con la collezione per esterno Green. Le versioni in cuoio e paglia della serie Paludis, aggiungono un tocco di eleganza per interni più raffinati. Nel corso degli anni, Spaghetti Chair è stata declinata in diverse versioni, da sgabelli di diverse altezze a poltroncine dalle forme arrotondate, con varianti di colore e materiali che rispondono alle esigenze di un pubblico sempre più ampio.
Alias ha saputo mantenere viva l’eredità di questo prodotto. Spaghetti Chair non è solo una sedia, ma un simbolo del genio creativo italiano, capace di coniugare forma e funzione in modo impeccabile. Un pezzo di storia del design che continua a ispirare e a trovare spazio nei più diversi contesti, attestando la sua straordinaria versatilità senza tempo.
Alessandro Rossi
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