Sound Artist? Artista o Musicista e Compositore? Difficile definire il poliedrico e talentoso Alessandro Pedretti, che sarà protagonista nelle prossime settimane de “Il Tiepolo scomposto” a Verolanuova (dal 12 marzo) e al Fuorisalone con “This is Denmark, a design playlist”.
Lui si definisce “sound artist” e “sound designer”, ma cosa vuol dire?
La sound art al Fuorisalone 2023
Per capire chi è e cosa fa Alessandro Pedretti partiamo dal prossimo grande e ambizioso progetto: “This is Denmark, a design playlist”, che si terrà al prossimo Fuorisalone (17- 23 aprile) nel contesto di Alcova. Il progetto presenterà 15 oggetti diversi e iconici che meglio rappresentano la Danimarca e la sua idea di sostenibilità e inclusione. Pedretti non è nuovo a tali esperienze ibride arte-design arte-oggetti, ma a Milano porta per la prima volta la colonna sonora della sostenibilità, dando una inedita voce ai suoni di produzione generati dagli oggetti di design e dai materiali.
L’artista sembra portarci nel cuore della materia e domandarci: che suono ha la materia?
Che suono ha la Danimarca?
L’artista ha realizzato per Milano la mappatura sonora dei prodotti esposti cercando d’indagare letteralmente l’essenza della materia. Come spiega l’artista “il primo fattore è stata l’indagine dell’organicità degli oggetti. Sono andato a scandagliare la materia: dal tessuto al legno all’elettricità. E poi ho aggiunto l’analisi processuale, ovvero i suoni della realizzazione dell’oggetto, sia essa artigianale o industriale”.
L’artista spiega quindi della fascinazione suscitata soprattutto per i prodotti realizzati in legno “trattati in diverse maniere. Quando il legno viene piegato nascono spunti sonori granulari estremamente affascinanti. La ritmica calda di questi legni lavorati, avendo io una formazione di batterista, mi ha subito conquistato”.
Arte e tecnica di Alessandro Pedretti
Dopo anni di musica, Alessandro Pedretti ha avuto modo anche a livello professionale di applicare la musica alle immagini realizzando colonne sonore per spot e cinema.
La svolta in direzione artistica, avviene nel 2013 con la registrazione e indagine dei suoni dell’orto Botanico di Ome. Qui si innamora del suono di una corteccia di legno esotico: “ho scoperto la magia di scovare i micro-suoni dei materiali. Lavoro come una sorta di sonda che va ad indagare gli strati interni per creare una tavolozza con cui creare una composizione”.
Questi suoni sono catturati grazie a un microfono sismico Geofón della Lom e poi comoposti con suoni tradizionali, come quelli di un contrabbasso o di una batteria acustica e di un sintetizzatore nel caso di “This is Denmark”
Sound Art: documentazione o arte?
Può venire da domandarsi se allora Pedretti in realtà documenti la natura e dove sia la sua arte. E’ lo stesso artista a spiegare che “io non mi limito solo a catturare sub-frequenze difficili da percepire con le nostre orecchie, ma le compongo a creare una sinfonia, che restituisce allo spettatore una realtà sentita in modo più approfondito e interpretata dalla mia sensibilità”. Perciò precisa l’artista: “Il mio lavoro non è documentare, rendere udibile le frequenze a noi non accessibili, ma restituire una realtà aumentata e artistica… un mondo terzo, il mio”.
Da dove nasce la sound art di Alessandro Pedretti?
La storia della sound art di Pedretti ha radici profonde. L’artista ha maturato in dieci anni una ricerca unica e affascinante. Parlare del suo lavoro significa del resto avvicinarsi a un mondo nuovo in cui la musica diventa elemento vivo e in movimento dell’opera artistica nella sua totalità: a partire dalla scultura prodotta dalla sua compagna Milena per arrivare alle pietre.
In “Conversazioni sotto il ponte” del 27 gennaio 2022, è lo stesso Alessandro a raccontarci di come la sua esperienza musicale inizi prestissimo con lo studio della batteria, nel 2002, con il maestro Alessandro Todeschini.
Nel 2008 entra a far parte nella band di Ettore Giuradei in cui esprimerà la sua musica oltre che con Marco Giuradei (piano), con Nicola Panteghini (Chitarra Elettrica) e Domenico Vigliotti (mixer e suoni). Con questa band vivrà un tour, “l’Era che così Tour”, di oltre 200 tappe in tutta Italia ricordate in “Appunti di Viaggio” un personalissimo diario di bordo di questo percorso che porterà l’album a vincere il Premio MEI d’Autore’ 08 e tra i finalisti del Premio Tenco ’08.
Il sodalizio con Milena Berta
Alessandro si rivolge poi a gruppi di improvvisazione radicale come il gruppo Innerplay e quindi iniziano per lui anni in cui la sua arte è sinonimo di sperimentazione continua che presto vivrà in duo con Milena Berta, scultrice.
Il sodalizio umano e artistico si cimenta dando vita a numerosi progetti congiunti. E’ un percorso che già ha trovato espressione in opere come “La Pietra che Suda”, realizzata in pietra Simona, una pietra importante per la scultura della Val Camonica, da Milena e accompagnata dalla musica di Alessandro, fruibile attraverso unQR-code e che troviamo a Darfo Boario Terme, all’imbocco della Ciclovia dell’Oglio, in direzione Po. Ancora dalla ricerca di Alessandro, con Milena e con la collaborazione con il musicista Elia Piana, è nata “Molecole”composta da una serie di 14 piccole sculture e una musica ed è posizionata nel parco giochi di Pescarzo.
È la scultura di Milena che, partendo dalla ricerca e valorizzazione di pietre e marmi locali trova nella musica colta e eclettica di Alessandro il punto di unione e la sua musicalità viva che non è probabilmente, vista anche la loro giovanissima età, che l’inizio di un lungo artistico che nel progetto “La Memoria delle Pietre” per rendere memoria storica alle pietre presenti in Val Camonica utilizzate fin dall’antichità a fini artistici e architettonici (portali, altari, monumenti ) trova una espressione che anche la musica che l’accompagna rendono più vive.
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