Vittorio Sgarbi sarà protagonista, oggi, 14 febbraio, di una significativa iniziativa di solidarietà. Alle 14:30, infatti, consegnerà, alla Stazione Centrale di Milano, la “Casa del clochard”, a 10 senza tetto. Si tratta di casette di cartone pressato, montabili in soli tre minuti e facilmente trasportabili. La realizzazione è spettata ad un’azienda pugliese, la Corvasce Design, mentre il progetto artistico è di Maurizio Orrico, in collaborazione con la Fine Arts di Alessandro Erra.
L’idea, ovviamente, è stata quella di dar vita ad un gesto solidale ed, insieme, ad un progetto di sensibilizzazione nei confronti di un problema irrisolto all’interno dell’opulenta società occidentale. Il concept di tutta l’iniziativa è ben riassunto dall’hashtag lanciato tre settimane fa sui social, #arteperilsociale. La risoluzione del problema, poi, di certo spetta alle istituzioni, che dovrebbero affrontare di petto e con serietà la questione, laddove l’arte si limita a mettere in luce.
Si tratta, comunque, di spazi all’interno dei quali recuperare un minimo di intimità con se stessi, anche se forse quasi inutili per potersi riparare dal freddo.
Queste le dichiarazioni di Sgarbi, a riguardo: «Inaccettabile che nel 2017 si possa morire di freddo. Ci sono tre tipi di persone: i migranti, che hanno le loro tutele, ci sono quelle persone nate povere che vanno a cercare aiuto nelle Caritas e in posti simili, e poi ci sono persone che ad un certo punto decidono di fare i clochard. Io ne ho conosciuti molti che venivano da condizioni sociali buone, ma che hanno deciso di fare questo per essere liberi.
Quando ero assessore a Milano, – continua – , di fronte ad un albergo dove risiedevo c’erano queste persone che vivevano sopra un cartone. Erano comunque, a modo loro, felici. Non volevano soldi. Volevano solo stare liberi. Per loro ho un amore istintivo. E quando vedo che muoiono per aver scelto la propria libertà, e ci si indigna solo per quelli che muoiono arrivando dall’altra parte del mare, mi arrabbio.
Morire di freddo nel mondo consumista è assurdo. Ho pensato dunque di dar loro, seppur precaria, una casa. Con l’amico Maurizio Orrico abbiamo ideato questa casa in cartone. Vera. Protettiva. Piccola, per due persone. Per giornate non di gran freddo. Non sono fatte per difendersi dal freddo. Ma per riappropriarsi della propria intimità»
La consegna avverrà, per la precisione, all’interno della sede della Fondazione “Memoriale della Shoah”, grazie anche al fondamentale supporto logistico di “City Angels“, un’associazione ormai nota per l’assistenza fornita ai senza tetto.
L’evento è pronto per essere replicato già domani in un’altra città, per la precisione, a Torino, presso la sala Musy del Comune. A partire dalle ore 15:00, infatti, saranno consegnate altre 10 case.