Senecio cineraria, conosciuta erroneamente anche come Cineraria maritima, e oggi ridenominata come Jacobaea maritima, è una pianta troppo spesso sottovalutata. Antichissima nei nostri giardini, è la pianta che le nostre bisnonne contadine coltivavano in prossimità della casa fra zinnie e dalie, fra i tagete e le salvie annuali o al piede delle peonie erbacee.
Con la modernità sopraggiunta, Senecio cineraria non è stato più valorizzato per la sua bellezza, la sua totale semplicità colturale, la sua resa compositiva e la sua capacità di aggiungere valore a tutte le piante che le fanno compagnia in un’aiuola. Un vero peccato.
Origine e nomenclatura di Senecio cineraria (Jacobaea maritima)
È una pianta di origine mediterranea, appartenente alla famiglia delle Asteraceae e cresce spontanea fra le dune sabbiose di molti litorali e nelle fasce costiere.
Il nome Senecio deriva dal latino senex (vecchio) verosimilmente per l’aspetto dei suoi capolini florali sfioriti che lo fanno assomigliare alla testa pressochè calva di un uomo anziano. Questo fenomeno è dovuto ai pappi (il prodotto dell’appassimento del fiore) che sono alquanto leggeri poiché la loro funzione è quella di potersi disperdere sotto l’azione del vento, spargendo il seme che portano (impollinazione anemofila). Al momento dell’appassimento lasciano sullo scapo del fiore qualche filamento grigio, immagine che appunto evoca l’aspetto della senescenza sulla testa dell’uomo anziano. L’epiteto specifico cineraria, invece, le deriva dal color grigio cenere della foglia. Se invece ci si riferisce al nuovo nome Jacobaea ci sono due possibili origini. Una è da San Giacomo (in latino Jacobus), l’altra invece fa riferimento all’isola di Santiago (Capo Verde). Ciò che invece dà il nome oggi alla specie, è ovviamente riferito alla caratteristica di originare lungo i litorali costieri.
Senecio cineraria, conoscerlo da vicino
È una pianta sempreverde, suffruticosa – cioè una pianta simil-arbustiva che porta rami semilegnosi – e dal portamento cespuglioso. Le suffruticose tendono a lignificare alla base mentre i loro apici sono nettamente erbacei. La sua crescita arriva attorno ai 60 cm di altezza e altrettanti di larghezza, nulla vieta però di effettuare interventi per contenerla. Non ha particolari esigenze.
La temperatura ideale per la sopravvivenza della pianta, prevederebbe che non resti esposta al gelo invernale. Senecio cineraria, tuttavia, ha assunto ormai caratteri di rusticità tanto da resistere senza problemi anche in quella parte di nord Italia dove le temperature minime scendono di poco sotto lo zero, anche per periodi prolungati. In commercio ci sono varietà e cultivar sperimentate da tempo e tutte affidabili, come ad esempio Senecio cineraria ‘Silver Dust’ o come ‘Cissus’, giusto per citarne un paio fra le più diffuse, o come Senecio leucostachys e Senecio vira-vira.
Foglie e fiori di Senecio cineraria (Jacobaea maritima)
Il pregio decorativo di questa erbacea perenne, è tutto nel suo fogliame, per colore, luce e tessitura: grigio cenere-argenteo, vellutato allo sguardo e al tatto, dalla forma così ben disegnata, molto incisa e lobata di ciascuna foglia e dal portamento compatto.
Senecio cineraria, oggi sinonimo di Jacobaea maritima, riesce a valorizzare e illuminare angoli di scarso valore estetico, ad ammorbidire i colori più accesi e a valorizzarli ulteriormente donando loro quel tocco di sericità che ne fa un piacere per lo sguardo. A dare la caratteristica vellutata è una sorta di lanugine argentea che riveste le foglie e che, secondo la luce che la investe, vira fino al bianco. Il ruolo di questa peluria è più protettivo che estetico, benchè a noi colpisca prettamente questo aspetto.
Ha una forza visiva d’impatto nel creare un gioco di contrasti cromatici che mettono in risalto le piante che le stanno accanto. Accende dove serve e ammorbidisce dove necessario. Il suo uso en masse ne fa una grande protagonista anche del verde pubblico, proprio grazie all’umiltà di Senecio cineraria di accontentarsi davvero di pochissimo e di adattarsi a qualunque contesto. Perfetta anche come pianta solitaria, si presta a creare notevoli effetti scenografici se si utilizzano numerosi esemplari insieme o nei border e nei parterre.
Ben si declina in ogni tipologia di giardino, dal più classico al più moderno, perfetto nei dry garden, la pianta è generosa in qualunque composizione. Erbacee annuali e perenni, arbusti, graminacee ornamentali: si fa amare sempre per la resa estetica degli accostamenti.
I fiori sono di scarso interesse anche se, al momento della fioritura – che è comunque prolungata – le macchie gialle dei corimbi che formano le infiorescenze, in contrasto all’argento delle foglie, hanno la loro importanza anche perchè nel gioco dei colori attirano insetti pronubi e farfalle, il che non guasta. È ciò che fa di un angolo del giardino qualcosa di davvero vivo.
Un’altra particolarità della fioritura sono i capolini che nascono argentati elevandosi di parecchi centimetri rispetto ai rami, fino allo schiudersi dei fiori che appaiono come piccole margheritine gialle. Sono infiorescenze persistenti: dopo essere apparse sui rami, durano anche oltre un mese. Da sfiorite si possono tranquillamente recidere.
Il colore del nostro Senecio, ha la capacità di fare da trait d’union in qualunque composizione. È quello che comunemente fa dire che è una pianta che sta bene con tutto e sta bene dappertutto.
Senecio cineraria: coltivazione e piccoli suggerimenti
Senecio cineraria è una pianta che si può mettere a dimora e poi dimenticarsene, tanto è semplice la sua vita in ogni giardino o terrazzo che sia. Va solo seguita ed eventualmente aiutata un minimo, nelle prime settimane dall’impianto con le irrigazioni. Si adatta bene ovunque, non fa storie e capricci come certe primedonne dei giardini. In compenso restituisce grandi soddisfazioni proprio perchè non ci dobbiamo occupare ossessivamente di lei, stagione dopo stagione. Inoltre, ha un ruolo fondamentale nel giardino in inverno, soprattutto al nord: è sempreverde.
Resistendo, garantisce di mantenere una struttura al giardino, di vedere qualcosa di bello quando tutto è fermo o è sparito e di dare un tocco di luce nelle giornate grigie. Non è affatto poco, anzi, è davvero molto, specialmente pensando che non richiederà potature, non mostrerà foglie appassite, non sarà necessario coprirla, proteggerla e molto altro.
Sarà bella nel tardo autunno perchè, con poco, esalterà il passaggio della stagione e continuerà a mostrarsi così anche nello sfidare il freddo.
Pur essendo a foglia vellutata, Senecio cineraria (Jacobaea maritima) non teme neanche la pioggia. Il suo morbido grigio sembrerà essere scomparso lasciando il posto al verde del fogliame, proprio perchè si bagna la peluria che ricopre ogni singola foglia, ma in realtà riapparirà poco dopo il passaggio del maltempo e con un momento di sole. Resiste anche alle nevicate. Buona norma, però, è quella di togliere la neve dal cespuglio onde evitare deformazioni o rotture dei rami sotto il carico e/o marcescenze dovute alla persistenza del manto nevoso sui suoi rami e foglie.
Terreno idoneo per la coltivazione di Senecio cineraria (Jacobaea maritima)
Come tutti i generi che nascono spontanei lungo le fasce costiere del Mediterraneo, Senecio cineraria (Jacobaea maritima) ama i terreni sciolti, molto permeabili senza quindi ristagni idrici e sopporta bene la siccità, a condizione, appunto, di avere un substrato molto sciolto e leggero. Sopporta senza problemi i terreni calcarei ma, nel caso in cui la componente argillosa sia prevalente e con una limitata microcapillarità, prima della messa a dimora si consiglia di lavorare bene un’area che sia almeno il quadruplo in larghezza e profondità rispetto alle dimensioni del vaso e di miscelare molto bene il substrato con una parte di sabbia di fiume e un’altra di sostanza organica. La vita vegetativa di Senecio cineraria ne avrà un grande giovamento, ripagando per lo sforzo colturale fatto all’impianto. Tutto ciò vale in special modo qualora si decida di coltivarla anche in un vascone del terrazzo o in vaso. Il segreto per una buona vita del Senecio cineraria nonché Jacobaea maritima, è proprio questo.
Esposizione e luce
Sole, sole, sole e ancora sole. Senecio cineraria (Jacobaea maritima) necessita di un’esposizione molto soleggiata. Tutte le piante a foglia grigio-argento, a dire il vero, ma alcune più di altre. Sopporta anche un’esposizione a mezz’ombra, assumendo colorazioni del fogliame che virano delicatamente al verde con qualche tono blu, purché sia di poche ore e che sia davvero luminosa. Diversamente, nella migliore delle ipotesi, la pianta tenderà a filare, cioè ad allungarsi in modo un po’ scomposto andando alla ricerca della luce, oppure, peggio, a languire (è proprio questa la sensazione che dà) fino a perdere molto fogliame e ad apparire un bel po’ spelacchiata.
Irrigazione
Una volta adulto, ci si può proprio dimenticare di dover dare attenzioni idriche a Senecio cineraria, fatto salvo che si verifichi una stagione particolarmente calda e siccitosa e con piante che vegetano in terreni più pesanti. Si può comunque affermare che necessiti di annaffiature moderate e molto ben distanziate e che il substrato in cui vegeta sia molto drenante, se si coltiva in piena terra. In vaso sarà preferibile aiutarla un po’ di più, sia nella frequenza sia nella quantità erogata, facendo però attenzione che l’acqua non ristagni a lungo nel sottovaso.
Potature e portamento di Senecio cineraria (Jacobaea maritima)
Non richiede potature, a meno che la sua crescita divenga scomposta. Come tutte le suffruticose non va mai potata nella parte legnosa dei rami, pena la perdita fino al piede della parte tagliata se non addirittura di tutta la pianta, perchè non è in grado di emettere gemme avventizie sulle parti legnose, esattamente come avviene nelle piante di lavanda. Piuttosto, è molto consigliata la cimatura. Altresì è meglio evitare di effettuare potature di forma: basta solo qualche ritocco degli apici dove il ramo è ancora verde.
Se c’è una pianta che in forma obbligata ha resa estetica pessima, è proprio Senecio cineraria.
Lo sfiorito va rimosso fino alla base dello stelo. Le cimature degli apici, oltre a riordinare un po’ l’aspetto della pianta, aiutano l’accestimento, cioè la nascita di rami basali. Questi riempiranno e arrotonderanno con assoluta naturalezza la forma di Senecio cineraria che in tal modo diventerà un cuscino di velluto grigio-argento che si adagia sul terreno e ingloba i rami nudi di piante coltivate a fianco ad esso.
In giardino tutto dovrebbe sembrare come la ripetizione di quanto avviene in natura.
Concimazione e moltiplicazione di Senecio cineraria (Jacobaea maritima)
Senecio cineraria non necessita di concimazioni periodiche quando vegeta in piena terra, a condizione che al momento dell’impianto il terreno sia stato ben lavorato in profondità e ammendato almeno con stallatico pellettato. In vaso è indicata una concimazione minima, al massimo a cadenza mensile durante la bella stagione, come sempre lontano dalle ore più calde.
La moltiplicazione delle piante è quantomai semplice. Si effettua da dopo la fioritura fino a tutto l’autunno. Avviene facilmente per talea di apice che però deve portare almeno 2-3 foglie, non una di più, non una di meno. È sufficiente, quindi, tagliare le porzioni apicali di ramo di 7-8 cm. e piantarle in una cassetta con un substrato misto composto da: terriccio universale, terreno da coltivo e sabbia.
Una volta poste a dimora le talee, il terriccio in cui sono state piantate, va tenuto appena umido il primo strato di terriccio fino ai primi 5-6 centimetri in cui sono state poste le talee, utilizzando però uno spruzzino. Quando appaiono i primi getti di foglie nuove è possibile irrigare ma sempre con una certa delicatezza per evitare lo spostamento delle nuove radichette nel terreno di coltura. Solo al momento in cui le plantule ottenute avranno emesso almeno 3-4 foglie nuove, si possono asportare delicatamente con un trapiantatore o una paletta a lama stretta e ripiantare ciascuna in un vaso singolo. Una volta effettuato il trapianto, diminuire gradualmente le irrigazioni lasciando asciugare il substrato per almeno 2-3, massimo 4 giorni (se non si opera in periodi eccessivamente caldi) tra un’irrigazione e l’altra. Si possono trasferire in piena terra quando avranno ottenuto una crescita intorno ai 10-15 cm. al massimo e un accestimento basale di almeno un giro completo di rami che portano foglie.
Avversità di Senecio cineraria
Teme davvero solo i ristagni idrici poiché sono quelli che possono minare definitivamente la sua vita vegetativa. Non soffre di particolari attacchi parassitari.
Il valore aggiunto del Senecio cineraria alias Jacobaea maritima
La sua semplice ma poliedrica bellezza accompagnata dall’enorme semplicità di coltivazione e le molteplici possibilità di utilizzo, è ciò che induce ad inserirla nel proprio spazio verde.
È piuttosto comune, quando si tratta di erbacee perenni da giardino, andare alla ricerca di piante particolari, nuove, più o meno esotiche o che possono colpire l’immaginario perchè poco diffuse ma, solitamente, sono più o meno anche le classiche belle e impossibili. È fisiologico tutto ciò e sperimentare va sempre bene. È importante, però, essere coscienti che nella sperimentazione i fallimenti sono da tenere in debito conto, senza per questo sentirsi incapaci, delusi o frustrati, arrivando, in alcuni casi, ad appendere al chiodo gli attrezzi per il giardinaggio.
Mediamente i desiderata sono: risultati immediati, belli esteticamente ma soprattutto a bassa manutenzione e duraturi. Il giardinaggio, invece, in genere richiede conoscenza di base e osservazione, oltre alla sempiterna pazienza. È un processo di apprendimento a tutti gli effetti che spesso, però, si rivela un’impresa ardua. Così, impegnati nella ricerca di quel quid in più in una pianta, si perde di vista ciò che invece funziona, ciò che risponde a tutti i propri bisogni, ciò che non chiede nulla e dà tantissimo ad ogni livello quando si parla di giardino. Concentrando quindi l’attenzione sul già noto, si potrebbe infatti scoprire che piante che talvolta vengono definite come le solite piante oppure le piante della nonna, svolgono un lavoro non solo egregio ma proprio appagante. Come appunto il Senecio cineraria o Jacobaea maritima che dir si voglia.
Qualcosa nel verde pubblico e in molti parchi storici, oggi però sta cambiando in tal senso e forse è giunto il momento di investire tutti sulla semplicità e dare nuova vita a quello che sembra scontato, perchè invece ha potenzialità inaspettate.
Sono proprio le piante come Senecio cineraria a insegnarci che il giardinaggio può anche essere un momento di piacere, oltre che di tecniche e conoscenza.Senecio cineraria è una piccola entità rispetto ai pilastri dell’universo vegetale, ma fa inaspettatamente più di quanto si possa immaginare. Provare per credere.
Alla prossima primavera, in fondo, non manca poi così tanto tempo.
Caratteristiche di Senecio cineraria
- Tipo di pianta: erbacea perenne, sempreverde, suffruticosa
- Famiglia: Asteraceae
- Origine: areale del Mediterraneo
- Dimensioni: altezza 60-70 cm circa fino a circa 80 di larghezza
- Colore e forma dei fiori: infiorescenze formate da corimbi che appaiono a mazzetti grigio argento quando sono in bocciolo e si aprono come piccole margherite giallo sole
- Foglie: incise, lobate, dalla forma che ricorda vagamente quella delle querce; ricoperte di lanugine grigio-argentata, morbide al tatto
- Periodo di fioritura: tarda primavera fino alla seconda metà dell’estate
- Resistenza al gelo: sì
- Difficoltà di coltivazione: nessuna
- Utilizzo ideale: piena terra, giardino
- Esposizione: pieno sole
Ivana Fabris
Jacobaea maritima©Villegiardini. Riproduzione riservata
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