Il paesaggista americano Scott Lewis è l’autore di un progetto nel paesaggio delle Santa Cruz Mountains, una riserva naturale nella zona pedemontana nei pressi di Portola Valley in California, un paradiso per gli amanti della natura. Un’ampia fascia di colline basse e ondulate, caratterizzate da un mix di pascoli, boschi, aree ripariali e zone umide, mantiene intatto il carattere rurale della regione e consente di vivere esperienze immersive nella natura. Il luogo ideale per una coppia di artisti e creativi che qui hanno acquistato un’area di circa 5.000 metri quadrati, uno spazio aperto con una lunga vista sulle colline e vicino a boschi di Sequoia sempervirens e di querce sempreverdi autoctone della California (Quercus agrifolia) della riserva.
Entrambi amanti del giardinaggio e molto sensibili all’ambiente, desideravano un’abitazione moderna e luminosa, dove poter vivere e lavorare a stretto contatto con la natura, e un giardino dove coltivare la loro passione per le piante, senza soluzione di continuità con il paesaggio circostante. 

L’open space della zona living, con grandi vetrate che inquadrano il giardino e le viste sulle Santa Cruz Mountains.
© Foto di David Wakely

La casa è frutto della collaborazione tra lo studio di architettura Turnbull Griffin Haesloop e il paesaggista californiano Scott Lewis, che ha scelto il sito più idoneo in cui costruire gli edifici, spostandolo lontano dal bosco di querce e da un boschetto di Arctostaphylos per preservarne l’integrità e avere spazi ampi in cui creare giardini. La dimora è composta da due padiglioni a timpano rivestiti in cedro non trattato e collegati da una costruzione più bassa sul cui tetto si trova un giardino pensile estensivo. È un meadow formato da un mix di graminacee, erbacee e bulbose autoctone, con una successione delle fioriture e dei cromatismi, ed è in perfetta sintonia con l’ambiente circostante. Ogni notte un gufo reale si appollaia sul margine del meadow, in cerca di prede nel bosco.

Un dettaglio dell’open space con vista sul cortile principale e sulla collezione di succulente dei committenti. I grandi alberi della riserva naturale fanno da quinta agli arbusti di Arctostaphylos sparsi nel giardino.
© Foto di David Wakely

Il giardino vero e proprio consiste in una pluralità di aree pianeggianti che circondano le costruzioni e poi progressivamente sfumano verso dolci declivi dove la mano dell’uomo quasi non si vede e sono liberi di fondersi con il paesaggio della riserva. Un sistema di vialetti sinuosi collega tutto il giardino e offre nuovi scorci lungo il suo percorso.

Una vista del cortile principale dal sentiero davanti al living bordato da Salvia clevelandii ‘Winifred Gilman’ e Arctostaphylos ‘Emerald Carpet’. Si notano la collezione di succulente, il padiglione che ospita i laboratori dei committenti e a destra la costruzione di collegamento.
© Foto di Marion Brenner

Il design rivela un bilanciamento di pieni e vuoti, un equilibrio di forme, volumi e textures, una scelta cromatica pacata e armonica, che muta nel tempo, e una selezione accurata delle piante. È interessante notare come Scott Lewis abbia optato per poche specie ma molte cultivar all’interno di ognuna così che il colore dei fiori o dei frutti cambi, lasciando tuttavia struttura e tessitura complessivamente uniformi e armoniche.

In primo piano la collezione di succulente al centro del cortile. Nella fioriera, da sinistra verso il centro, in basso Aloe fibrosa, alle sue spalle Aloe forbesii, Kumara plicatilis e Furcraea foetida ‘Mediopicta’, in secondo piano Dasylirion serratifolium, Dasylirion longissimum e Yucca rostrata. Da destra verso il centro Aloe cremnophila, Agave americana, Agave americana ‘Marginata’, Lophocereus marginatus, Euphorbia characias subsp. characias. Sparsi Eschscholzia californica e Sedum spathifolium.
© Foto di David Wakely

Su specifica richiesta dei committenti, che desideravano un impatto minimo sul paesaggio, non solo delle architetture ma anche della vegetazione, sono state privilegiate le piante autoctone californiane per favorire la biodiversità e ridurre al minimo il consumo idrico. Sono state piantate con uno stile informale, tra le altre, le bellissime querce californiane, Ceanothus, Arctostaphylos e Salvia in specie e varietà, che costituiscono la struttura portante del giardino e insieme a Eschscholzia californica (papavero della California) e graminacee ne sono il filo conduttore.
Una fioriera circolare in pietra che contiene la collezione di succulente dei committenti è il punto focale del giardino. Appositamente realizzata da uno scultore è visibile da ogni affaccio dell’abitazione sul cortile principale, al quale ha dato un senso e una forma.
Completamente privo di recinzioni, il giardino accoglie la fauna locale a cui fornisce un habitat, completando il processo di integrazione con la riserva naturale. sllasf.com

Elisabetta Pozzetti

©Villegiardini. Riproduzione riservata

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