Sansevieria (oggi sinonimo di Dracaena) più popolarmente nota come Sanseveria, è una pianta molto conosciuta nelle case italiane. Ha un passato di tutto rispetto, la si poteva incontrare praticamente in tutte le case, sin dal dopoguerra. Malgrado le nobili origini, in Italia di sicuro non era quella che si poteva definire una pianta da noblesse. Troppo poco esotica e per nulla rara, altresì troppo poco esigente. Proprio questi suoi caratteri, però, hanno consentito la sua diffusione su tutto il territorio nazionale. Con gli anni 80 e 90, con il diffondersi di generi e specie più esotici e dal ricco disegno foliare, Sanseveria trifasciata è, lentamente ma progressivamente, caduta nel dimenticatoio. Solo negli ultimi anni, con l’avvento del minimal nell’arredamento e nell’architettura, ha ritrovato il lustro che invece merita.
Origine e nomenclatura di Sansevieria
Ritroviamo le sue origini nell’Africa Tropicale e del Centro Africa, è quindi una pianta che ama molto il caldo e lo affronta accumulando acqua nei tessuti foliari e nel rizoma da cui nasce.
Cenni storici sull’origine del nome
In merito al suo nome, invece, le fonti non sono tutte concordi. Pare derivi dall’esser stata portata al primo Orto Botanico di Napoli presso la Villa Sanseverino di Bisignano alla Barra. Solo quasi mezzo secolo dopo, fu trasferita nella sede definitiva di quello che è diventato l’Orto Botanico che tutti conosciamo. Varie fonti affermano che il suo curatore, Vincenzo Petagna che lavorava proprio per i Sanseverino, la inviò al collega svedese Carl Peter Thunberg (scienziato che si occupò di catalogare le piante esotiche in tutto il mondo) pregandolo di volerla intitolare al suo mecenate, Pietro Antonio Sanseverino, conte di Chiaromonte. C’è però chi sostiene che sia stata dedicata ai Sansevero, un’altra famiglia nobile napoletana, nella fattispecie a Raimondo di Sangrio, principe di San Severo. Costui visse nell’arco centrale del 1700 e fu un grande cultore di piante esotiche e specie rare e contemporaneo di Pietro Antonio Sanseverino.
Sansevieria: conoscerla meglio
È una succulenta appartenente alla famiglia delle Asparagaceae, secondo la classificazione APG IV (Angiosperm Phylogeny Group IV), che si occupa di classificare scientificamente le angiosperme secondo la filogenetica molecolare. Fino a qualche decennio fa, la famiglia di appartenenza, secondo la classificazione Cronquist, era quella delle Agavaceae.
È una pianta che non richiede particolari cure e che, se si ha la tendenza di dimenticarsi di irrigare, è praticamente perfetta. Le sue foglie sono una vera riserva d’acqua e le consentono di centellinare quanta gliene serva per settimane. Nasce da un rizoma, organo che altro non è che un fusto con la funzione di riserva di nutrienti e acqua che cresce orizzontalmente rispetto a foglie e steli e vive di poco sotto ad uno strato di terra.
Sanseveria: un genere corposo
Il genere Sansevieria (o Sanseveria) vanta numerose varietà e cultivar nella specie trifasciata. Le più note sono: Sansevieria trifasciata var. laurentii che differisce da S. trifasciata per le bande color crema che percorrono tutti i margini foliari. Sansevieria trifasciata ‘Hahnii’, ‘Golden Hahnii’ e ‘Green Hahnii’. Sansevieria trifasciata ‘Silbersee’, ‘Tom Thumb’, ‘Metallica’ e ‘Moonshine’ oltre a molte altre. Le cultivar ‘Hahnii’ differiscono dalle caratteristiche di specie soprattutto in altezza, poiché crescono al massimo per una trentina di cm., e per la disposizione delle foglie a rosetta centrale. Fra le specie, una menzione particolare meritano Sansevieria zeylanica (dalle foglie più arcuate trasversalmente e leggermente più piccola) e Sansevieria cylindrica (oggi Dracaena angolensis) dato il loro largo impiego. In particolar modo la seconda, grazie alle sue caratteristiche foglie appunto cilindriche e alquanto grafiche.
Foglie di Sansevieria
Le foglie sono lunghe, erette, carnose, lanceolate e acuminate all’apice. Possono crescere fino ad un metro di altezza. Sono striate orizzontalmente con un’alternanza di color verde scuro e verde argenteo. Nella varietà laurentii sono marginate da una linea color crema verticale che enfatizza la variegatura di tutte le lamine foliari. Negli ultimi anni si sono ottenuti nuovi ibridi di Sansevieria trifasciata interessanti per le foglie totalmente verde-argento o verde chiarissimo bordato di rosso.
Le cultivar ‘Hahnii‘ riportano perlopiù le stesse variegature, a parte quegli ibridi in cui sulle striature prevalgono i colori. Anche Sansevieria cylindrica ha foglie dal portamento eretto. Sono altresì molto rigide, praticamente tubolari, estremamente ricche di acqua.
Acuminate anch’esse all’apice, con incisure longitudinali lungo tutta la foglia, si prestano molto nelle dimore che hanno stili minimal e post-industrial. Ogni foglia è di color verde chiaro-argenteo, rispetto a Sansevieria trifasciata, e riporta striature orizzontali più distanziate.
Sansevieria cylindrica, un caso doloroso
La diffusione commerciale di Sansevieria cylindrica, ha fatto sì che, pur di creare un mercato, si sia esagerato ancora una volta con le manomissioni delle piante, fino a giungere a snaturare le S. cylindrica a causa del loro essere piante docili che sopportano fin troppo. Infatti, da tempo si riscontra nei garden quell’aberrazione che è l’applicazione di velluti sintetici adesivi multicolori e/o di vernici fluorescenti, come di applicazioni di colla per far aderire porporine di vari colori, lungo tutto un terzo apicale delle foglie. Questa è una pratica davvero orribile che, oltre a togliere alla pianta la sua raffinata estetica così pulita ed essenziale, lede anche la sua salute. È indispensabile che quella parte di foglia sia libera per poter garantire una buona fotosintesi e una migliore circolazione della linfa. Per non parlare, poi, degli intrecci foliari. Se dovessero regalarvi una Sansevieria cylindrica intrecciata, liberatela subito. Ve ne sarà grata per la vita.
Le piante sono organismi vivi e andrebbero considerate come tali invece di ritenerle solo oggetti. Per la loro funzione nelle nostre esistenze, il rispetto è dovuto. Esse possono tranquillamente vivere senza di noi, ma non noi senza di loro. È opportuno ricordarlo ogni tanto.
Fioritura di Sansevieria
Il fiore di Sansevieria trifasciata non è molto vistoso. Su un lungo stelo che nasce nel centro della pianta, compaiono una serie di piccole corolle tubolari, di color avorio che, alla vista, sembrano cerosi. Sono delicatamente profumati e si aprono la notte come in molte altre succulente. Peccato, però, che in casa sia raro vederla fiorire. Talvolta accade ma solo quando le cure in termini di luce, acqua e umidità sono le più vicine ai suoi naturali bisogni. Soprattutto la luce: nei nostri appartamenti sono spesso collocate in angoli meno luminosi perchè Sansevieria trifasciata ben sopporta l’ombra, ma è appunto questo che soprattutto penalizza la nascita del fiore. I fiori di cylindrica, invece, sono spighe di color crema.
Coltivazione di Sansevieria
Non ha grandi necessità, è una pianta di facile coltivazione ed è adatta a chi ha poco tempo per prendersene cura o è per sua natura più distratto. Richiede poco ma quello che le necessita è di vitale importanza.
Terreno
Sanseveria trifasciata è una tropicale, vuole quindi un substrato sciolto, torboso, con un pH fra il neutro e l’acido, estremamente drenante. Pertanto si dovrà miscelare il terriccio ad una parte di sabbia di fiume o agriperlite. Se si vuole che cresca bene e con un buon accestimento, allora è indispensabile che il vaso in cui vegeta sia di una sola misura più grande (massimo due, in caso di esemplari di una grandi dimensioni) di tutta la pianta. Più terra, nel suo caso, non significa maggior sviluppo ma facilmente il contrario. Non è veloce nella crescita e si rinvasa solo quando ci si accorge che le radici fuoriescono dal foro di drenaggio del vaso. Va effettuato alla ripresa vegetativa con l’arrivo della bella stagione. È buona norma anche agire con delicatezza sul pane radicale liberandolo un po’ dalla terra vecchia prima di rimetterla a dimora.
Esposizione
Non disdegna la luce, anzi, gradisce un’esposizione luminosa, purchè non sia luce diretta. Il sole brucia le foglie minando la salute di Sansevieria o Sanseveria trifasciata. Porla in un ambiente ben illuminato dove riceva luce filtrata, sarebbe ottimale. Accetta però di buon grado, adattandosi tranquillamente, anche un ambiente più ombroso a condizione che non sia davvero troppo buio perchè questo porterebbe le foglie ad allungarsi eccessivamente, cioè a filare, rendendole meno stabili, dato il loro portamento eretto. Come tutte le tropicali, teme le correnti fredde, quindi è preferibile collocarla dove in inverno non sia esposta a colpi d’aria improvvisi.
Come annaffiare la Sansevieria
Estremamente indispensabile bagnarla poco frequentemente così da contentire a tutto il substrato di asciugarsi fra un’irrigazione e l’altra, soprattutto durante la fase di dormienza vegetativa. Anche per Sansevieria trifasciata è preferibile che l’acqua sia stata fatta riposare prima di somministrarla, così che il calcare in sospensione si depositi. Altro punto nodale: l’acqua non deve mai ristagnare nel sottovaso. La pianta la assorbirebbe dal basso e finirebbe col restare bagnata troppo a lungo. In questo caso sarebbe alto il rischio di sviluppare asfissia radicale e marciumi. È indicato, perciò, o eliminare l’acqua in eccesso che si è raccolta dopo una quindicina di minuti dall’irrigazione, oppure porre nel sottovaso uno strato di argilla che tenga sollevato il vaso dal fondo, in modo che l’acqua non vi resti a contatto e al tempo stesso crei una giusta condizione di umidità per evaporazione.
Potature
Sansevieria trifasciata o Sanseveria non necessita interventi di contenimento e di messa in ordine delle sue foglie. Queste hanno appunto uno sviluppo verticale ed eretto ma talvolta può essere che qualcuna di loro si pieghi ad angolo retto arrivando poi a dare segni di sofferenza. Qualora accada è meglio tagliare la foglia alla base con un cutter. La cesoia in questo caso creerebbe ulteriori danni, a causa della presenza della riserve d’acqua nelle foglie.
Concimazione di Sanseveria
Qualunque pianta, se posta in piena luce, promuove una maggiore attività vegetativa e di conseguenza richiederà non solo qualche irrigazione in più ma anche una certa cura di concimazione. Con S. trifasciata è preferibile utilizzare un concime liquido per succulente e cactacee seguendo alla lettera le indicazioni del produttore relativamente ai dosaggi. Forzare le piante somministrando, sempre e comunque, concimi con un titolo alto di Azoto, fatti salvi alcuni particolari casi, non è mai buona norma per lo stress cui le espone. In questo caso, sarà più che sufficiente usare un fertilizzante NPK 10-10-10, come titolazione per Azoto, Fosforo e Potassio.
Come riprodurre la Sansevieria
Riguardo la moltiplicazione di Sansevieria trifasciata, invece, la pratica è abbastanza semplice: si può ottenere da porzione di foglia o da polloni che nascono alla base della pianta o per divisione del cespo. La moltiplicazione per divisione di foglia è di fatto la più semplice e quella che espone a minori stress la pianta. Richiede solo un po’ di attenzione durante le fasi di taglio della foglia. In praticaè sufficiente dotarsi di una foglia sana che si asporta con un taglierino affilato tagliandola alla base. Dopo di che la si taglia ulteriormente in senso orizzontale, in porzioni di circa 5 cm ciascuna e si apporta un’incisione a cuneo nel centro della porzione ottenuta. Bisogna solo badare che si pratichino nel verso in cui è cresciuta la foglia. fatto ciò, si interrano per almeno un terzo dalla parte dove si è praticata l’incisione, in un composto di terriccio universale e sabbia. Si tengono irrigate senza eccedere, è sufficiente bagnarle con uno spruzzino a giorni alterni e si pongono alla luce che deve essere sempre filtrata. In circa un mese e mezzo/due, da ogni porzione di foglia nascerà una piantina. In caso di talea da cultivar, non vedremo replicati gli stessi caratteri. L’altra moltiplicazione consigliata è quella da pollone laterale che sarà sufficiente staccare con le dita, purchè si agisca con estrema delicatezza e si abbia cura di lasciar cicatrizzare la ferita della pianta madre, prima di ricoprire la parte col terriccio. La talea di foglia in acqua non sempre ha successo per la formazione di marciumi.
Avversità di Sansevieria
Il suo più grande nemico sono i ristagni idrici, l’asfissia radicale e i marciumi che ne conseguono. Parassiti che la attaccano possono essere la cocciniglia cotonosa e gli acari.
Valore aggiunto di Sansevieria
Oltre ad essere una pianta che non dà alcuna preoccupazione ed è alla portata anche dei pollici meno esperti, oltre ad essere umile e a dare però molto in cambio, è di sicuro la pianta ornamentale per le nostre case ad avere maggiore forza di assorbimento delle sostanze nocive presenti nei nostri ambienti. Va posta attenzione perchè pur non essendo attrattiva per gli animali domestici, ha comunque un certo grado di tossicità.
Se la modernità e il design hanno pregio, ne hanno anche per l’aver riportato all’attenzione di moltissimi questa pianta ingiustamente dimenticata e che non delude mai. Le nostre sagge nonne lo sapevano fin troppo bene. A riprova del fatto che nulla, nel mondo botanico, è mai realmente scontato e antiquato. Non è mai realmente démodé.
Caratteristiche di Sansevieria
- Tipo di pianta: erbacea perenne, succulenta, sempreverde, rizomatosa
- Famiglia: Asparagaceae
- Origine: Africa tropicale
- Dimensioni: in base a specie e cultivar, da 30 cm massimo 1 metro
- Colore e forma dei fiori: avorio, di aspetto ceroso, tubuliformi
- Foglie: erette, lanceolate, cuoiose, ricche di acqua
- Periodo di fioritura: fine estate
- Esposizione: luce indiretta oppure ombra luminosa
- Resistenza al gelo: no, vuole solo climi caldi/caldo-umidi
- Difficoltà di coltivazione: nessuna
- Utilizzo ideale: da interno
Ivana Fabris
©Villegiardini. Riproduzione riservata
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