TESTO DI MARGHERITA DALLAI / FOTO DI FRANCESCA ANICHINI

Eleonora e Lamberto Frescobaldi nella loro dimora di Firenze, che si affaccia sulla Basilica di Santo Spirito, dove vivono con i figli e il cane Brunello

Le mura sono quelle dell’antico Palazzo Frescobaldi. Gli interni, di taglio antico, sono arredati secondo il gusto classico contemporaneo della padrona di casa e accolgono mobili di famiglia, legati alla tradizione e alla manifattura artigiana d’Oltrarno, decori d’epoca e moderni. E molte opere d’arte. I quadri, appesi alle pareti, colpiscono l’occhio. È poco usuale vedere accostati una Madonna seicentesca a un quadro di Sandro Chia, o il ritratto di un antenato in posa dirimpetto a un Kounellis un po’ provocatorio.
Ma così è. A casa di Eleonora e Lamberto Frescobaldi, antico e contemporaneo, tradizione e modernità, sono uniti felicemente. Come la loro coppia,  sposata da 23 anni e da 30 insieme, con tre figli, Vittorio, Leonia, Carlo e, ultimo ma non meno amato, il cane Brunello (che altro nome poteva avere vivendo in una famiglia che dal 1300 produce vino?) “Quando siamo entrati la casa era più piccola. Man mano che sono arrivati i figli, mia suocera Bona, che vive nell’appartamento contiguo, cedeva una stanza”, racconta Eleonora. “L’impronta del palazzo era antica; molti degli arredi provengono dalla famiglia di Lamberto e le opere d’arte contemporanea ci sono state donate da mia madre, appassionata collezionista. Nella disposizione degli spazi, che dovevano essere funzionali alle nostre esigenze, ho cercato di far convivere tutti questi elementi”. Gli artigiani del quartiere di Santo Spirito sono stati di grande aiuto; falegnami, doratori, corniciai, bronzisti hanno partecipato ai lavori di ristrutturazione. “Sono stati preziosi i contributi di mia suocera Bona e mia cognata Angelica che mi hanno aiutato nella scelta dei colori, dei tessuti e dei decori”.
Eleonora, che ama gli ambienti “cosy”, le case comode e aperte, ha organizzato la sua di conseguenza. Ama ricevere e imbandire la tavola mentre Lamberto si diletta fra i fornelli. Lui e la figlia Leonia si alternano, nei giorni di festa, in cucina, una delle stanze più vissute e amate della casa. “Lamberto è bravissimo nella preparazione dei primi piatti: il suo risotto ai piselli è insuperabile. Leonia invece è la cuoca dei dolci”, aggiunge Eleonora. Dalle finestre che si affacciano sul giardino si vedono il campanile e il retro della Basilica di Santo Spirito. Il Palazzo è silenzioso e quieto, immerso nella sua storia secolare. Si sentono gli uccellini e i rintocchi delle campane. “Vivere qui è, per molti versi, un privilegio. Ma anche una responsabilità. Siamo consapevoli di aver ereditato una tradizione e di avere il dovere di continuarla”, conclude Eleonora.

ANTENNE

Trenta generazioni

Lamberto, figlio di Bona e Vittorio Frescobaldi,
rappresenta la trentesima generazione di  viticoltori. Fiorentino, è presidente dal 1993 di Luce, la prima società vinicola italiana creata in joint-venture con la famiglia californiana Mondavi. “Luce è stato il primo prodotto che ho seguito e il primo vino di Montalcino creato unendo le uve dei vitigni Sangiovese, tipiche della Toscana, a quelle del Merlot. La storia è singolare. Avevamo il prodotto ma non avevamo ancora il nome. Lo trovò la moglie di Robert Mondavi che, colpita da un raggio di sole che squarciava le vigne, disse che si doveva chiamare Luce”, racconta Lamberto. Il vino, che ha avuto un successo internazionale, è un blendy dal colore rosso brillante, profuma di frutti del sottobosco e parla del sole e di Montalcino, dove prende corpo e sapore.
Nel 2004, dopo che i Mondavi hanno subito una scalata ostile, la joint-venture è terminata. “Sono amico della famiglia e collaboriamo ancora insieme. Ho imparato molto dai Mondavi; mi hanno trasmesso la tenacia, il desiderio di andare avanti, e a fondo, per conseguire gli obiettivi”, conclude Lamberto.
Nel ritratto in alto, Lamberto con la moglie Eleonora Nesi e i figli Vittorio, Carlo e Leonia.

Quartier generale

Il Palazzo Frescobaldi si trova Oltrarno, nel quartiere di Santo Spirito, dove la famiglia aveva possedimenti fin dal XV secolo.
Nel 1400 Stoldo di Lamberto Frescobaldi partecipò al finanziamento della Basilica di Santo Spirito, eretta su alcuni terreni da lui donati. La facciata è l’unica della città a volgere le spalle a Santa Maria del Fiore proprio perché non doveva affacciarsi sulle sue proprietà. La costruzione della Basilica, iniziata nel 1443, fu l’ultima grande opera di Filippo Brunelleschi. Legata alla famiglia e a Palazzo Frescobaldi da secoli, la Basilica è il magnifico sfondo del giardino.
“La cappellina privata che noi chiamiamo il Coretto, congiunge il Palazzo alla Basilica
e si affaccia direttamente sulla chiesa.
Mia nonna Anna, molto religiosa, assisteva da lì, negli ultimi anni, alle funzioni religiose”, racconta Lamberto.
Nel 1600 Matteo Frescobaldi unificò le varie proprietà, dando all’immobile la forma attuale e lo divise per poter ospitare figli e nipoti. Ancora adesso, il Palazzo Frescobaldi è il quartier generale della famiglia: vi abita Lamberto, i suoi genitori, gli zii e all’ultimo piano ci sono gli uffici della casa vinicola.