Risparmiare l’acqua è un obiettivo fondamentale da porsi non solo per l’oggi, soprattutto per il futuro e diventa una questione sempre più centrale in tutti i paesi del mondo. I modi ci sono e andrebbero attuati da tutti, perchè ognuno può dare un contributo fattivo.
Il consumo di acqua è tra i maggiori problemi sia nei giardini di nuovo impianto, sia in quelli maturi. La prima difficoltà di ogni giardino è la spesa, la seconda l’acqua. Inoltre il mantenimento idrico è anche una questione ecologica ed etica, e da essa dipendono la stragrande maggioranza delle scelte dei giardinieri.
In sostanza il problema tecnico si traduce in un risultato estetico. Il meccanismo di questa curiosa “azione-reazione” è uno dei cuori pulsanti del giardino come espressione artistica e del giardinaggio come tecnica.
La componente specialistica del giardino è ciò che, agli occhi del non-conoscitore, lo posiziona nella sfera della pratica, degli hobby, sottraendogli invece il principio estetico che gli è proprio.
Il legame tecnico ed etico tra giardini e acqua è una delle ragioni per le quali amiamo moltissimo il giardino di impronta persiana, ripartito in quattro quadranti con due corsi di acqua perpendicolari al centro (chahar bagh) e in generale tutti i giardini che si sviluppano attorno a dei corsi o a degli specchi d’acqua.
Le regole per non sprecare ma anzi, risparmiare l’acqua, sono poche, e di solito vengono messe in pratica in modo automatico dai giardinieri che ne dispongono poca.
1) Irrigazione mirata per le piante più esigenti
Il modo più efficace per risparmiare acqua è irrigare con metodo. Nelle aree che richiedono maggiori quantità d’acqua, come orti e piantagioni ancora giovani, è consigliabile un’irrigazione frequente, utilizzando il metodo più efficiente possibile, che di solito è l’irrigazione a goccia. Questo metodo può portare tra l’80 e il 90 per cento dell’acqua di irrigazione direttamente alla zona radicale. Se non si dispone di un sistema di irrigazione a goccia, anche una gomma a rilascio lento può essere una valida alternativa a basso costo e facile da spostare. Per incoraggiare lo sviluppo radicale verso il basso occorre interrare una canaletta di almeno mezzo metro di lunghezza, per portare l’acqua dalla superficie agli strati più profondi. La canaletta ha i suoi contro: bisogna segnalarla in verticale per non romperla zappando, va sistemata preferibilmente all’atto di impianto, e va ispezionata periodicamente per evitare
che si ostruisca. Ma può fare la differenza.
2) Innaffiare poco spesso, ma in profondità
Solo per le piantagioni ben adattate e consolidate, come siepi, arbusti, bordure legnose, è meglio irrigare meno frequentemente ma in modo profondo. Le radici saranno stimolate a cercare acqua verso il basso, allungandosi in verticale e non in orizzontale. L’acqua rimane più a lungo in basso, mentre la superficie perde umidità per l’evaporazione, in questo modo si promuove la resistenza alla siccità delle piante, perché le radici meno esposte alle fluttuazioni di temperatura e umidità possono sopravvivere meglio durante i periodi di stress. Irrigare sempre alle prime ore del mattino o di sera, quando l’evaporazione è minima.
3) Curare attentamente i nuovi impianti, per risparmiare l’acqua
Anche nei periodi di siccità, inserire qui e lì nuove piante può aiutare a coprire le aree spoglie e prevenire l’infestazione da erbacce. Un metodo efficace è preparare la buca d’impianto riempiendola due volte d’acqua prima di piantare. Questo permette alla pianta di entrare in un terreno preumidificato, evitando che il suolo arido assorba l’umidità direttamente dalla pianta. Volendo e potendo, si può irrigare l’intera area il giorno prima dell’impianto, così da facilitare la lavorazione del suolo, e comunque bisogna irrigare normalmente dopo aver piantato. Questo è un sistema standard nei giardini caldi in estate. Il dover programmare l’impianto riduce anche l’acquisto compulsivo e poco ragionato, con gratitudine da parte del portamonete.
4. Coprire il suolo per trattenere l’umidità
La copertura del suolo è fondamentale per ridurre la perdita di umidità. Coperture organiche come pacciame di foglie, legno o residui vegetali, contribuiscono non solo a trattenere l’umidità, ma anche a migliorare la struttura del suolo aumentando la materia organica. Si possono usare detriti vegetali trinciati, le foglie cadute in autunno o le coperture vive, ovvero piante annuali a crescita rapida che possono essere tagliate e lasciate in loco per mantenere il suolo fresco e umido. Una scelta entusiasmante è la Medicago sativa, dai bellissimi fiori blu violetto.
Attraverso un uso misurato e prudente che fa risparmiare l’acqua, l’adeguata preparazione per nuovi impianti e una gestione consapevole delle coperture del suolo, è possibile proteggere il giardino dalle difficoltà del clima secco e godere della sua bellezza anche nei difficili mesi estivi.
Lida Zitara
©Villegiardini. Riproduzione riservata
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