Una nobildonna siciliana ha arredato la sua residenza romana, con vista sul Colle del Quirinale, creando un suggestivo connubio tra storia e contemporaneità.
Camera delle meraviglie o anche camera delle curiosità: Wunderkammer. L’espressione è usata per indicare particolari spazi in cui, dal 500 al 700, i collezionisti archiviavano ed esponevano i propri tesori, oggetti straordinari che destavano stupore per le loro caratteristiche o il loro valore.
Questa casa nel cuore di Roma non è, e non si considera propriamente, una Wunderkammer, almeno nel significato storico del termine, ma ne acquista i caratteri per le sue peculiarità architettoniche, per gli oggetti che la arredano e per l’attitudine all’abitare della padrona di casa. Il termine acquista così un triplice significato: c’è l’architettura, inserita in un contesto sorprendentemente ricco di storia e di bellezza, ci sono una serie di oggetti naturalia e artificialia che popolano in modo apparentemente casuale e poliedrico le stanze.
E poi c’è una nobildonna siciliana in cui convivono due anime, “antica e moderna”, e che ama lasciarsi sorprendere dal caso, in tutti i suoi aspetti. “Nella mia vita”, racconta “ho avuto tante case, e tante vite aggiungerei. Io dò alla casa un’identità rispetto al particolare momento della vita che mi lega a lei. Quando sono arrivata a Roma, mi sono portata dietro un bagaglio di esperienze importante. Quando ho salito le scale che portano al giardino sono rimasta senza parole. Mi sono innamorata di questo posto. Io sono innamorata della bellezza, alla quale non ci si abitua mai. Ogni giorno, quando arrivo a casa, mi stupisco di quello che trovo davanti agli occhi”.
La casa è mossa dallo spirito scenografico, che provoca una travolgente meraviglia nel visitatore. Salendo le scale, ci si trova di fronte un giardino all’italiana; sullo sfondo di questo paesaggio verde disegnato geometricamente dall’uomo, si scorge la casa. Ancora più in lontananza, una vista allargata sulle stratificazioni di Roma, le rovine archeologiche e i monumenti che testimoniano secoli di storia.
La dimora è stata ristrutturata dalla donna e dal marito, che vivono insieme a due vivacissime Setter Irlandesi. La struttura si articola in vari edifici affacciati sul giardino che si apre a sua volta sull’aranceto.
“Mi sono dedicata alla ristrutturazione senza preconcetti. È la casa che mi ha ispirata. La casa mi dava man mano lo spunto per fare determinate scelte. Il mio atteggiamento nei suoi confronti è stato rispettoso e ‘di ascolto’. Non ho forzato la mano, ma piuttosto ho assecondato quello che mi veniva suggerito dal luogo. È stato complesso riuscire a conciliare le comodità e i comfort moderni con una struttura antica preesistente, per renderla tecnologica. Per quanto riguarda lo stile, io amo il connubio tra antico e moderno. Penso di aver raggiunto un bell’equilibrio tra queste due dimensioni e che questo abbia esaltato la bellezza della casa. Poi, indipendentemente dall’epoca, le cose belle stanno bene insieme”.
La scoperta della meraviglia passa attraverso soluzioni architettoniche mai scontate che rivelano spazi nascosti, angoli segreti, prospettive interne ed esterne sempre nuove. Ma passa anche attraverso le scelte di arredo.
“Per gli interni ho riutilizzato quello che negli anni ho ereditato e che mi piaceva portare con me, abbinato al design contemporaneo di Edra e a ricordi di viaggio. Ci sono poi cornici e tantissime piante da interno e fiori da tutte le parti. Sono innamorata della natura. Ho guardato non tanto all’estetica, quanto alla praticità. La cucina era piccola, così l’ho resa più grande, con un tavolo da pranzo per ricevere gli amici. Il piano di lavoro e cottura resta nascosto, mentre la zona pranzo diventa ampia e accogliente per più persone. Attigua c’è una sala da pranzo più formale. Oltre a cucinare, amo mangiare in belle tavole, e ne curo la decorazione, scegliendo i piatti e mettendo candele e fiori che cambio continuamente. Curo così l’estetica. La casa per me è un luogo da vivere e penso che questo si percepisca”.
Il tema della Wunderkammer si rivela: la casa è quasi un luogo segreto, da scoprire come un tesoro. “Da fuori non si vede niente. Per questo ne ho ancora più cura. Mi è piaciuta fin dall’inizio. Più passa il tempo e più il sentimento cresce. Sono sempre più innamorata di lei. È speciale, è una casa di campagna in città”. In qualche modo, sembra che la grandezza e la complessità architettonica di Roma si riflettano in questo luogo privato e domestico.
Raffinati e sorprendenti gli abbinamenti tra oggettistica personale, souvenir, arredi di design e altri d’epoca, espressione di un gusto scenografico che suscita una travolgente meraviglia nel visitatore.
TESTO di LAURA ARRIGHI
FOTO DI ALESSANDRO MOGGI
©Villegiardini. Riproduzione riservata
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