Con l’arrivo della primavera e il graduale rialzarsi delle temperature durante il giorno, la vita in Giardino comincia prepotentemente a manifestarsi in tutta la sua bellezza e anche vigoria. Con essa inizia anche il momento, anche se in realtà non è mai finito, di ricominciare a prenderci cura dei nostri Giardini.

Prendersi cura del Giardino
Già, prenderci cura, perché un Giardino occorre ricordare che è sempre una creazione artificiosa. Un assemblaggio di vita e in particolar modo di piante, in cui il caos vitale organizzativo è decisamente più ‘complicato’ del caos naturale che potremmo trovare in uno spazio incontaminato. Questo accade perchè il suo il progettista, ossia la Natura, sa certamente armonizzare al meglio le sue creazioni realizzando un grande concerto corale fatto sì di competizione per la sopravvivenza ma comunque raramente stonato e di certo mai arrogante.
Il Giardiniere invece, il più delle volte si crede infallibile e nella sua vanità e superbia dimentica di conoscere chi ha tra le mani. A seguito di ciò, mette insieme una band di strada fatta di prime donne e despoti ammaliati solo dalla loro singola bellezza senza alcuna coralità di gruppo. Così, rende ardua la ricerca di un equilibrio naturale che vede perlopiù il Giardiniere stesso, correre ai ripari intervenendo a sedare gli animi. Nella maggioranza dei casi, in maniera dispendiosa e poco duratura (sto pensando, ad esempio, alle nefaste potature di contenimento che troppo speso vediamo fare all’interno dei Giardini).

Sfide e cambiamenti
Abbiamo anelato per tutto il periodo invernale, fatto salvo per alcune uscite sporadiche per interventi che riguardavano le potature del periodo, al ritorno in Giardino con i suo tepori primaverili a riscaldarci le ossa e il momento in cui avremo passato del tempo tra i nostri fiori e le nostre piante a riempirci il cuore di emozioni. Abbiamo dimenticato però, lasciandole come in un sogno lontano, le frustrazioni e conflitti vissuti nell’anno appena trascorso.
Già perché il Giardino ha questa capacità, quella di farci ‘lottare’ contro frustrazioni e fallimenti, contro scontri impari con le erbe spontanee ecc. ma al contempo di rincuorarci e rinfrancarci anima e mente con i suoi colori e i suoi profumi, facendoci dimenticare le fatiche trascorse.
Ora che siamo pronti ad affrontare le nuove sfide, armati di forbici nuove di affilatura e animati di tanta pazienza (almeno si spera) che presto verrà messa alla prova, ecco che piove incessantemente.

Primavere piovose
La primavera incede prepotente sotto le piogge continue, che non rallentano la vita in Giardino ma sicuramente rallentano noi, che guardiamo impotenti il crescere esponenziale dell’erba, lo spuntare senza alcuna impudenza di nuovi germogli delle erbe spontanee che non vorremmo avere, l’allungarsi di nuovi ricacci che vorremmo contenere e noi lì, ad aspettare inermi, impotenti, con l’ansia che cresce alla stessa velocità con cui cresce l’erba.
Negli ultimi anni, se vado a riguardare i calendari dei lavori, mi rendo conto che è diventata quasi la normalità avere delle primavere così piovose magari a fronte di inverni caldi e asciutti. Questo ci fa rendere conto che non è più facile orientarsi con le stagionalità, così come lo è stato per tempi addietro. Forse è troppo presto o troppo sbrigativo per dire che non ci sono più le stagioni di una volta e che il clima sta cambiando. Sicuramente, però, possiamo affermare che non possiamo più pensare di lavorare in ambiti stagionali che, per come eravamo abituati, ci sembravano abbastanza definibili nelle modalità e nei tempi e che ora dobbiamo adeguarci non al calendario ma al momento.

Primavere piovose e cicli vegetativi diversi
Anche le piante ce lo dicono. Infatti anche i loro cicli vegetativi si stanno adeguando ai cambiamenti, i riposi vegetativi per alcune specie sono diventati ‘inutili’ o comunque più brevi, alcune fioriture le vediamo anticipate, alcune sofferenze, ad esempio per l’eccesso di piogge invernali e primaverili, sono evidenti così come lo sono quelle causate dagli aumenti di calore e dalle siccità che le piante si trovano ad affrontare nelle stagioni successive.
È in questo contesto che il Giardiniere deve muoversi e saper mediare ed intervenire, spostando i focus sulle priorità da affrontare a seconda del momento presente e non del calendario.
Un prato selvatico fa sbocciare fiori inaspettati
L’erba alta potrebbe non essere più una priorità, fatto salvo che non si tratti di prati sportivi ed intensivi, e si possono lasciare fiorire i prati più ‘selvatici’ come ad esempio nei parchi pubblici, tagliando solo ai lati dei camminamenti e dei marciapiedi. Allo stesso modo, nei nostri Giardini possiamo aspettare per tagliare il prato nel momento in cui sarà abbastanza asciutto per non traumatizzare il manto erboso ma senza fare interventi drastici, alzando al massimo l’altezza di taglio per poi abbassarla gradualmente. E chissà che non ci troveremo favorevolmente colpiti da fioriture inusuali ed inaspettate. Inoltre, alcune potature possono essere rimandate di una stagione o addirittura di un anno, intervenendo solamente con piccole spuntature di contenimento laddove proprio non possiamo farne a meno, altre possiamo farle ‘verdi’ in pieno sviluppo vegetativo limitandoci a contenuti diradamenti.

Cambiamenti da accettare
Sicuramente tutta questa pioggia favorirà lo sviluppo di germogli teneri e poco resistenti agli attacchi patogeni per cui sarà sicuramente necessario intervenire con corroboranti e trattamenti preventivi come la zeolite e la propoli e molti altri prodotti di cui parlerò nel prossimo articolo.
Comunque il mio consiglio per passare indenni dagli stress di queste primavere piovose, è quello di lasciare andare la fretta di avere le cose fatte subito e secondo le vecchie abitudini.
Così come le piante si adattano ai cambiamenti del momento anche noi come Giardinieri e come abitanti del Giardino dobbiamo mettere da parte le nostre ansie e adattarci al mutare degli eventi e adattare e adeguare le azioni da mettere in atto ottimizzando le energie.
D’altronde in Natura l’azione più economicamente vantaggiosa è quella che richiede il minor dispendio energetico e questo le piante e non solo loro, lo sanno benissimo.
Andrea Iperico
©Villegiardini. Riproduzione riservata