Prato finto: malgrado il pessimo impatto estetico, l’utilizzo di manto erboso artificiale continua a progredire. Infatti, solo nel 2021, questo mercato ha generato qualcosa come oltre quattro miliardi di dollari e continua a crescere.
Ma è davvero questa la soluzione a ciò che in termini di impegno comporta un prato vero? Inoltre, quanti sono a conoscenza degli svantaggi, dei danni e degli effetti collaterali sulla salute umana e dell’ambiente che si generano con l’utilizzo di una simile soluzione? Questo articolo prova a ragionare sui principali e i più importanti, che non sono estetici. Tutt’altro.
Prato finto: i 10 NO
Voce per voce si procederà a cercare di spiegare le motivazioni per cui, la soluzione di realizzare un prato finto, oltre a essere nociva non è affatto pratica, di poca manutenzione e definitiva, come invece si crede.
Le voci relative che affronta questo articolo sono le seguenti:
- Materiali
- Impatto ambientale
- Isole di calore
- Temperature al suolo
- Danni a fauna e flora
- Danni alla salute umana
- Alta manutenzione
- Usura
- Costi
- Smaltimento
1. I materiali utilizzati per realizzare un prato finto
È Monsanto ad aver creato, nel 1966, il primo prato finto con materiali plastici ma, già negli anni 40 del 900, fece la sua prima apparizione un tartan creato da 3M. Senza andare, però, troppo in là nella storia dei prati artificiali e restare all’odierno, i materiali utilizzati inizialmente oggi sono ampiamente superati da composti come Polietilene (PE) e Polipropilene (PP): è soprattutto con esse, infatti, che si realizza la stragrande maggioranza di queste coperture. Il primo ha una migliore resa tattile, il secondo è più rigido e quindi ha una resa superiore nel tempo. La posa in opera delle bobine di questi materiali richiede uno scavo che viene successivamente riempito con sabbia e un particolato ottenuto dalla lavorazione di riciclo degli pneumatici usati delle auto.
2. Impatto ambientale
A causa dei materiali necessari a creare un prato finto, substrato compreso, vengono riversate nell’ambiente migliaia di tonnellate di microplastiche. Già la produzione impatta l’ambiente ma la messa in opera è di gran lunga peggiore. È stato stimato, infatti, che a causa dell’utilizzo di tale soluzione per i prati degli spazi sportivi, cui si somma l’incremento massiccio a livello domestico, nell’ambiente (soprattutto in falda mediante dilavamento e percolazione dell’acqua) il rilascio di microplastiche abbia un range che va dalle 18.000 alle 72.000 tonnellate l’anno, rappresentano quindi il 12-50% delle microplastiche in circolazione.
L’allarme della comunità scientifica
Gli allarmi lanciati dalla scienza sull’incremento progressivo della presenza nell’organismo umano di microplastiche (sono state trovate persino nel liquido seminale e nel latte materno) e la scoperta che non esistono organi interni senza contaminazione da esse, fa ben comprendere l’entità del problema. Ne è colpito ogni ecosistema e, riguardo gli animali, va ricordato che tornano all’essere umano attraverso la catena alimentare. È ormai perciò accertato che l’erba sintetica rappresenti un grave rischio per la salute umana oltre che per l’ambiente. Sono già state formulate ipotesi che la presenza di microplastiche negli esseri viventi, abbia ricadute preoccupanti sui sistemi più importanti dell’organismo umano e animale e che, riguardo l’uomo, abbiano un ruolo rilevante nell’incremento di gravi patologie neurologiche, specialmente nei bambini.
Non solo microplastiche
Un altro aspetto saliente dell’impatto sull’ambiente, è quello legato alla credenza che un prato finto non abbia bisogno di acqua. Non è così. Per evitare che nel giro di pochi anni inizi a sfaldarsi, è necessario lavarlo con una certa frequenza. Indubbio che il consumo di acqua non sia lo stesso di un prato vero, ma la dispersione dell’acqua c’è comunque. Inoltre, con eventi atmosferici importanti come piogge continuative, nevicate o grossi temporali ripetuti, viene a mancare il drenaggio del suolo. Il compattamento del terreno necessario a creare un prato finto, a differenza di ciò che fa un prato vero che rallenta la percolazione dell’acqua piovana, impedisce all’acqua di defluire e arriva a creare veri e propri allagamenti.
Effetti del prato finto sulla salute del suolo
Venendo a mancare gli apparati radicali dell’erba che hanno una maggior capacità legante anche rispetto a qualsiasi altra pianta, si verifica una minor tenuta del terreno, soprattutto delle rive e delle parti scoscese dei giardini. È già stato appurato che dove è presente un prato finto, l’erosione del substrato è rilevante.
C’è da considerare inoltre, che il terreno non è inerte. In natura la terra che si calpesta con noncuranza, è un vero e proprio laboratorio chimico dove si generano scambi continui, anche in pieno inverno, seppur in modo più rallentato. Enzimi, macro e microorganismi presenti nel suolo, continuano il loro lavorio facendo la differenza sulla buona vita delle piante che vi crescono. Col prato finto tutto questo non esiste più perchè la parte fertile del terreno è situata nei primi cinquanta-sessanta centimetri, la parte cioè che viene soppiantata dal materiale dei diversi strati e stuoie di riempimento. Anche la terra, quindi, si inaridisce e sterilizza. Con questa operazione se ne decreta pertanto la morte.
3. Isole di calore
Non solo gli alberi e gli arbusti, anche i prati contribuiscono sensibilmente ad abbattere le temperature e a combattere le isole di calore, che peraltro dovrebbero essere presenti soprattutto nelle aree urbane ma, con la progressiva cementificazione delle zone rurali e i prati artificiali il problema si diffonde e aumenta per entità, anziché risolversi. In un’era in cui il riscaldamento del pianeta e il clima sono al centro dell’attenzione, invece di attuare soluzioni che partecipino al miglioramento mediante sistemi biologici ed ecocompatibili, sempre più persone si rivolgono alla plastica che, oltre tutto, non è così facile da manutenere come viene reclamizzato e come questo articolo dimostrerà.
4. Temperature al suolo impossibili
Da studi accreditati risulta che, con l’uso di questi materiali, le temperature al suolo raggiungano i cento gradi centigradi e che, a differenza di un prato naturale che partecipa al raffrescamento dell’area nei pressi dell’abitazione mediante evapotraspirazione soprattutto di notte, il prato finto ne aumenta il calore. Riproduce lo stesso effetto del cemento e dell’asfalto che, nelle ore notturne. anziché raffreddare, riscaldano rilasciando il calore assorbito. Inoltre, se si parla di utilizzo vero e proprio, è difficile immaginare di poterci camminare durante le ore di insolazione, pena scottature e abrasioni, specialmente per bambini e animali.
Anche l’aria peggiora
Se un prato vero rilascia ossigeno, catturando anidride carbonica e polveri sottili, apportando quindi beneficio anche alla qualità dell’aria, un prato finto effettua esattamente l’opposto, impedendo l’evapotraspirazione e rilasciando nell’aria CO2.
5. I danni alla fauna e alla flora di un prato finto
La cementificazione e la progressiva creazione di aree coperte da prato finto, aliena la presenza di fiori e di conseguenza di insetti. Ne consegue una rilevante riduzione anche dell’avifauna come di piccoli rettili e anfibi e a seguire anche di ricci, di rapaci e altri generi e specie animali. Come si può ben immaginare, tutta la catena alimentare si inceppa e ogni ecosistema ne risente. In natura non esiste nulla che non sia concatenato, che non necessiti di altri viventi per garantirsi sopravvivenza. L’uomo persino di più di altre specie.
I danni di un prato finto per le api e gli impollinatori
Da anni viene effettuata da più parti ogni tipo di campagna di sensibilizzazione per garantire cibo alle api e agli impollinatori, perchè è noto a tutti che quando dovessero ridursi ancora più massivamente di oggi, sarebbe in pericolo la sopravvivenza stessa del genere umano. Eppure servono a poco. L’irrorazione di insetticidi e pesticidi già di per sé è un danno enorme, la fame degli insetti chiude il cerchio: debilita intere comunità, riduce la nascita di nuovi individui, le indebolisce e ciò favorisce l’insorgere di infezioni batteriche e virali che decimano le popolazioni. Lo sanno bene gli apicoltori ma questo ragionamento vale anche per le farfalle e tutti i pronubi.
6. Danni per la salute umana e sicurezza
Oltre alla dispersione nell’acqua e nell’aria di microplastiche che si respirano e ingeriscono, oltre al fatto che nessun materiale plastico derivante da idrocarburi è mai davvero inerte, va considerata la frequente presenza all’interno di questi materiali dei pericolosi PFAS, definiti “Forever Chemicals”, inquinanti eterni e in aggiunta a quanto già spiegato più sopra, non bisogna sottovalutare nemmeno le abrasioni che può procurare alle parti esposte, scivolare sulla plastica anziché sull’erba, specie se è molto calda. Senza contare le conseguenze di un incendio all’abitazione. Con un prato di plastica non esiste più un’area sicura nemmeno all’esterno, dato il calore che si sprigiona con le fiamme.
E il benessere psicologico che viene a mancare?
Gli aspetti fino ad ora affrontati parlano di fattori materiali e tangibili. Ma le ricadute sulla salute umana non sono tutte. C’è l’aspetto degli effetti psicologici benefici che vengono a mancare come quelli derivanti dal piacere tattile e visivo dati dalla presenza di un prato vero. La sensazione che deriva dal contatto della pelle con un manto erboso fresco e morbido, è ben altra rispetto a quella del contatto con la plastica di un prato finto. Lo stesso poterne fruire per sedervisi a leggere, per sdraiarvisi o per giocarvici, hanno effetti positivi incommensurabili sulla mente e il lockdown durante pandemia lo ha ampiamente dimostrato. Lo stesso lavoro fisico all’aria aperta genera enormi benefici su stress e stati d’ansia.
7. Alta manutenzione
A differenza di quanto si sia generato nell’immaginario collettivo, un prato di plastica necessita di continui interventi.
Innanzitutto la pulizia da effettuarsi almeno una volta ogni dieci giorni. La plastica raccoglie facilmente polvere, sporcizia e inquinanti. Eliminarli comporta comunque consumo di acqua e l’uso di sostanze chimiche detergenti e non solo, specialmente se non si effettua la pulizia a fondo periodica del manto erboso finto. Si rende spesso necessario doverlo spazzolare, tanto che molte persone acquistano apposite macchine per effettuare una simile pulizia. Gli ultimi modelli proposti prevedono che fra l’erba finta cresca anche quella vera, aumentando consumi e manutenzione. Inoltre, è indispensabile verificare che la stuoia dove è impiantato il materiale plastico che funge da erba, con l’azione degli agenti atmosferici non tenda a fissurarsi o a sfaldarsi, eventualità tutt’altro che remota. In questo caso è obbligatorio correre in fretta ai ripari sostituendo l’intero prato artificiale, operazione che comporta anche la rimozione del materiale di riempimento e il rifacimento del giardino.
Animali domestici e selvatici e prato finto
Un capitolo a parte è quello riguardante la presenza di animali domestici. Il calore emanato dal prato sintetico non è salutare per cani e gatti. Nel caso in cui i loro escrementi (urina compresa) vengano rilasciati sul prato finto, è superfluo dire che si crei un problema in più poichè per igiene si rende d’obbligo usare anche disinfettanti e che il prato si usura ancora di più. Inoltre, anche disinfettando quotidianamente, è difficile rimuovere completamente tracce di materiale e odori. Lo stesso vale per animali selvatici in transito. Basta pensare al guano degli uccelli per comprendere che il prato finto non è affatto una soluzione sicura.
8. Usura
L’usura di un prato finto è maggiore rispetto a quanto si creda. Non solo il calpestio, specialmente quando la plastica viene continuamente scaldata dall’irraggiamento solare. In molti casi, proprio a causa delle alte temperature al suolo, si assiste alla deformazione dei fili di plastica che ne compongono la struttura. Anche forti temporali, neve, ghiaccio, periodi di grande caldo siccitoso e un posizionamento in pieno sole per molte ore, lo degradano. Allo stesso modo, se si parla di un prato finto in ombra si ha lo stesso effetto di degradazione per eccesso di umidità che tende comunque a far sfaldare il fondo. Inoltre, in caso di posizionamento dove deve passare un’auto, anche se saltuariamente, la deformazione dei fili di plastica o di fissurazioni del fondo, nell’arco di tempi relativamente brevi, è sicura. Va messa in conto anche la decolorazione: per quanto sempre più resistenti all’irraggiamento, in pieno sole la plastica tende a scolorire. Tutti questi fattori determinano la velocità di rifacimento.
9. Costi
I costi di realizzazione di un prato finto, se ci si rivolge a posatori esperti e si usano materiali di buona qualità, è tutt’altro che economico. Per cento metri quadri di prato si parla diverse migliaia di euro, tenendo conto che non è garantito oltre i sette-otto anni. Dopo di che va rifatto ex novo con la stessa spesa a cui vanno aggiunte le spese di smaltimento. Conti alla mano, affidare il taglio dell’erba a un giardiniere, per uno spazio simile, viene a costare la stessa cifra mantenendo, però, il godimento degli effetti benefici di un vero prato.
10. Smaltimento
Anche lo smaltimento del prato finto ha dei costi rilevanti. Per rimuovere un prato finto è necessario che intervengano aziende specializzate che sanno come tagliarlo, asportarlo, arrotolarlo e conferirlo all’isola ecologica. Sempre che quella del comune di residenza sia in grado di raccogliere simili prodotti. Infatti, le plastiche con cui è costituito un prato finto non si possono gestire come qualunque altro materiale plastico, ma vanno separate da esso e trattate appositamente. Quindi i costi si innalzano sia per l’intervento di professionisti sia perchè i costi dello smaltimento presso la discarica, cambiano sensibilmente. Senza contare che anche in tal senso si incide negativamente sull’impatto ambientale.
Tirando le somme…
Dopo questa disamina, si può dire che i benefici della realizzazione di un prato finto siano pressoché nulli e che sono invece le problematiche che comporta ad avere la meglio, diversamente da ciò che avviene con un prato vero, pur con l’impegno che possa richiedere.
Verosimilmente giusto in una terrazza si potrebbe pensare di utilizzare una simile soluzione ma anche in questo senso ci sono parametri e procedure precise a cui attenersi.
Anche in uno spazio come una terrazza, però, laddove sia possibile, ben diversi sono i benefici e l’effetto di un prato vero.
Ivana Fabris
©Villegiardini. Riproduzione riservata
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