Potare le piante, la grande incognita per i neofiti del giardinaggio. Talvolta, anche per i più addentro alla cura del giardino è, a conti fatti, un’incognita. Invero, é una delle pratiche più importanti per la buona riuscita di alberi, arbusti ed erbacee perenni.
Saper potare le piante, infatti, riveste il ruolo che fa la differenza sulla salute, lo sviluppo e le fioriture. Questo è il motivo per cui, prima di chiedere come si devono potare le piante, bisognerebbe chiedersi il perchè.
In questo articolo si vuole solo introdurre una materia alquanto complessa cui faranno seguito altri spunti di informazione e riflessione.
Perchè potare le piante
Potare le piante ha molteplici compiti e tutti hanno una precisa e importante funzione, nondimeno quanto ne ha il principio che non tutte le piante vadano potate e che la miglior potatura è quella che, salvo alcuni casi, non si vede o, in taluni altri, quella che non si fa.
Gli scopi della potatura
Si dovrebbe potare le piante per fare produzione (nel caso delle piante da frutto), per dare e mantenere la forma, per preservare dalle malattie o dai danni come ad esempio le rotture o gli scosciamenti e gli schianti di branche, per favorire la fioritura o la produzione di foglie e rami, per dare energia (ad esempio asportando i polloni) e stimolare l’emissione di nuove gemme. Pochi, invece, sanno come potare le piante, per gli scopi sopra descritti, rispettandole. Ogni tipo di pianta, inoltre, ha richieste specifiche: mai potare le piante tutte allo stesso modo. È la pratica più scorretta che esista. Basta osservare con attenzione le piante che crescono spontanee per capire che ognuna ha necessità a sé stanti.
Le piante in natura: non necessitano potature
Ibridi ottenuti dall’uomo a parte, ogni pianta nasce e cresce spontanea (cioè in natura) secondo quanto è inscritto nel suo DNA. Vegeta dove si creano le condizioni ottimali (suolo, esposizione, clima e microclima) affinché possa portare a compimento il suo ciclo vitale e quindi anche riproduttivo e dove non entra in competizione con altre piante, sviluppando di conseguenza la propria parte aerea. Di potature, pertanto, le piante non ne hanno bisogno. Ma allora perchè l’essere umano interviene?
Una necessità per soddisfare un bisogno
Potare le piante nasce dalla necessità dell’uomo di fare produzione. Nel corso dei millenni il genere umano ha compreso che intervenendo sulle piante con opportuni tagli, poteva ottenere maggiore quantità di raccolto. Potare, dunque, serviva a soddisfare il bisogno di cibo. Non a caso, in Italia, la cultura del mondo contadino fino agli anni 60-70 del 900, non contemplava un utilizzo diffuso delle piante al solo scopo ornamentale. Questa pratica, infatti, era di esclusiva pertinenza dei giardini nelle case patrizie, nobiliari o delle classi più agiate, quelle cioè che avevano risolto il bisogno primario di garantirsi cibo a sufficienza.
Dal potare le piante per necessità, alla potatura del verde ornamentale
Con l’espandersi del miglioramento delle condizioni di vita di tutta la società, è cambiato il rapporto con le piante. Il verde ornamentale si è diffuso e si è reso disponibile anche alle classi meno abbienti. Poco o tanto, le piante sono divenute parte del quotidiano per abbellire e si è creato un nuovo bisogno che si potrebbe definire ancestrale, come quello di mantenere vivo il legame con la terra. Di conseguenza la potatura delle piante non poteva più essere solo quella di produzione. Da decenni si assiste invece al perpetrarsi, senza soluzione di continuità, di metodiche inadeguate, obsolete e addirittura nocive.
Retaggi sulle tecniche di potatura delle piante ornamentali
La cultura in ambito vegetale in Italia, infatti, non si è evoluta come in altri paesi dove la passione per il verde ornamentale è sempre stata più diffusa e più antica. In Italia, giust’appunto, permangono retaggi che provocano effetti negativi sulla salute delle piante e che faticano a scomparire. Non si può potare una rosa rampicante o una buganvillea al pari di come si pota una vite; non dovrebbe essere lontanamente pensabile, data la fisiologia degli alberi, anche se purtroppo viene fatto ormai di routine, potare un albero ornamentale come si sono sempre potati gelsi, salici e frutteti. Invece…
Capitozzatura e potature massive: i retaggi più pericolosi per la salute dell’albero
La capitozzatura e le potature che asportano le cime, quindi anche la gemma apicale dominante, cosiddetta tiralinfa, tanto fogliame e molti rami sono, nel capitolo potatura delle piante, la parte più dolorosa poichè minano profondamente non solo la bellezza delle silhouette dell’albero, che comunque non è relativa solo all’estetica, ma anche il nutrimento o la stabilità come pure la vita. È un tema che merita un serio approfondimento a parte, ma basta già osservare la galleria degli orrori che genera, come mostrano le due serie di foto che seguono e che meritano di essere viste tutte, per comprendere che sia una pratica davvero contronatura, contro ogni logica e contro ogni buon senso. Si vede chiaramente che quello che i contadini facevano coi gelsi per la bachicoltura, continua a essere agito sistematicamente sul verde ornamentale, con la differenza che gelsi e salici sopportano bene, mentre altri alberi per niente.
Potare le piante: come?
A ciascuna pianta la sua potatura. Questa è la sola risposta possibile, fatto salvo la potatura dei bonsai che segue regole diverse. Se le piccole comunità rurali trasmettevano il sapere sulla potatura delle piante da produzione oralmente e attraverso la pratica agronomica, negli ultimi 40-50 anni la conoscenza del mondo vegetale si è ampliata e approfondita anche mediante lo studio e la lettura di testi autorevoli nonché scientifici. Il sapere si è perciò diffuso ma la realtà oggettiva dimostra che ha raggiunto un numero ancora troppo esiguo di persone. In generale si tende perciò a replicare il passato e ne deriva che c’è ancora molto da imparare da parte degli addetti ai lavori. Proprio i tecnici, infatti, sarebbero i più vocati a fare un’informazione corretta, così che anche gli appassionati evolvano verso tecniche di potatura idonee. Divulgare conoscenza è il fondamento della conservazione del patrimonio verde di questo paese, soprattutto per il futuro.
Differenziare alberi, arbusti ed erbacee perenni per imparare bene come potare le piante
Il solo modo per intervenire correttamente senza fare danni alle piante, quindi, è conoscere. Un albero, un arbusto o un’erbacea perenne, hanno fisiologia diversa e di conseguenza necessità e richieste diverse. Rispettarle è fondamentale.
Pertanto, l’unica indicazione giusta è quella che invita a non agire di propria iniziativa senza prima documentarsi. Ci sono innumerevoli autorevoli testi, ci sono validi professionisti del settore, ci sono tutorial affidabili che spiegano come potare un arbusto in base alle sue specificità e necessità e lo stesso vale per ciò che concerne le perenni. Più ancora in merito agli alberi. Soprattutto per ciò che li riguarda, infatti, è indispensabile comprendere a fondo che sono organismi che non necessitano interventi ripetuti e massivi, ma minimi e di lieve entità, possibilmente effettuati da tree-climber esperti, arboricoltori e agronomi. Questo articolo di Kristian Buziol ne parla approfonditamente.
Potare le piante: quando?
Per rispondere a questa domanda è più semplice discriminare quando non potare.
- sicuramente non prima della fioritura;
- se si parla di piante che fruttificano come ad esempio molti arbusti (non fruttificano necessariamente solo gli alberi da frutto) non dopo la fioritura ad allegagione avvenuta;
- non quando le temperature sono ai limiti estremi di una stagione, pertanto non in pieno inverno e in piena estate;
- non agire tardivamente su rami grandi e troppo lignificati poichè comporta un grande stress per le piante;
- non potare le piante quando sono in piena ripresa a seguito del risveglio dell’attività vegetativa con tanta linfa in circolo;
- non quando le temperature sono ancora incerte e si potrebbe andare ancora incontro a gelate tardive;
- non quando la stagione presenta un alto tasso di umidità per lunghi periodi poiché la cicatrizzazione dei tagli diventa difficoltosa ed espone la pianta al rischio di patogeni;
- ci sono piante che fioriscono su legno vecchio, cioè su rami dell’anno precedente e potare indiscriminatamente, ne aliena la fioritura;
- non nel momento in cui avviene la nidificazione dell’avifauna sugli alberi.
In conclusione
La regola aurea, perciò, è cercare indicazioni più specifiche e, una volta individuato genere e specie della pianta, assumere informazioni dettagliate in merito.
Ultimo, ma non meno importante, una buona potatura, non solo rispetta la forma di una pianta la cui silhouette si è naturalmente determinata nell’evoluzione dai bisogni della pianta stessa, ma viene anche effettuata con attrezzi adeguati, ben affilati e soprattutto disinfettati dopo ogni singolo intervento onde evitare la trasmissione di fitopatologie.
Ivana Fabris
©Villegiardini. Riproduzione riservata
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