Terra chiusa tra due fiumi, il Po a sud e l’Adige a nord e terminante con il delta del Po che si getta nell’Adriatico, anche in questi mesi di grande siccità il Polesine è ricco di acqua, che ben incanalata attraversa molti comuni della provincia di Rovigo. Noto alle cronache soprattutto per la terribile alluvione del 1951, non è una meta turistica centrale nella regione Veneto, eppure racchiude tesori che vale la pena scoprire.
Fermare il tempo per una settimana e scoprire Rovigo e il Polesine
Una vacanza di una settimana permetterà di conoscere tutto il territorio, da Bergantino, paese di giostre e giostrai, ai canali che attraversano i terreni agricoli, fino al delta con la fauna migratoria e piante e fiori tipici della duna, passando per città ricche di arte e storia e per luoghi dal passato di incredibile fascino. Il tutto avvolto in una calma atemporale per vivere ogni momento con pienezza. Per fare un assaggio dell’atmosfera rilassante della provincia di Rovigo, può bastare anche un weekend.
La città di Rovigo: che cosa vedere
Punto di arrivo Rovigo, ben collegata con treni e strade, sia da Bologna sia da Verona. Cominciando con la visita al centro storico si incontrano subito le Due Torri medievali, simbolo della città, resti dell’antico castello medievale: Torre Donà, la più alta, e Torre Grimani detta Torre Mozza, la più piccola, circondate dai resti di un muro fortificato. A pochi passi si giunge nella piazza principale, piazza Vittorio Emanuele, su cui affacciano i palazzi principali: Roverella, sede di grandi mostre (attualmente si può vedere ‘Renoir, l’alba di un nuovo classicismo’ fino al 25 giugno), e palazzo Roncale.
Una città ricca di arte
Inoltre c’è la Loggia dei Nodari, sede del municipio, e l’Accademia dei Concordi, principale istituzione culturale della città che contiene una biblioteca aperta al pubblico con più di 300.000 documenti e una Pinacoteca con oltre 400 opere di arte veneta dal sec XIV al sec. XVIII, tra cui la delicata e preziosa ‘Madonna con bambino’ di Palma il Vecchio (in foto).
Poco oltre piazza Garibaldi, sistemata all’inizio dell’800 con il monumento equestre dell’Eroe dei Due Mondi, il Palazzo Pretorio, sede storica della Camera di Commercio con il “Salone del grano” dotato di una volta a botte vetrata, costituita nel 1929 e restaurato nel 2014 (oggi spazio per meeting ed eventi). Poco dopo si trova il Teatro Sociale.
Polesine, Rovigo e il Caffè Borsa
Prima di procedere si consiglia una pausa al Caffè Borsa, sede della Pasticceria Borsari, dove assaggiare i prodotti di questa, industria dolciaria rodigina nata nel 1902 e ancora oggi attiva. Da non perdere la nebbia, un dolce dalla forma curiosa e dal sapore delicato che ricorda la nebbia del Polesine.
La Rotonda, simbolo di Rovigo
Il secondo simbolo di Rovigo è La Rotonda, il Tempio della Beata Vergine del Soccorso, vero gioiello dalla pianta ottagonale con colonnato esterno. All’interno, a sorpresa, le pareti sono coperte di grandi teleri del XVII secolo, la maggior parte commissionate dai Podestà per celebrare il proprio buon governo, che colpiscono per la loro immediatezza. L’altare e un ciclo di 8 tele sono dedicati alla Madonna, come segno di devozione per i 115 eventi ritenuti prodigiosi.
Il Monastero degli Olivetani
All’interno del Monastero degli Olivetani, complesso architettonico del XIII sec, c’è il Museo dei Grandi Fiumi, da visitare per comprendere la storia che lega le antiche civiltà sviluppatesi lungo i due maggiori fiumi italiani, l’Adige e il Po.
I dintorni di Rovigo, in bicicletta lungo i canali
Storia e natura, tradizione e innovazione si fondono in un territorio ricco di eccellenze ancora poco conosciute, alla scoperta di luoghi capaci di sorprenderci in ogni stagione.
Vicino a Rovigo: Fratta Polesine, Villa Badoèr
A soli 16 km da Rovigo è possibile raggiungere Fratta Polesine, dove non perdere la visita a Villa Badoèr, detta La Badoera, firmata dal grande architetto Antonio Palladio e costruita tra il 1556 e il 1563. Inserita dal 1996 nella lista dei patrimoni dell’umanità dell’UNESCO insieme alle altre ville palladiane del Veneto, Villa Badoèr è la perfezione dell’architettura classica: il corpo centrale quadrato con timpano e colonne, affiancato da due barchesse con colonnato ad abbracciare l’ovale centrale lasciato a prato. Molti degli edifici che, guardandola, affiorano alla memoria sono successivi nel tempo, compreso il colonnato del Bernini di piazza San Pietro.
Villa Grimani-Molin-Avezzù, l’influenza del Palladio
Alla sinistra dell’edificio, l’occhio è attratto anche da Villa Grimani-Molin-Avezzù, con la sua magnifica architettura. Contemporanea alla vicina Villa Badoer, è diventata, anch’essa, edificio di prestigio di Fratta Polesine da visitare.
A pochi passi, c’è la Casa Museo Giacomo Matteotti, riconosciuta monumento nazionale, che permette di immergersi nella vicenda umana e politica di Giacomo Matteotti, straordinario protagonista della storia italiana del novecento.
Adria, l’archeologia e il Polesine
Distante da Rovigo circa 20 chilometri, la città di Adria è conosciuta poiché i suoi abitanti diedero il nome al mare su cui si affaccia. Fu fondata dagli Etruschi nel VI secolo a.C. e divenne il più importante porto del Mare Adriatico, centro di scambi commerciali tra il nord dell’Europa e il Mediterraneo, snodo delle Vie dell’Ambra e del Sale. Da allora è sempre stata abitata, con le costruzioni che si sono sovrapposte creando stratificazioni nei secoli. Per conoscere l’enorme tesoro di reperti archeologici rinvenuti, soprattutto greci, etruschi e romani, si consiglia di visitare il Museo Archeologico Nazionale oltre a fare una passeggiata nel centro storico, dove fare una tappa a un ristorante da anni nella guida Michelin.
Adria, una storia importante per il Polesine
L’antica città di Adria si trova in corrispondenza con il settore meridionale della città attuale, mentre a sud, a est e a nord si estendevano le necropoli. Le scoperte archeologiche sono iniziate tra 1700 e 1800, soprattutto grazie a illustri rappresentanti della famiglia Bocchi. Sono state rinvenute tombe ricchissime e ancora intatte, ricche di reperti preziosi e di oggetti di vita quotidiana.
Il Museo Archeologico Nazionale espone in modo scenografico i pezzi migliori: la cosiddetta ‘Tomba della Biga’, del III secolo a.C., con un carro con la sua pariglia di cavalli e un terzo cavallo da sella al seguito; i vetri (una raccolta favolosa esposta in una vetrina teca high tech antisismica) e i vasi; oltre a presentare in modo intelligente il contenuto di ciascuna tomba, con il disegno della disposizione dei materiali al ritrovamento. In una visita speciale con la direttrice Alberta Facchi, è possibile visitare anche i depositi, dove migliaia di scatole colme di reperti sono ordinate e classificate, a disposizione di studiosi e ricercatori.
Prima di procedere verso il Delta, si suggerisce una sosta all’ora di pranzo al ristorante Molteni, gestito dalla stessa famiglia da tre generazioni fin dal 1921, e segnalato dalla Guida Michelin. Qui il mare è vicinissimo e il pesce è protagonista: le moeche (solo in alcuni periodi dell’anno), specialità veneta, oltre ai molluschi, alla piovra dell’Adriatico, alle lasagne di pesce e molto altro, il tutto annaffiato da un buon vino veneto.
l Parco veneto del Delta del Po
Procedendo verso il Parco veneto del Delta del Po, è possibile noleggiare una bicicletta tradizionale o elettrica e percorrere in tutta tranquillità le piste ciclabili che costeggiano il mare, le dune, la laguna. Si potranno incontrare uccelli migratori o stanziali, nuvole bianche di aironi e fenicotteri, le dune del Giardino Botanico di Porto Caleri con la vegetazione palustre, la sabbia e la spiaggia deserta, fino ad arrivare a Taglio di Po dove c’è il centro visite Museo Regionale della Bonifica di Ca’ Vendramin.
E alla sera, niente di meglio di un tuffo nella piscina dell’Agriturismo Tenuta Castel Venezze, a San Martino di Venezze, a pochi chilometri dal Delta. Un intero borgo fortificato attraversato dalla strada originale in pietra che nel medioevo collegava Padova a Ferrara, attrezzato con ampie camere e un ottimo ristorante.
Info: rovigoconventionbureau
Testo di Alexandra Griotti
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