LA PROGRAMMAZIONE ESPOSITIVA AUTUNNALE. Da venerdì 3 novembre 2023 Thomas Bayrle. Form Form SuperForm Lucy McKenzie e Antonio Canova. Vulcanizzato e nuove installazioni sulla Pista 500. La Pinacoteca Agnelli presenta la programmazione autunnale del 2023. Nel solco della nuova identità concepita dalla direzione di Sarah Cosulich che guida l’istituzione da maggio 2022.
Form Form SuperForm
A partire da venerdì 3 novembre 2023, in contemporanea con Artissima e con l’art week torinese, verranno aperti al pubblico due nuovi progetti espositivi: la mostra personale di Thomas Bayrle. È uno degli artisti tedeschi più prolifici della generazione del dopoguerra, intitolata Form Form SuperForm. E la nuova edizione dell’iniziativa Beyond the Collection, che rilegge la Collezione Giovanni e Marella Agnelli, dedicata all’incontro tra Lucy McKenzie e Antonio Canova.
Sul tetto del Lingotto
Oltre a ciò, la Pista 500, il progetto artistico di Pinacoteca sull’iconica pista di collaudo delle automobili FIAT sul tetto del Lingotto, sarà il teatro a cielo aperto per nuove installazioni site-specific.
Thomas Bayrle. Form Form SuperForm
Da venerdì 3 novembre 2023 a domenica 31 marzo 2024, Pinacoteca Agnelli presenta la mostra personale di Thomas Bayrle (Berlino, 1937) intitolata Form Form SuperForm, a cura di Sarah Cosulich e Saim Demircan.
Thomas Bayrle un pioniere
Thomas Bayrle è uno degli artisti tedeschi pionieri più prolifici della generazione del dopoguerra. È celebre per i suoi complessi pattern, o “sovrastrutture“, realizzati a partire da immagini di persone, prodotti e macchine. Dagli anni Sessanta, Bayrle ha declinato un’estetica di matrice pop attraverso un’ampia gamma di forme, dalle tecniche di stampa alla pittura, dalla scultura al film. Con le sue unità ripetute a formare un insieme in costante movimento, l’artista ha anticipato il linguaggio digitale. Inoltre, ha messo in evidenza i processi di interconnessione tra uomini, merci e sistemi di pensiero.
Una narrazione retrospettiva
Percorrendo temi chiave come il lavoro, il potere, l’economia e la religione, la mostra Form Form SuperForm propone una narrazione retrospettiva dell’opera di Bayrle nella sua fascinazione per il rapporto tra l’individuo e le dinamiche collettive nella società. Il percorso espositivo si sofferma sui principali temi e iconografie dell’artista. Tra cui l’automobile come iconica forma di aspirazione individuale, come meccanismo, energia, mezzo di spostamento e consumo.
Dalla produzione cinematografica al turismo
Affascinato dai miti italiani, dalla produzione cinematografica al turismo all’industria, Bayrle ha guardato già negli anni Settanta alla FIAT come fonte d’ispirazione. In questa occasione, l’ex fabbrica del Lingotto non è soltanto sede della mostra di Thomas Bayrle. Si rivela anche nel suo esser stata originaria scintilla immaginifica della sua pratica artistica. La mostra, prodotta specificatamente per gli spazi della Pinacoteca, comprende anche una nuova opera sulla Pista 500.
Il catalogo espositivo
Il progetto espositivo è accompagnato da un catalogo, in italiano e inglese, progettato come una lettura completa dell’opera di Bayrle. Si snoda attraverso una selezione di interviste all’artista realizzate con curatori e collaboratori negli ultimi 20 anni. L’esposizione fa parte della produzione artistica di Pinacoteca. Comprende progetti monografici dedicati ad artiste e artisti contemporanei focalizzati su percorsi transtorici e multigenerazionali. Sono percorsi in grado di aprire nuove letture della storia dell’arte in relazione alle pratiche artistiche contemporanee. Form Form SuperForm di Thomas Bayrle succede alla grande personale dedicata a Lee Lozano, Strike. Sino a domenica 23 luglio 2023 accoglie i visitatori al terzo piano della Pinacoteca, per poi approdare dal 20 settembre 2023 a febbraio 2024 alla Bourse de Commerce – Collezione Pinault di Parigi.
Beyond the Collection
Lucy McKenzie e Antonio Canova. Vulcanizzato
Da venerdì 3 novembre 2023 sino al 31 marzo 2024 Pinacoteca Agnelli presenta la terza edizione di Beyond the Collection con Lucy McKenzie e Antonio Canova. Vulcanizzato, progetto a cura di Lucrezia Calabrò Visconti. Vedrà l’artista scozzese Lucy McKenzie (Glasgow, 1977, vive a Bruxelles) dialogare con le opere dello scultore neoclassico Antonio Canova (1757, Possagno – 1822, Venezia) presenti nella Collezione Giovanni e Marella Agnelli.
Dai gessi del Canova a Vulcanizzato
Vulcanizzato prende le mosse dai due gessi di Antonio Canova Danzatrice con dito al mento (1809-1814) e Danzatrice con mani sui fianchi (1811-1812), al centro di un’installazione ideata dall’artista Lucy McKenzie. La mostra propone una riflessione sulla costruzione di modelli e simboli tra la statuaria classica, la scultura decorativa e i manichini utilizzati solitamente nei display commerciali. L’ideale di bellezza diffuso dalla scultura canoviana ha attraversato epoche e ambiti diversi. È giunto all’ipercapitalismo del corpo rappresentato dai manichini prodotti in serie di McKenzie.
La costruzione del valore, la cultura popolare e la propaganda politica
Le installazioni pittoriche e scultoree dell’artista scozzese esplorano la costruzione del valore, la cultura popolare e la propaganda politica. Nel suo lavoro spesso emerge la dimensione storica e sociale che sottende la distanza tra la storia dell’arte e le arti decorative, la storia della moda, il design e gli oggetti di consumo. Il titolo della mostra, ricorda l’immaginario infernale della cultura greca classica. Si riferisce alla “vulcanizzazione”, una tipologia di lavorazione della gomma comune nell’industria automobilistica come nell’industria calzaturiera. Il titolo allude alla trasmigrazione di simboli e significati tra ambiti diversi e al ruolo dei processi produttivi nella costruzione di mitologie collettive.
Il progetto
Beyond the Collection è il progetto volto a riattivare la collezione permanente del museo. Attraverso il coinvolgimento di artiste e artisti contemporanei o prestiti da altre prestigiose istituzioni, una delle opere della collezione diventa il punto focale di allestimenti inediti. Sono pensati per rileggere il patrimonio storico attraverso le tematiche della contemporaneità. L’obiettivo è quello di stabilire relazioni in grado di riflettere sulle presenze così come sulle assenze della collezione. L’obiettivo è far emergere figure dimenticate e sviluppare narrazioni che possano sfidare le letture tradizionali della storia dell’arte.
La Pista 500
Sempre in occasione della grande settimana dell’arte torinese e della trentesima edizione di Artissima, la Pista 500 si arricchisce di 4 spettacolari installazioni site-specific. Accompagnano quelle già presentate di Nina Beier, VALIE EXPORT, Sylvie Fleury, Dominique Gonzalez-Foerster, Louise Lawler, Mark Leckey, Cally Spooner, Liam Gillick, Marco Giordano, Nan Goldin e SUPERFLEX.
4 opere sul tetto del Lingotto
4 nuove opere si inseriscono all’interno del percorso espositivo sul tetto del Lingotto attivando inaspettate prospettive. Il progetto sulla Pista 500, a cura di Sarah Cosulich e Lucrezia Calabrò Visconti, si confronta con l’architettura della ex fabbrica FIAT, con la sua eredità e le sue storie. Così come con il paesaggio circostante e con il contesto urbano. Le installazioni accompagnano visitatrici e visitatori in una poetica esplorazione lungo la circolarità della pista. Da circuito chiuso si fa giardino aperto. Gli interventi all’aperto abbracciano i diversi linguaggi della scultura. Saranno presenti installazioni ambientali, opere luminose o sonore e progetti di cinema espanso.
Contemporaneità in dialogo
Tutti i progetti di Pinacoteca Agnelli concorrono a definire una scrittura comune, capace di rendere l’istituzione un centro culturale dinamico, aperto alla riflessione sulle tematiche della contemporaneità in dialogo con la sua storica collezione. Grazie a una prospettiva curatoriale organica, il punto di partenza comune consiste nella riflessione sulle narrazioni prodotte dall’eredità industriale del Lingotto. Oltre all’identità del museo, fortemente legata alla collezione permanente, custodita nello Scrigno di Pinacoteca.
La capacità di costruire mostre in grado di approdare in prestigiose istituzioni d’arte internazionali, come il progetto espositivo dedicato a Lee Lozano, sancisce la connessione dell’istituzione torinese con i temi urgenti della comunità internazionale dell’arte e del mondo.
Biografie Artisti
Thomas Bayrle
Thomas Bayrle è nato nel 1937 a Berlino, vive e lavora a Francoforte. È stato professore di ruolo alla Städelschule di Francoforte dal 1975 al 2002. Il suo lavoro è stato esposto in alcune delle più importanti mostre internazionali, come documenta 3, 6 e 13 a Kassel, Germania (1964, 1977, 2012), 8° Biennale di Busan (2012). Inoltre, 6° e 8° Biennale di Gwangju (2006, 2010), 50° e 53° Biennale di Venezia (2003, 2009), 16° Biennale di Sydney (2008), Triennale di Tbilisi (2007), 4° Biennale di Berlino (2006).
Altre esposizioni importanti
2° Triennale di Guangzhou (2005). È stato protagonista di importanti mostre personali al MAK – Museo Austriaco di Arti Applicate/Arte Contemporanea, Vienna (2017); Institute of Contemporary Art, Miami (2016); Lenbachhaus, Monaco di Baviera (2016); Institut d’art contemporain, Villeurbanne / Rhône-Alpes, Francia (2014); WIELS, Bruxelles (2013). Madre – Museo d’Arte Contemporanea Donna Regina, Napoli (2013); Baltic Centre for Contemporary Art, Gateshead, Regno Unito (2013); Museu d’Art Contemporani de Barcelona (2009); Musée d’art Moderne et Contemporain, Ginevra (2009); Museum Ludwig, Colonia (2008); Museum für Moderne Kunst, Francoforte (2006). Bayrle ha ricevuto numerosi premi e riconoscimenti, tra cui il Cologne Art Prize (2000) e il Prix Arts Electronica, Linz (1995).
Lucy McKenzie
Lucy McKenzie (nata a Glasgow nel 1977, vive a Bruxelles) è un’artista visiva le cui installazioni esplorano la pittura e il suo rapporto con lo stile, il valore e l’ideologia. Il suo lavoro è esposto a livello internazionale. Dal 2011 collabora con la stilista Beca Lipscombe per produrre collezioni di moda con il nome di Atelier E.B. Tra le mostre più recenti: alla La Verrière, Brussels (2022); Geneva Biennale: Sculpture Garden, Geneva (2022); Tate Liverpool, Liverpool (2021); Temple Bar Gallery + Studios, Dublino (2021); Garage, Moscow (with Atelier E.B) (2020); Museum Brandhorst, Monaco (2020); Serpentine, London (with Atelier E.B) (2018); Fondazione Bevilacqua La Masa, Venezia (2017); Art Institute of Chicago, Chicago (2014); Stedelijk Museum, Amsterdam (2013).
BIOGRAFIA CURATORE OSPITE
Saim Demircan
Saim Demircan è un curatore, scrittore e dottorando di ricerca con sede a Torino. Tra le mostre recentemente curate figurano Bernhard Schobinger, Gimme Danger presso Martina Simeti, Milano (2023). Fausto Melotti, Theatre presso Hauser & Wirth, Londra (2022); Exhibition as Image presso 80WSE, NYC (2021-22); Cy Gavin presso Aspen Art Museum, Aspen (2021) e Rachel Rose presso Fridericianum, Kassel (2019-20). Demircan ha partecipato nel 2017 al programma di residenza curatoriale del Goethe-Institut New York, Ludlow 38 a NYC, dove ha curato un programma di mostre ed eventi dalla durata di un anno.
Tra il 2012 e il 2015 è stato curatore presso il Kunstverein München di Monaco. Nel 2016, curatore in residenza presso l’Accademia di Belle Arti di Monaco. In precedenza ha curato un programma biennale di progetti offsite e Kaiki, una mostra di opere di Kai Althoff alla Focal Point Gallery di Southend-on-Sea, Regno Unito. Demircan ha scritto di numerose pratiche artistiche; i suoi testi appaiono regolarmente in periodici come Art Monthly, frieze e Texte Zur Kunst.