Piet Mondrian è stato uno tra i più importanti pittori olandesi del XX secolo. La sua carriera pittorica è stata segnata dalla continua ricerca interiore e spirituale. L’artista arriva così all’ astrazione e a una forma di geometria sacra per andare oltre all’apparenza e accogliere l’essenza della realtà e della natura a cui in fondo rimase sempre legato. Nel 1917 formalizza tutto il suo “credo” artistico nel movimento del Neoplasticismo.

Mondrian è ben presto diventato un’
icona
POP con i suoi
motivi geometrici abbinati ai colori primari riprodotti su oggetti e
vestiti, anche di massa. Ciò ha però determinato spesso una
banalizzazione e una semplificazione eccessiva in termini puramente estetici del suo lavoro.
Yves Saint Laurent Mondrian
Yves St. Laurent , de modellen in Haagse Gemeente Museum
*12 januari 1966. By Eric Koch for Anefo – Nationaal Archief, CC0, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=37627630

Chi era Piet Mondrian

Piet Mondrian è il nome con cui è ormai universalmente conosciuto Pieter Cornelis Mondriaan. L’ artista era figlio di Pieter Cornelis Mondriaan e di Johanna Christina de Kok. Nacque a Amersfoot, un comune dei Paesi Bassi a pochi chilometri da Utrecht, il 7 marzo 1872, da una famiglia rigidamente calvinista.

Famiglia di artisti

Si avvicinò presto all’arte sulle orme del padre, insegnante di disegno, e dello zio Fritz che era stato allievo di Willem Maris (Aia, 1844-1910). La sua famiglia lo spinse a studiare per ottenere un lavoro come insegnante di disegno, ma ottenuto il titolo di studio abilitante all’insegnamento, si trasferì a Amsterdam per iscriversi alla Rijksacademie, l’ Accademia di Belle Arti, dove studiò dal 1892 al 1895.

Piet Mondrian, artista precoce

Piet Mondrian dimostra fin da piccolo di avere talento. Fra le sue primissime opere “Canestra con mele”, un olio su tela del 1891, di 49,5 x 72,8 cm; ora L’Aia, Kunstmuseum Den Haag. Si tratta di lavori ancora ancorati a immagini del suo paese, con forti tratti naturalistici o impressionisti. L’artista dipinge paesaggi, mulini, fiumi, natura. Pensiamo, ad esempio, a “Mulino Oostzijdse con cielo blu, giallo e viola, un olio su tela del 1907 o a “Avond (Sera) L’albero rosso” del 1908. Entrambi i lavori sono oggi conservati al Kunstmuseum Den Haag a L’ Aia:. In queste opere persistono nell’uso dei colori reminiscenze del puntinismo e del fauvismo. Evidente però sin da questi primi lavori l’uso predominante dei colori primari, che caratterizzerà poi la produzione dei decenni seguenti.

Piet Mondrian
Piet Mondrian, 1908-10, Evening; Red Tree (Avond; De rode boom), oil on canvas, 70 x 99 cm, Gemeentemuseum Den Haag. By Piet Mondrian – Unknown source, Public Domain, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=37629457

Il ruolo di Amsterdam nell’arte di Piet Mondrian

Trasferitosi ad Amsterdam, Piet Mondrian si avvicinò a un mondo artistico denso di spunti e novità. Dopo la grande mostra del 1905 dedicata a Van Gogh nel 1905, la Quadriennale di Amsterdam ospitò nel 1907 pittori post impressionisti che facevano un uso “nuovo” dei colori come Kees van Dongen, Otto van Rees e Jan Sluijters. Queste esperienze e nuovi stimoli ebbero un grande impatto nella sua ricerca, come dimostra l’opera “The Red Cloud” dipinta nel 1907. L’influenza dell’espressionismo tedesco e di Munch Il 1909 fu un anno cruciale per Piet Mondrian. L’artista espose per la prima volta l’opera di grandi dimensioni “Bosco presso Oele” all’interno della mostra “May morning” a Amsterdam. Soggetto del dipinto è un bosco vicino al villaggio di Oele, nei Paesi Bassi orientali, che funge da pretesto per esplicitare un cambiamento epocale: l’opera è del tutto costruita con linee verticali, talvolta ondulate che si curvano intorno al sole. Risulta così evidente l’influenza avuta dalle linee tipiche della ricerca artistica del pittore norvegese Edvard Munch.

Non solo, gli inediti colori contrastanti avvicinano questo dipinto all’esperienza dell’ espressionismo tedesco. Possiamo dire che Woods near Oele segni il vero distacco dalla pittura tradizionale olandese, a cui l’artista non tornò mai.

La spiritualità nella pittura di Piet Mondrian

Bosco presso Oele non è però da intendersi come opera semplicemente espressionista. L’artista si spinge immediatamente oltre i principi del movimento, esprimendo e anticipando tensioni e soluzioni visive, che rimarranno costanti nella sua opera. Così, in “L’albero rosso” l’artista esprime la propria visione della natura creando un equilibrio tra le tonalità contrastanti di rosso e blu e tra il movimento violento dell’ albero e il cielo azzurro. L’effetto è un senso di forte equilibrio e ordine, concetto che rimarrà il suo scopo prevalente nella rappresentazione della natura. In questo ritrovato ordine si palesa per la prima volta un discorso proteso chiaramente verso una profonda spiritualità.

La stessa spiritualità che nello stesso anno lo porta a aderire alla Società Teosofica, il movimento teosofico di Helena Petrovna Blavatsky che segnò per sempre la sua continua ricerca spirituale. L’artista credeva in un cosmo armonioso in cui spirito e materia confluiscono in un’unica identità di luce e di colore. Gli oggetti non sono più fini a se stessi, ma diventano parte di un unico messaggio spirituale.

Piet mondrian
Piet Mondrian, composizione in linea, 1916-17. By Sailko – Own work, CC BY 3.0, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=66897328

Il faro di Westkapelle

E’ il momento de “Il faro di Westkapelle”, un dipinto a inchiostro, gesso e tempera su carta ora esposto al Museo Municipale dell’Aia che riprende un faro su cui, durante le sue vacanze in Zelanda, Mondrian si concentrò con una serie di dipinti. Queste opere sono lo specchio anche della sua maturazione artistica: dalla copia molto dettagliata a quella con tratti impressionistici a quella finale, più astratta.

I luministi e i colori primari

Intanto dal 1908 fino a quando si trasferirà a Parigi abitò a Domburg, con Jan Toorop, con cui condivise la visione spirituale del mondo e anche dell’arte. Toorop di quattordici anni più grande ebbe una grande influenza su Mondrian. Era maestro del luminismo e influenzò la trasformazione della composizione della tavolozza di Mondrian verso l’uso dei colori primari. I l
uministi, come i neoimpressionisti, rendevano la luce attraverso una serie di punti o brevi linee di colori primari. Mondrian si concentrò su questo uso del colore e limitò la sua tavolozza alle tonalità primarie: l’artista dimostrò la sua padronanza di questa tecnica nell’evocazione del sole forte e radioso in dipinti come Mulino a vento alla luce del sole (1908). I colori principali sono non a caso il giallo, il rosso e il blu.

Le teosofia nell’arte di Piet Mondrian

Una pietra miliare nella crescita umana e artistica di Piet Mondrian fu la teosofia di Madame Blavatsky e Rudolf Steiner fondata nel 1875 a New York. Tale approccio esistenziale si basava sull’ eguaglianza tra tutti gli esseri umani e sull’idea che ci fosse una unica religione all’origine di tutte le religioni. Era perciò possibile arrivare alla conoscenza della verità anche attraverso esperienze mistiche e un determinato modo di vivere. Tale approccio lo accompagnò per tutto il resto della sua vita.

Evoluzione: il dipinto-manifesto teosofico

La formazione di questa convinzione, quasi fideistica, fu probabilmente alla base di “ Evoluzione”, considerato l’opera simbolo della sua adesione alla teosofia intesa come sintesi di filosofia, religione e scienza. Si trattava di un trittico, ancora essenzialmente figurativo, eseguito tra il 1910 e il 1911, composto da 3 pannelli di 178×85 cm, ora al Gemeentemuseum all’Aia. L’opera deve essere letto in un ordine particolare per essere pienamente compresa: la figura di sinistra, quella di destra, quella centrale. Sono figure di impostazione geometrica tese alla conquista di una verità spirituale con ognuna un significato ben preciso: quella con gli amaryllis rossi rappresenta la sensualità, quella con la stella a sei punte, la perfezione, quella con la luce bianca la visione spirituale. Questi dipinti rispondevano al dettato della teosofia per cui nell’individuo convivono lo spirito terrestre, lo spirito delle stelle e lo spirito divino.

L’influenza del cubismo

Mondrian cubismo
Piet Mondrian, 1911, Gray Tree (De grijze boom). By Piet Mondrian – www.gemeentemuseum.nl : Home : Info : Pic, Public Domain, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=37613979

Il cubismo ebbe una grande influenza in Piet Mondrian, che lo assimilò e reinterpretò in un modo del tutto personale. Incisiva sulla sua formazione fu perciò una mostra di opere cubiste organizzata ad Amsterdam nel 1911. Fu una mostra importante, inaugurata al complesso vittoriano dalla Principessa Maxima dal sottotitolo quasi profetico per l’arte di Mondrian: “Armonia perfetta”. In questa mostra, organizzata con Toorop, furono esposte opere di Cézanne, Picasso e Braque. E da questo incontro nacque probabilmente “Albero d’argento” del 1911.

Piet Mondrian: dalla natura all’astrazione

Il percorso spirituale e trascendentale di Piet Mondrian portò l’artista ad allontanarsi da ogni forma di mimetismo ed essere sempre più astratto. E già iniziando a avvicinarsi all’ Art Nouveau, l’uso del colore si fece preponderante nella sua ricerca artistica tanto da portarlo, in seguito, a dire: ”La prima cosa che mutò nella mia pittura fu il colore. Ero giunto a sentire che i colori della natura non possono essere riprodotti sulla tela”.

Quindi non più riproduzione della realtà, ma scomposizione degli oggetti che andasse oltre le semplici apparenze. Attraverso una forma di geometria sacra l’artista sintetizzava e coglieva l’ essenza più intima della realtà. Mondrian mette in atto un lavoro di strutturazione per riduzione, arrivando prima all’astrattismo e poi a quello che lui stesso definì “ Neoplasticismo”.

E questo suo approccio con le opere cubiste fu una esperienza talmente dirompente che lasciò una realtà, come quella olandese, in cui era già conosciuto e affermato, per Parigi dove la sua visione dell’arte fu stravolta, passando sicuramente dal Cubismo all’Astrattismo. In questa ricerca Mondrian approdò alla rinuncia alla terza dimensione per risolvere l’opera in linee orizzontali e verticali in cui il colore rendeva l’idea di spazio all’interno di un percorso artistico, che abbandonava per sempre e del tutto la pittura figurativa per un’arte diversa che in ogni caso conserverà per sempre la sua ricerca spirituale e i suoi studi teosofici.

La parentesi olandese e la rivista “De Stij” (“Lo Stile”)

Mondrian restò a Parigi fino al 1914, ma rientrato in Olanda per familiari, una grave malattia del padre, vi restò bloccato per tutto il conflitto. Andò quindi a vivere in una colonia di artisti a Laren, dove conobbe Bart van der Leck e Theo van Doesburg, pittore e architetto con cui fondò la rivista “De Stij” (“Lo Stile”) che abbandonerà nel 1924 per contrasti con l’amico Van Doesburg che aveva uno sguardo sempre più rivolto verso l’industrializzazione e per il progresso tecnico.

Il manifesto programmatico nel primo numero della rivista, nell’ottobre 1917, sosteneva che il suo scopo era “contribuire allo sviluppo di un nuovo senso estetico”. Tra il 1917 e il 1918 su questa rivista Mondrian pubblicò in undici capitoli “Il nuovo Plasticismo nella Pittura” dando una spiegazione teorica a quella che poi sarebbe stata la sua arte.

Il Neoplasticismo di Piet Mondrian

La rivista De Stijl (“Lo stile”) costituisce così una sorta di manifesto stesso del Neoplasticismo, il quale può essere considerato un vero movimento fondato dagli stessi Piet Mondrian e Theo van Doesburg. Il Neoplasticismo era inteso dai due intellettuali come ricerca di un nuovo ordine ontologico da ricercarsi “nella astrazione di tutte le forme e di tutti i colori primari nettamente definiti”.

Il Neoplasticismo è però più di un semplice movimento artistico e si avvicina di più a essere una vera concezione filosofica universale, fondata sulla razionalità estetica e concettuale quale strumento per comprendere la realtà. Alla base del movimento c’è un’idea di arte totalizzante, ovvero un’integrazione tra arte (che si tratti di pittura, scultura o architettura) e vita, plasmata su un assoluto rigore geometrico, quasi ascetico. Gli artisti guardavano quindi a un’arte totale in cui convergevano pittura, scultura, grafica e architettura ognuna delle quali interveniva nella stessa misura, senza alcuna gerarchia nel superamento di ogni individualismo.

Il gruppo, per lo più olandese, visti attivi intellettuali di diversa matrice tra cui lo scultore Georges Vantongerloo e gli architetti Pieter Oud, Gerrit Rietveld, Robert Van’t Hoff e Jan Wils. Casa Schröder, struttura progettata da Rietveld, fu la massima espressione del Neoplasticismo dal momento che risultava essere una trasposizione architettonica dei principi neoplastici: dal rigore assoluto, alla compenetrazione dello spazio attraverso linee orizzontali e verticali.

Le linee verticali e orizzontali di Piet Mondrian

Piet Mondrian
Tableau I, 1921. By Piet Mondrian – Gemeentemuseum Den Haag, Public Domain, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=37668615

Il misticismo di Mondrian “di natura mentale” portò l’artista a togliere alla forma ogni particolarità riducendo ogni cosa a una “semplice” linea. A livello estetico il Neoplasticismo fu un processo che potremmo definire quasi scultoreo, in quanto l’artista procedeva per sottrazione. Il risultato fu un interesse quasi ossessivo per l’uso e la combinazione di linee orizzontali e verticali. Del resto per l’artista la vita era pura attività interiore per elevarsi e unirsi all’Assoluto. Per tale ragione, tentò sempre di abolire e rifuggire da tutto ciò che potesse essere soggettivo e perciò imperfetto nella mancanza di visione totale. La linea verticale che interseca quella orizzontale diventò così un vero imperativo categorico.

In tale estetica si può rintracciare l’impostazione della teosofia in cui primaria è la relazione tra l’orizzontale ( femminile) e il verticale ( maschile).

Il ritorno a Parigi con la nuova arte

Finita la Grande Guerra, nel 1919, Mondrian torna una Parigi molto cambiata e molto cambiato è anche il mondo degli artisti. E le sue linee orizzontali e verticali, i suoi colori primari, insomma tutti gli elementi distintivi della sua nuova espressività diventano immediatamente un suo tratto unico, distintivo. I suoi unici colori rimasero quelli primari e quindi rosso, giallo e blu delimitati dal nero e su uno sfondo generalmente bianco.

Le misure ovviamente variavano, ma la geometria era rigorosa e sempre presente era l’ angolo retto che rivestiva un’importanza ”primordiale” conforme a tutta la sua spiritualità.

A Parigi, nel 1931, aderì ad Abstraction-Création, un collettivo fondato per promuovere l’arte astratta attraverso mostre, letture, pubblicazioni che raccoglieva, oltre a Mondrian, Kandinskij, Pevsner. Tra le opere più importanti di questi anni da segnalare “Océan”, carboncino e gouache su carta incollata su pannello da Mondrian nel 1941, eseguita su di un’opera eseguita nel 1915, ora della Collezione Peggy Guggenheim .

La fuga in America di Mondrian

Intanto l’avanzare della Germania nazista lo spinse nel 1938 a trasferirsi a Londra e poi, due anni dopo l’invasione dei Paesi Bassi e la caduta di Parigi nel 1940, lasciò anche Londra per trasferirsi a New York. Qui il fermento culturale lo aiutò molto nella sua evoluzione artistica. E’ il culmine di un intensissimo lavoro artistico con la produzione di numerose e importanti opere. Pensiamo a “New York City”, un dipinto olio su tela del 1942 che solo nel 2022 al Centre
Pompidou si scoprì che era stato appeso a testa in giù per anni. O ancora “ Broadway Boogie Woogie”, ora esposto al MoMa di New York, in cui rettangoli di colore più grandi e non bordati punteggiano il dipinto, alcuni con rettangoli più piccoli e “concentrici” al loro interno. Questi ultimi quadri sembrano riflettere l’aria vivace della città e secondo molti sembrano quindi più luminosi delle precedenti opere dipinte in Europa. E forse il senso della sua arte sta tutto in una cartolina che scrisse, nel 1943, a James Johnson Sweeney, progettista di una sua retrospettiva al MoMa di New York dove si legge “solo adesso, sono cosciente che il mio lavoro di bianco, nero e piccole zone colorate è stato puramente ‘dipingere’ con i colori a olio”.

Proprio al MoMA di New York sono conservati trenta tra i più importanti capolavori di Mondrian.

Piet Mondrian e l’opera lasciata incompiuta “Victory boogie woogie” nel 1944. By Piet Mondrian – Gemeentemuseum Den Haag, Public Domain, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=37614350

La morte di Piet Mondrian

La morte di Piet Mondrian morì di polmonite nel 1944 dopo pochi anni trascorsi a New York. Al suo funerale parteciparono gli artisti amici più famosi del suo tempo, tra cui Marc Chagall,
Marcel Duchamp
, Fernand Léger, Alexander Calder.

L’artista lasciò incompiuta il celebre dipinto “Victory boogie woogie” a cui lavorò fino a tre giorni prima della morte. Dal 1998 l’opera è entrata a far parte della collezione del Kunstmuseum a L’Aia. Questo museo è forse l’istituzione che vanta la maggiore varietà di opere del maestro.

Dopo anni dalla sua morte gli eredi fecero diverse cause per opere che erano state rubate e/o sotratte durante il periodo nazista. Ciò spinse alla creazione di un Trust che tuttora difende e porta avanti la conoscenza del lavoro del maestro.

L’uomo oltre il mito

L’immagine che ci resta di lui è quella di un uomo austero che la sua ricerca di spiritualità allontanò sempre da ogni aspetto mondano dell’esistenza. Solo recentemente qualcuno ha iniziato a dipingerlo secondo un’ottica diversa, come un amante del charleston e qualcuno ricorda addirittura di averlo visto come spettatore di uno show della ballerina Joséphine Baker a Parigi.

Piet Mondrian e la moda

Piet Mondrian influenzò da subito la moda. Negli anni ’30, la stilista francese Lola Prusac, che all’epoca lavorava per Hermè
s a Parigi, progettò una gamma di valigie e borse ispirate alle ultime opere di Mondrian: intarsi di quadrati in pelle rossa, blu e gialla. Lo stilista Yves Saint Laurent nel 1965 realizzò la collezione autunno-inverno ispirata a Mondrian disegnando blocchi di colori primari suddivisi da bordi neri.

Mondrian non ispirò solo l’alta moda, ma anche l’ abbigliamento sportivo della Nike, che lanciò nel 2008 il paio di scarpe Dunk Low SB bianche, nere con campiture rosse, gialle e blu. Infine
Swatch nel 2021 realizzò in collaborazione un modello di orologio a edizione limitata.

Le quotazioni di Piet Mondrian

Il capolavoro di Piet Mondrian Composition No. II, è stato venduto all’ asta da Sotheby’s a New York, il 14 novembre 2022 per 51 milioni di dollari, stabilendo il nuovo record per un’opera del pittore e superando il precedente record di 50,6 milioni di dollari.


Sabino Maria Frassà

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