Dal 22 marzo al 29 giugno 2025 il Museo d’Arte Contemporanea di Cavalese presenta Piazzetta Rizzoli 1, mostra collettiva che propone al pubblico le opere di Robert Bosisio, Lorenzo Gnata, Edson Luli, Martina Melilli, Fulvio Morella, Gabriele Napoli, Daniel Spoerri, John Torreano e Joe Zucker.

Piazzetta Rizzoli 1

Il progetto espositivo, a cura di Elsa Barbieri, attiva una riflessione sul fenomeno dell’abitare inteso come esperienza esistenziale e relazionale, concentrandosi sull’idea di luogo come spazio abitato da corpi e persone, e indagando contestualmente l’interazione tra singolo e comunità.

Daniel Spoerri, Die Schnattergosche e Der Bodybuilder, 1995. Assemblage. Courtesy Galleria Gaburro, Verona

Il titolo della mostra fa riferimento alla sede fisica del Museo d’Arte Contemporanea di Cavalese

È un titolo curioso che risponde al mio desiderio di condividere con la comunità questo luogo, in cui mi piacerebbe che quante più persone potessero riconoscersi come abitanti, per istinto o progettualità, per sentimento o per oggettualità, per sogno o per concretezza. L’abitare è un fenomeno che ci appartiene così tanto e così intimamente che non è possibile racchiuderlo in una definizione, però si può provare a farne una descrizione fenomenica che metta in risalto i molteplici volti di questa prassi umana, spiega Elsa Barbieri, direttrice del Museo.

Abitare è come venire al mondo, e venire al mondo è già abitare: è questa l’essenza stessa di Piazzetta Rizzoli 1. Le opere esposte in mostra vivono nello spazio e nelle relazioni interpersonali – frutto di impulsi naturali e anche di una precisa volontà progettuale – che si distendono lungo itinerari storici diversificati. Il percorso espositivo si snoda negli spazi del museo creando ambienti interconnessi e riflessioni innovative. Si spalancano così, davanti al visitatore, paesaggi – esteriori e interiori – sconosciuti, sorprendenti, e si presentano volti, corpi e voci, inediti e archetipici, familiari, perturbanti, sorridenti, profondi, mistici che confermano come l’abitare sia una sensazione, un sentire.

Gli artisti in mostra a Piazzetta Rizzoli 1

Varcando la soglia del museo, il pubblico entra all’interno di un dialogo corale fatto di differenti linguaggi artistici e di riferimenti peculiari provenienti dal vissuto e della storia di ogni artista.

Fulvio Morella

Un esempio sono le opere di Fulvio Morella che riportano l’alfabeto “braille stellato”, frutto di una reinterpretazione poetica da parte dell’artista del linguaggio braille attraverso la sostituzione dei tradizionali punti con stelle. In questo senso, Morella invita al pubblico a toccare il cielo e le stelle con le dita, ricordandoci che i limiti non esistono e che siamo noi a tracciare la nostra poesia, vivendo ogni giorno con intensità.

Fulvio Morella, Autoritratto, 2021. Alluminio sabbiato, legno di ebano tornito, braille. Collezione privata

Lorenzo Gnata

L’esposizione si articola in una narrazione che si sviluppa attraverso l’analisi di concetti apparentemente contrapposti che però trovano una fusione innovativa, come natura e tecnologia – aspetti centrali della pratica artistica di Lorenzo Gnata –, reale e magico – fondamenta per la ricerca condotta da Robert Bosisio.

Joe Zucker e John Torreano

Nei tre piani espositivi del museo sono presenti, inoltre, opere e installazioni che analizzano l’ambiguità e lo smarrimento che si può creare quando interno ed esterno non sono nettamente divisi e scindibili. Joe Zucker crea delle finestre su situazioni di convivialità quotidiana analizzando l’azione della raccolta e della lavorazione delle olive in varie regioni d’Italia, mentre John Torreano proietta la pittura nel regno della scultura, dando alle sue opere il significato metaforico di stelle nello spazio profondo. Le loro sfaccettature cambiano, e si spostano man mano che il corpo dell’abitante si muove intorno a esse.

John Torreano, French Rococò, 1990-2021. Acrylic on wood, installation of 3 works. Courtesy Thomas Brambilla Bergamo

Gabriele Napoli

La figura umana è anche ampiamente analizzata dagli artisti Gabriele Napoli, con una moltiplicazione di alter ego che esplorano il sé alla ricerca dell’identità in ambienti a metà tra il reale e il sogno, e da Daniel Spoerri, che attraverso i suoi manichini rivela come ogni oggetto abbia una propria anima e poetica.

Gabriele Napoli, Night doesn’t fall, 2024. Pastel, oil and concrete on canvas. Courtesy Thomas Brambilla Gallery, Bergamo

Edson Luli

Edson Luli abita ampiamente le sale espositive del Museo grazie ad una serie di orologi appositamente creati per la mostra, che sono stati privati della loro funzione originaria per lasciare posto a riflessioni in un tempo sempre attuale e presente. D’altronde, ogni spazio abitato, dalle abitazioni agli uffici, è dotato di orologi a parete; Luli in questo caso lascia installate solamente le lancette dei secondi, che si muovono continuamente in una dimensione astratta e priva di punti di riferimento.

Edson Luli, It takes two to know one, 2021. Installation, mattress, neon sign, ready-made paintings. Ph. Erjola Zhuka. Courtesy Prometeo Gallery Ida Pisani, Milano

Martina Melilli e Mauro Diciocia 

Non manca infine il coinvolgimento e la partecipazione attiva della cittadinanza locale al processo artistico, che apre così nuove possibilità di scambio e interazione.
Questo è il caso dell’opera site-specific Fiammazze, realizzata dall’artista Martina Melilli e dal sound designer Mauro Diciocia con la collaborazione dell’Associazione ION.

Melilli e Diciocia hanno lavorato con un gruppo di donne di Cavalese – Donatella Antoniazzi, Alice Bertoluzza, Loretta Corradini, Patrizia Dauru, Sara Defrancesco, Luisa Degiampietro, Barbara Molina, Christine Nones, Anna Maria Piazzi, Veronica Pinter, Patrizia Rossi, Fitime Sulejmani, Annamaria Vanzo, Elena Vinante – raccogliendo da loro una serie di storie femminili legate al territorio – storie autobiografiche o meno, del presente e del passato, vere, o inventate – per poi associare con loro, ad ognuna, un oggetto sonoro specifico.

Martina Melilli, con Mauro Diciocia, Fiammazze, 2025. Draft per site specific sound and organic installation

Piazzetta Rizzoli 1 un luogo di partecipazione e arte

Con la mostra Piazzetta Rizzoli 1, il Museo d’Arte Contemporanea di Cavalese, sotto direzione di Elsa Barbieri, si conferma ancora una volta come un luogo di incontro e di sperimentazione per artisti di diverse generazioni, nazionali ed internazionali, che attraverso il proprio fare artistico cercano un dialogo e una partecipazione inediti con la comunità locale.

La mostra è promossa dal Comune di Cavalese con il sostegno di Associazione ION, Cassa Rurale Val di Fiemme, APT Fiemme Cembra, Ristorante La Stüa e Magnifica Essenza.

Joe Zucker, Coratina, 2018. Burlap, cotton, acrylic. Courtesy Thomas Brambilla Gallery, Bergamo

Museo d’Arte Contemporanea di Cavalese

Il Museo d’Arte Contemporanea di Cavalese nasce nel 2001 all’interno dello storico Palazzo Rizzoli, antico complesso signorile situato nel centro storico di Cavalese, in Val di Fiemme, che nel corso degli anni ha vissuto significative trasformazioni, sia nell’aspetto che nella funzione, vantando oggi diverse unità che si differenziano per epoca di costruzione, stile ed elementi architettonici. Il primo nucleo della collezione d’arte moderna e contemporanea del Museo si forma a partire da una preziosa selezione di opere di Bruno Munari e di numerosi artisti storicizzati appartenuta al Dottor Giancarlo Baccoli, medico di origine bresciana residente nel comune fiemmese, che negli anni coltivò relazioni con artisti, collezionisti e critici protagonisti dell’arte italiana della seconda metà del Novecento.

Negli anni il Museo ha organizzato mostre temporanee collettive e personali e momenti culturali pensati per promuovere il legame con il territorio alpino, in stretta connessione con le tradizioni locali e insieme con uno sguardo verso i nuovi linguaggi della scena artistica.
>Oggi il Museo d’Arte Contemporanea è un luogo dove la percezione dell’identità alpina nelle sue peculiarità e valori viene rafforzata attraverso il confronto con prospettive di ricerca e di fruizione sempre nuove, ma complementari, da cui trarre una maggiore consapevolezza culturale e sociale.

Associazione ION

Associazione ION è un’associazione di promozione sociale orientata al bene comune. Il suo direttivo è composto da otto donne, Loretta Corradini, Donatella Antoniazzi, Barbara Molina, Luisa Degiampietro, Annamaria Vanzo, Alessandra Dellafior, Patrizia Dauru, Veronica Pinter. Condividono la passione per il benessere e la conoscenza dell’essere umano a partire dal proprio sé. Con l’obiettivo di fare rete, e attraverso i laboratori di differente natura, l’utilizzo del suono e della musica, le meditazioni, gli esercizi energetici, le conferenze, l’utilizzo delle pietre, il contatto con la natura e il movimento fisico. Associazione ION dà vita a numerose iniziative sul territorio che hanno la forza energetica di creare un’atmosfera collettiva di forte unione, consapevolezza e benessere in comune.