Con il riposo vegetativo delle caducifolia, arriva il momento giusto per piantare gli alberi nuovi che abiteranno i nostri Giardini.
Sembra strano che una stagione così condizionata dal freddo, quando tutto senza fermarsi inesorabilmente (o quasi, visto gli inverni miti degli ultimi anni) sia favorevole effettuare questo tipo di intervento. Eppure nel suolo gelato non tutto è fermo e le piante trapiantate trovano la quiete per poter attivare quei processi radicali di recupero e costruzione di nuove radici che aiuteranno ad affrontare meglio le sfide di stagioni altrettanto difficili come l’estate.
Piantare gli alberi nuovi in inverno: una scelta che riguarda solo le caducifolia
Come dicevamo, solo le piante caducifolia (e mi sto riferendo in questo caso agli alberi) che vanno a riposo, possono essere trapiantate in questo periodo. Soprattutto le piante trattate in zolla, ossia scavate dal loro sito di allevamento e per questo private di parte del loro apparato radicale. Per gli alberi allevati in vaso o comunque zollati e messi in vaso per la radicazione, invece, avendo già un loro apparato radicale formato, ad esclusione dell’estate, il trapianto può essere effettuato praticamente sempre.
La zollatura: una metodica per piantare gli alberi
La zollatura è una procedura delicata che, se non è eseguita nei tempi e nelle modalità corrette, risulta dannosa per gli alberi che andremo a trapiantare.
Sarebbe opportuno appoggiarsi a quei vivai che praticano una rizollatura periodica in campo senza espianto. È una pratica, questa, che al momento dell’espianto finale non comporta tagli su radici con diametri importanti, in quanto le rizollature stesse hanno contenuto lo sviluppo radicale in campo. Inoltre, nel tempo, hanno costretto l’albero a produrre sempre radici nuove e quindi di diametri inferiori rispetto alle radici di un albero in campo da qualche anno che non ha mai subito una zollatura.
Perchè è importante la rizollatura periodica
Questo aspetto è importante perché? Perché esattamente come per la potatura dei rami, le piante non cicatrizzano come erroneamente siamo portati a pensare ma compartimentano, ossia creano delle barriere attorno ai tessuti lesionati, che andranno a morire (ma questo è prassi normale per i vegetali che si ricostruiscono attorno a se stessi, ogni anno, lasciando vitali solo 7-10 anelli di crescita…un po’ come avere sempre un bambinone di 10 anni che ogni anno diventa sempre più grande) e successivamente, altri tessuti andranno a coprire quelli lesionati (quasi come una cicatrice) ma con dei tempi molto più lenti dei nostri meccanismi di riparazione delle ferite, con conseguente lunga esposizione a probabili infezioni fungine deleterie per la salute dell’albero stesso.
Per cui sarebbe meglio diffidare di quelle zolle che ai loro margini mostrano grossi tagli radicali.
Piantare gli alberi nuovi: la scelta del materiale vegetale
Un altro fattore fondamentale per effettuare un buon trapianto è la scelta del materiale vegetale stesso. Infatti, dovrebbe avere morfologicamente l’aspetto di un albero, mentre troppo spesso nelle piantagioni sia pubbliche che private, la qualità degli alberi è pessima già in partenza perchè è pessima la qualità di interventi che vengono eseguiti in fase di allevamento. Come ad esempio il fatto che gli alberi troppo di frequente, sono vittime di potature scellerate proprio durante l’allevamento. Perciò, se un albero viene allevato male, si rende scadente la qualità di ciò che andiamo a piantare e ricordate sempre che la colpa non è dell’albero.
Le mancanze e le pecche nella messa a dimora
Altro tassello fondamentale in cui ci si trova di fronte a incompetenza, superficialità e superbia, è anche la messa a dimora vera e propria.
Spesso pecchiamo nella scelta della specie non adatta al terreno del nostro Giardino e qui la figura del progettista piuttosto che del vivaista la dovrebbe far da padrona, per consigliarci e guidarci al meglio anche se va contro alle nostre idee. Poi c’è l’aspetto pratico vero e proprio ossia lo scavo della buca che non deve essere più profonda dell’altezza della zolla ma decisamente più larga per far si che le nuove radici abbiano terreno permeabile da esplorare.
L’importanza del colletto dell’albero
Come effettuare lo scavo, è fondamentale soprattutto per non fare sprofondare la zolla a seguito dell’assestamento del terreno che porterebbe ad un interramento anche del colletto, ossia di quella parte che separa il tronco dalle radici e che deve assolutamente rimanere scoperto.
Alcuni vecchi detti dicono che le radici debbano sentire le campane e altri che dovrebbero vedere le stelle. Saggezza contadina a parte, è assodato, ma per molti ancora è un aspetto ignorato, il fatto che il colletto DEVE rimanere scoperto, pena una crescita stentata o, in molti casi, la morte certa dell’albero.
Il terreno, ultimo ma non meno importante degli aspetti della buca di impianto
Inoltre, non dovrebbe essere modificato il terreno con l’aggiunta di terricci o torbe. Andrebbe solamente concimato con concime organico possibilmente micorizzato, visto che adesso il mercato ci viene incontro su questo aspetto. Altrimenti, almeno utilizzare micorizze per stimolare gli apparati radicali.
Il tutoraggio, un altro aspetto fondamentale nel piantare gli alberi nuovi
Importante è anche la tipologia di tutoraggio per tenere salda la zolla, al fine di limitarne i movimenti a tutela delle nuove radici. Il palo, però, NON dovrebbe mai essere uno solo e soprattutto non deve essere legato al tronco dato che crea più danno che beneficio.
La pianta deve, al tutoraggio, risultare salda alla base ma libera nelle risposte al vento dalla parte della chioma e del tronco.
Questo serve a far si che si mettano in atto tutti quei giochi di forze che l’albero percepisce, per poter costruire legno e tessuti di rinforzo laddove servono. Solo così può contrastare e bilanciare le sollecitazioni dei venti e dell’ambiente esterno.
Perché ricordiamoci che un albero è vivo e percepisce, interagisce e reagisce con l’ambiente che lo circonda e non è un qualunque palo della luce!
Andrea Iperico
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