Ildefons Cerdà è stato un uomo poliedrico, ingegnere, urbanista ma anche giurista, economista e politico spagnolo. Scrisse la Teoria generale dell’urbanizzazione, opera pionieristica che lo rende uno dei fondatori dell’urbanistica moderna. Mentre il suo progetto più importante fu la riforma urbanistica di Barcellona nel XIX secolo con il Piano Cerdá e la creazione del quartiere Ensanche.
La formazione
Ildefons Cerdà i Sunyer è nato il 23 dicembre 1815 a Centellas non lontano da Barcellona ed è morto il 21 agosto 1876 a Las Caldas del Besaya a nord della Spagna in povertà a causa del governo che non gli aveva pagato i compensi per molti dei lavori da lui eseguiti.
Era destinato alla vita ecclesiastica ma sfidando il padre si trasferì a Barcellona nel 1832. Iniziò a studiare architettura, matematica, nautica e disegno presso la Escuela de la Llotja. Finì i suoi studi presso la Scuola Tecnica Superiore di Ingegneri Civili, Canali e Porti dell’Università Politecnica di Madrid laureandosi in ingegneria nel 1841.
La vita politica
Terminati gli studi, si arruolò nella milizia nazionale. La sua ideologia progressista lo porta a partecipare attivamente alla vita pubblica diventando nel 1850 deputato nel congresso di Barcellona. Durante questo periodo in politica getta le basi per il suo futuro progetto urbano, vedendo come la città, pressata e soffocata dalle mura che la circondavano, non potesse crescere in modo igienico. Era molto sensibile alle problematiche condizioni di vita delle classi lavoratrici tanto da inimicarsi le classi dirigenti. Nel 1856, fu destituito dal Consiglio comunale di Barcellona dal capitano generale Juan Zapatero y Navas e imprigionato due volte. Ma la rivoluzione del 1868 lo riportò alla vita pubblica entrando a far parte del Partito Federale Democratico Repubblicano.
Percorso professionale
Iniziò la sua vita professionale come ingegnere statale a Murcia, Teruel, Tarragona, Valencia, Gerona e Barcellona. Qui partecipò ai lavori della linea Barcellona-Mataró, la prima ferrovia spagnola.
Ildefons Cerdà ha presentato delle proposte innovative per le città di Madrid e Barcellona. Sviluppò ampiamente il sistema di compensazione e la tecnica di suddivisione come mezzo per ottenere un’equa distribuzione dei benefici e delle spese di pianificazione urbana tra i proprietari e per ottenere terreni edificabili. Questo sistema è diventato successivamente un disegno di legge e incorporata nella legge fondiaria del 1956.
Dal punto di vista economico, Ildefons Cerdà ha stabilito le regole per le infrastrutture, la divisione della proprietà e l’assegnazione di appezzamenti di terreno nella nuova Barcellona.
Teoria generale dell’urbanizzazione
Si è anche interessato al campo delle scienze sociali cercando di risolvere i problemi della concentrazione demografica nelle città e dello sviluppo industriale nella sua opera Teoria generale dell’urbanizzazione. In questo trattato, ha proposto teorie che aveva precedentemente applicato in larga misura nel Progetto per la Riforma e l’Espansione degli Interni di Barcellona. Comprendeva anche una valutazione delle condizioni di vita delle classi popolari, con un approccio allo studio delle disuguaglianze sociali nella salute, dove si confrontavano le differenze nell’aspettativa di vita per le diverse classi sociali.
Come appendice nella sua Teoria generale dell’urbanizzazione Ildefons Cerdá ha sviluppato un autentico studio sociologico. Censì i vari lavoratori dividendoli per classi sociale, stimando il loro stipendio medio ma approfondì anche molti altri aspetti della vita economica e sociale della classe meno ricca.
Piano Cerdá
Il Piano Cerdá era un piano di riforma ed espansione per la città di Barcellona nel 1860 che una struttura a griglia aperta ed egualitaria.
Il piano prevedeva la classificazione primaria del territorio. C’erano i “vias”, gli spazi pubblici per la mobilità, l’incontro, il supporto alle reti di servizi e l’illuminazione ma anche per l’arredo urbano e gli alberi. Gli spazi della vita privata erano invece le “intervías” dove gli edifici plurifamiliari si incontrano su due file attorno ad un cortile interno. Così facendo ogni abitazione avrebbe ricevuto luce naturale e ventilazione per favorire le condizioni igienico sanitarie. La soluzione formale più rilevante del progetto è stata la formazione di particolari isolati, dalla forma unica rispetto ad altre città europee, caratterizzati dalla sua struttura quadrata con angoli di 45°.
Con il piano di Ildefons Cerdá grazie alle sue caratteriste matematiche, geometriche e la sua visione scientifica la città poteva crescere in modo illimitato e controllato senza avere un centro privilegiato.
Una delle sue preoccupazioni è stata la mobilità. Prevedeva la costruzione di strade molto più larghe del normale sia per abbassare la densità abitativa sia prevedendo un futuro motorizzato. Incorporò il tracciato delle linee ferroviarie pur sapendo che avrebbero dovuto essere sotterranee, e fece in modo che ogni quartiere avesse un’area dedicata agli edifici pubblici.
Griglie regolari ripetute
La griglia di Cerdá prevedeva strade larghe dai 20 ai 60 metri e gli isolati avevano edifici solo su due dei loro quattro lati. Gli spazi verdi erano inclusi internamente e la grigia si poteva ripete in modo regolare illimitatamente.
Una eccezione alla regolarità è stata fatto per il progetto del Paseo de Gracia e della Rambla de Catalunya dove, per rispettare l’antico Camino de Gracia e il declivio naturale delle acque, ha tracciato solo due percorsi consecutivi di larghezza quando in realtà le strade dovrebbero essere tre. Inoltre, Paseo de Gracia, per rispettare il vecchio tracciato, non è esattamente parallelo al resto delle strade.
A tutto questo va aggiunta la presenza di alcune strade speciali che non seguono lo schema a griglia ma lo attraversano in diagonale ed altre che sono state tracciate rispettando l’esistenza di antiche vie di comunicazione con i paesi limitrofi.
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