Peter Eisenman è un architetto americano noto per le sue teorie architettoniche e i suoi progetti che sono stati definiti modernisti o decostruttivi.
La formazione da architetto di Peter Eisenman
Peter David Eisenman è nato il 12 agosto 1932 a Newark nel New Jersey. Ha studiato alla Cornell University di New York dove si è laureato nel 1955. Successivamente ha conseguito un master in architettura alla Columbia University, New York City e un dottorato all’Università di Cambridge.
Il pensiero
Nel 1967 ha fondato l’Institute for Architecture and Urban Studies a New York, e dal 1973 al 1982 è stato direttore della pubblicazione dell’istituto “Oppositions” una delle principali riviste di pensiero architettonico. È stato professore in diverse università, tra cui l’Università di Cambridge, ma ha insegnato soprattutto negli Stati Uniti, per esempio, alla Princeton University, a Yale, ad Harvard, alla Ohio State University e alla Cooper Union di New York.
Durante il suo mandato all’Institute for Architecture and Urban Studies, l’architetto Peter Eisenman divenne famoso come teorico. Pensava al di fuori dei parametri tradizionali del lavoro costruito, preoccupandosi invece di una forma concettuale di architettura, in cui il processo è rappresentato attraverso diagrammi piuttosto che attraverso la costruzione effettiva.
Nei suoi progetti frammentava i modelli architettonici esistenti. Attingeva ai concetti della filosofia e della linguistica, in particolare alle idee dei filosofi Friedrich Nietzsche e Jacques Derrida e del linguista Noam Chomsky. Per questi pensieri Peter Eisenman è stato classificato come architetto postmoderno, decostruttivista e poststrutturalista.
Le case
A partire dalla fine degli anni 70, le idee di Eisenman presero forma in una serie di case numerate. Nel 1967 la House I a Princeton in New Jersey, qualche anno dopo la House II a Hardwick nel Vermont e a seguire la House VI a Cornwall nel Connecticut tra 1972 e 1975.
Queste strutture erano in effetti una serie di esperimenti che si riferivano alla rigida geometria del Modernismo e alle piante rettangolari, ma portavano questi elementi ad un estremo teorico. L’architetto aveva progettato dettagli come scale che non portavano da nessuna parte e colonne che non avevano funzione di supporto per la struttura, Peter Eisenman rifiutava il concetto funzionale che era al centro del Modernismo. Questo lavoro iniziale, che alcuni critici hanno visto come nichilista, gli ha fatto guadagnare un posto come uno dei “New York Five” insieme ai postmodernisti Richard Meier e Michael Graves.
Le opere in Ohio
Nel 1980 Eisenman stabilì uno studio professionale a New York. Intraprese una serie di grandi progetti, caratterizzati da forme, angoli e materiali strani, tra cui il Wexner Center for the Arts (1983 – 1989) alla Ohio State University di Columbus, il Greater Columbus Convention Center (1993) e l’Aronoff Center for Design and Art (1996) alla University of Cincinnati sempre in Ohio.
Wexner Center
Nel Wexner Center, una delle commissioni più note, Eisenman si è fatto beffe della pianificazione tradizionale creando una griglia nord-sud per la spina dorsale dell’edificio che era esattamente perpendicolare all’asse est-ovest del campus universitario. Ha anche sfidato l’aspettativa degli spettatori sui materiali, racchiudendo metà dello spazio in vetro e l’altra metà in impalcature.
Le opere del nuovo millennio
Tra i suoi progetti più recenti c’è lo stadio dell’University of Phoenix Stadium (2006) a Glendalein Arizona oggi chiamato State Farm Stadium. Molto suggestivo è il momento per commemorare le vittime dell’olocausto cioè il Memoriale per gli ebrei assassinati d’Europa completato nel 2005 a Berlino. A Santiago de Compostela dal 1999 in poi ha progettato una serie di edifici che includevano un museo, una biblioteca e uno spazio per spettacoli. Mentre in Italia, più precisamente a Milano, è possibile ammirare le Residenze Carlo Erba.
Holocaust-Mahnmal
Il monumento è composto da 2.711 blocchi di cemento rettangolari di diverse altezze, disposti in una formazione a griglia che copre 1,9 ettari. I grandi blocchi creano vicoli lunghi, dritti e stretti lungo i quali il terreno ondeggia.
L’architetto Peter Eisenman afferma che le stele sono state progettate per creare un’atmosfera ansiogena, l’intera installazione punta a raffigurare un sistema ordinato, ma soltanto in apparenza, che ha completamente per il contatto con la ragione e con l’umanità.
Ma l’installazione, essendo molto astratta, lascia spazio all’interpretazione personale. Molti considerano il monumento molto più simile ad un cimitero che ad un memoriale e non sono mancate le critiche.
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