Stupore e bellezza al Palazzo Tobia Pallavicino
Nelle infinite reazioni di chi lo scopre la prima volta, il genovese Palazzo Tobia Pallavicino – per alcuni noto anche come Palazzo Carrega-Cataldi – mette tutti d’accordo con la sua allure da sogno rococò.
Oggi sede della Camera di Commercio del capoluogo ligure, l’elegante palazzo di Via Garibaldi è divenuto nel 2006 Patrimonio dell’Umanità dell’UNESCO e fa parte della lista dei 42 Palazzi dei Rolli, le antiche dimore costruite dalle famiglie aristocratiche più potenti della Repubblica di Genova tra il XVI e il XVII secolo.
A cavallo tra due secoli
Eretto nel 1558 per volere del marchese Tobia Pallavicino su progetto del Bergamasco, il palazzo aveva una struttura originale che comprendeva un blocco cubico a due piani (con rispettivi mezzanini) e un giardino sul retro, poi scomparso durante gli ampliamenti settecenteschi.
Nei primi anni del Settecento, infatti, il Palazzo fu acquistato da Giacomo Filippo Carrega, che ne ingrandì la struttura conferendole l’aspetto attuale: inserì uno splendido cortile interno, rinnovò la facciata principale e aggiunse un piano.
Il prospetto rinascimentale con rivestimento a bugnato in pietra di finale non lascia presagire, tuttavia, l’incredibile meraviglia degli interni, la cui decorazione rispecchia le due fasi della costruzione. La prima, cinquecentesca, si ispira ai modelli raffaelleschi e trova l’apoteosi nei due medaglioni centrali, dalla forma ottagonale e raffiguranti Leda e Giunone e altri dei dell’Olimpo.
Un sogno dorato: è la Galleria dorata
La seconda, d’epoca settecentesca, è un capolavoro del tardo barocco genovese di Lorenzo De Ferrari e si evince in due ambienti: la cappella e la cosiddetta Galleria dorata.
Interamente rivestita di decorazioni a stucco dorato, specchi e affreschi in classico stile rococò, la Galleria non ha nulla da invidiare alla maestosità delle regge francesi e italiane grazie all’apparato scenografico realizzato in collaborazione con Diego Carlone.
Il ciclo decorativo rappresentato al suo interno è ispirato alle storie più significative dell’Eneide: dall’amore con Didone allo sbarco in Italia. Qui la decorazione si fa architettura, arrivando a fondere le pareti, gli arredi e la volta in un’unica scenografia sofisticata che guarda a modelli francesi e tedeschi.
A far scorta di bellezza
Il salone del piano nobile, infine, segue il modulo di matrice alessiana ed è preceduto da una loggia che, in un tripudio di stucchi e affreschi del Bergamasco (Storie di Apollo e Apollo citaredo con le Muse), celebra il committente nel suo ruolo di mecenate delle arti.
Palazzo Tobia Pallavicino è uno dei segreti meglio celati di Genova: per scoprire tutta la sua magnificenza basta varcare il portone d’ingresso, e immergersi in un sogno.