Palazzo Gardella è un esempio raro di come un’architettura moderna possa inserirsi armoniosamente nel contesto storico e monumentale di una città come Venezia. Con un approccio calibrato e rispettoso per il contesto, ma al contempo innovativo e distante dall’imitazione storicista, l’edificio progettato da Gardella rappresenta una via alternativa per trovare un equilibrio tra antico e moderno.

L’incarico

Nel 1953, l’Immobiliare Santo Spirito incaricò l’architetto Ignazio Gardella di costruire un edificio per conto di Annamaria Cicogna Volpi a Venezia. Nonostante il progetto originale sia basato su una mappa sbagliata del terreno, Gardella decise comunque di procedere, rispettando l’allineamento degli edifici preesistenti. Uno degli elementi caratteristici del palazzo sono le finestre che lo stesse architetto sentiva caratteristiche della città. Nel 1958 la costruzione fu completata e nel 1995 fu vincolata dalla Sovrintendenza veneziana.

Chi è Ignazio Gardella

Ignazio Gardella, è nato il 30 marzo 1905 a Milano con il nome Mario Gardella ed è morto il 16 marzo 1999 a Oleggio vicino Novara. È stato un importante architetto italiano facente parte del movimento modernista in Italia. Gardella conseguì una laurea in ingegneria civile presso il Politecnico di Milano nel 1930 e una seconda laurea in architettura presso l’Istituto di Architettura dell’Università di Venezia nel 1949. Aprì il suo studio di architettura a Milano nel 1931 diventando famoso grazie la costruzione di ospedali. Ha progettato la dispensa antitubercolare di Alessandria (1934-1938), che è considerata una pietra miliare dell’architettura razionalista italiana. Ha anche progettato la torre geometrica di 66 metri per la Piazza del Duomo di Milano nel 1934 (mai realizzata), ha curato il progetto di urbanizzazione “Milano Verde” nel 1938 e con Luigi Vietti ha costruito la Casa del Fascio di Oleggio. Finita la guerra, dal 1947 al 1953, cura la costruzione del PAC, il Pavilion d’Arte Contemporanea, nel parco di Villa Reale a Milano mostrando la sua interpretazione unica dell’architettura moderna. Ha anche costruito l’edificio residenziale Casa alle Zattere conosciuto anche come palazzo Gardella sul Canale di Giudecca a Venezia (1954-1958). Gardella ha partecipato al concorso di ricostruzione di Milano dopo la Seconda Guerra Mondiale nel 1944, progettando diversi edifici.

Com’è fatto Palazzo Gardella

La Casa alle Zattere, nota anche come Condominio Cicogna o Palazzo Gardella, si trova vicino alla Chiesa dello Spirito Santo e si affaccia sul Canale della Giudecca, uno dei canali più famosi di Venezia.

Il nuovo edificio andò a sostituire due fabbricati in pessime condizioni. Il prospetto piega verso sud seguendo le fondamenta delle Zattere e riprende alcuni elementi tipici della residenza veneziana, come il basamento alto, le finestre multiple e la mancanza di simmetria nei prospetti. La facciata è caratterizzata da parapetti forati, finestre romboidali e non disposte in modo irregolare.

L’asimmetria dei prospetti della struttura lo rende molto simile al Ca’ d’Oro l’iconico palazzo affacciato sul Canal Grande. La struttura si divide in due parti una caratterizzata da una spalletta cieca e tre finestre e l’altra da grandi aperture, balconi traforati arretrati.

Casa alle Zattere, nota anche come Condominio Cicogna o Palazzo Gardella – ©Paolo Monti, disponibile nella biblioteca digitale BEIC (CC BY-SA 4.0)

Palazzo Gardella, l’interno

Il piano terra è composto da due ingressi uno che da su Calle dello zucchero e un altro su Fondamenta delle Zattere. Oltre agli ingressi sono presenti i servizi, illuminati da gruppi di finestrelle quadrate inclinate, ed un appartamento rialzato di un metro rispetto la strada. Il secondo e terzo piano ospitano due appartamenti grandi e due appartamenti piccoli che seguono il tipico modello veneziano con il soggiorno come protagonista. Il quarto e quinto piano sono destinati ad un ampio appartamento che assume le dimensioni di una villa con terrazza. Questa sfrutta il fatto che gli ultimi due piani sono arretrati rispetto la facciata.

Cortile interno del Palazzo Gardella – © Daniel Tudor Munteanu Unfolding Pavilion (Flickr CC BY-SA 2.0)

Materiali

Ignazio Gardella scelse materiali che rimandavano alla tradizione di Venezia. Vennero usati stucco colorato, marmo biancone di Vicenza e pietra d’Istria ma anche intonaco di graniglia di mattone per ricoprire la facciata. Anche il parapetto rimanda alla tradizione veneziana. Difatti la ringhiera della terrazza dell’ultimo piano funge da coronamento rendendo ancora più indefinito l’attacco al cielo, un tratto distintivo dell’architettura lagunare.

 

Accoglienza

L’integrazione di un nuovo progetto in un contesto storico come Venezia era complicata, in quanto c’era ancora la controversia per la mancata costruzione del Memorial Masieri di Frank Lloyd Wright che era ritenuto inopportuno per la città. Le opinioni sull’opera di Gardella variano. Alcuni la considerano una rivisitazione attenta e moderata del contesto veneziano, altri non vedono contrasti con gli altri palazzi di Venezia ma criticano l’uso delle forme veneziane.

Maria Giulia Parrinelli

©Villegiardini. Riproduzione riservata

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