Palais Bulles é sicuramente una delle case più stravaganti e desiderate della Costa Azzurra. Si trova a Théoule-sur-Mer, nel dipartimento Provenza-Alpi-Costa Azzurra, e la sua estrema e innovativa particolarità, ancora oggi sono le sue forme sinuose e i suoi splendidi oblò panoramici sul meraviglioso scenario della Côte d’Azur che lo rendono il perfetto set per eventi e sfilate.

Un po’ di storia

A commissionare Palais Bulles é stato il ricco industriale Pierre Bernard e, per la sua realizzazione, ha voluto l’architetto ungherese Antti Lovag. Bernard e Lovag si conoscevano da progetti che il primo aveva commissionato in precedenza all’architetto. Esisteva già fra loro, quindi, non solo un rapporto di reciproca stima ma proprio una perfetta visione e intesa. Antti Lovag, estimatore dell’architettura organica e precursore della cosiddetta Architettura blob, ideò e completò il complesso del Palais, fra il 1979 e il 1984, facendone una struttura ricettiva polifunzionale.

Nemmeno sei anni dopo la costruzione, il particolare edificio è stato venduto al celebre couturier Pierre Cardin che lo aveva eletto a sua dimora estiva. Cardin fu letteralmente conquistato dalle forme sinuose della struttura e, seppur abbia apportato alcune modifiche, non ha snaturato l’essenza del luogo rendendola palcoscenico di numerose sfilate, riprese e numerosi eventi mondani.

Nel 1999 Palais Bulles è poi entrato a far parte della lista dei monumenti storici francesi per scelta del Ministero della Cultura di Francia. Dopo diversi lavori di ristrutturazione e restauro conservativo durati cinque anni, di cui è stata incaricata l’architetta francese Odile Decq, nel 2017 il Palais è stato messo all’asta per una cifra che ha sfiorato i 400 milioni di euro. Tuttavia, Palais Bulles non è stato venduto e la Maison che ne è ancor oggi proprietaria, ha scelto di farlo diventare sede di eventi pubblici e privati oltre che un complesso residenziale di lusso.

Dettaglio di Palais Bulles
Dettaglio di Palais Bulles – ph. [Madeira78-Own-work-CC-BY-SA-4.0]

La struttura di Palais Bulles

Gli esterni

L’abitazione si trova appunto non lontano da Théoule-sur-Mer, sulla Corniche de l’Esterel e si affaccia sul golfo della Napoule. Si estende su circa 1200 metri quadrati e si sviluppa su tre piani. Questi, però, sono stati studiati in modo che l’occhio non li colga appieno per non impattare il paesaggio, proprio grazie alle linee sinuose dell’edificio.

La fusione di diversi elementi sferici dà vita a un labirinto plastico ed organico. Antti Lovag per Palais Bulles non ha previsto la presenza di linee rette che generino angoli a novanta gradi. Le linee curve sono interrotte soltanto da scalinate, porticati e terrazze. Punteggiano l’edificio un centinaio di oblò (o lucernari a calotta) che connotano di un’estetica avveniristica l’intera dimora.

La scelte dei colori é stata obbligata dato che il piano regolatore dell’area prevedeva il più basso impatto paesaggistico risultando particolarmente rigido. Unica concessione, perciò, il permesso di utilizzare soltanto gradazione cromatiche contestualizzabili alla natura circostante. Si è quindi stato scelto di utilizzare un profondo color rosa ripreso anche all’interno.

Da non dimenticare la vasta terrazza panoramica ed il grande teatro che può accogliere fino a 500 persone.

Gli interni

Sono presenti diversi ampi saloni nonché una sala conferenze. In quanto struttura ricettiva, anche una caffetteria, un centro benessere e un ampio garage sotterraneo. Il Palais Bulles, però, nonostante la presenza di numerosi locali adibiti a uso comune, dispone soprattutto di spazi abitativi ad uso residenziale. Gli interni sono in parte rosa come l’esterno ma sono presenti anche ambienti bianchi o blu.

L’andamento curvilineo prevale. Tutto diventa sinuoso e tondeggiante, soprattutto le finestre. Così anche i letti, le vasche da bagno, i caminetti e tutti gli altri complementi d’arredo che a volte sono stati inseriti proprio nella struttura stessa. Non esiste una netta linea di divisione tra dentro e fuori anche grazie a finestre a bolla apribili.

Il secondo proprietario, lo stilista Pierre Cardin, ha modificato 10 camere da letto che sono state affidate ognuna a un diverso artista contemporaneo. In aggiunta, l’interno del Palais Bulles é stato abbellito con i mobili di design della collezione Sculptures Utilitaires ideata proprio dallo studio di Pierre Cardin. Vere e proprie sculture con finalità decorative e nel contempo funzionali.

Le dimensioni della finestra di uno dei saloni
Le dimensioni della finestra di uno dei saloni – ph. [Gil-Zetbase-via-wikimedia-commons-CC-BY-SA-4.0]

L’architetto: Antti Lovag

Nato a Budapest il 10 aprile 1920, dopo aver frequentato alcuni corsi di architettura navale a Stoccolma, nel 1947 si trasferì all’École des Beaux-Arts di Parigi.

Venne molto ispirato dalle forme della natura tanto da sperimentare nuovi stili con alcuni suoi colleghi quali Pascal Haüsermann, Jean-Louis Chanéac e Jacques Couëlle. Stava, infatti, nascendo l’architettura organica in cui le abitazioni – ma anche gli oggetti di arredamento – diventavano più naturali e in armonia anche con le forme umane.

Solo nel 1969 Antti Lovag sviluppò la prima delle sue case bolla, la Maison Gaudet a Tourrettes-sur-Loup voluta da Antoine Gauder. Nel 1971 iniziò a lavorare per Pierre Bernard costruendo dapprima Maison Bernard a Théoule-sur-Mer e successivamente non poco lontano il Palais Bulles. Successivamente al Palais Bulles, Antii Lovag progettò altre dimore a Cannes, Nizza, a Saint-Raphaël e a Calern.

Maison Gaude

Maison Gaude chiamata anche Maison du Rouréou, è una casa situata a Tourrettes-sur-Loup, nelle Alpi Marittime francesi. La costruzione iniziò nel 1967 dopo una lunga fase di progettazione. Antti Lovag costruì prima un modello su larga scala della futura casa ma, una volta iniziati i lavori, vennero interrotto più volte a causa di diversi problemi di ordine amministrativo-burocratico. Di fatto é stata completata nel 2008 anche se, già dal 1998, era considerata monumento storico e qualche anno dopo anche patrimonio del XX secolo.

 

Maria Giulia Parrinelli

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