Ha una lunga storia villa Borghese di Nettuno, nota anche come villa Bell’Aspetto. Durante il 600 i cardinali delle famiglie nobili romane iniziarono a edificare dei palazzi con annessi giardini lungo le coste romane riprendendo una tradizione abbandonata da secoli ma che aveva precedenti illustri quali la villa di Cicerone, di Augusto e di Nerone ad Anzio, quella di Plinio il Giovane a Castelfusano, nei pressi di Ostia, quella di Domiziano al Circeo e quella di Tiberio a Sperlonga. Eretti su leggere alture in posizione dominante ottimamente scelta, questi palazzetti, o casini, punteggiavano il litorale tra Nettuno e Anzio.
Uno di questi fu voluto dal cardinale Vincenzo Costaguti che nel 1647 affidò all’architetto Giovanni Antonio De Rossi la costruzione di un palazzo in stile Barocco con annesso parco dove poter esercitare la caccia alla quaglia. La villa si chiamò da subito Bell’Aspetto per lo stupore degli ospiti che, giungendo dal bosco di caccia, una volta varcato il cancello inaspettatamente potevano ammirare un palazzo di alto valore estetico e il parco che da diversi punti di osservazione inquadrava lo spettacolo del mare. A inizio 800 la proprietà venne ceduta ai Torlonia che pochi decenni dopo, nel 1832, la vendettero ai principi Borghese. Marcantonio Borghese fece modificare l’assetto della villa eliminando ogni riferimento al Barocco e fece aggiungere due ali laterali sormontate da terrazze, per accogliere una famiglia più numerosa e i suoi ospiti.
Villa Borghese di Nettuno assunse così l’aspetto imponente che lo caratterizza ancora oggi. Verso il 1840 iniziò la riprogettazione del parco che circoscrive la residenza, lasciando a bosco il resto della tenuta, allora di 40 ettari (oggi 18). Davanti alle ali appena aggiunte vennero inseriti due giardini di gusto all’italiana, in cui regnano il rigore e la simmetria, con siepi di bosso topiato che disegnano motivi geometrici e al centro una Magnolia grandiflora, secondo il gusto dell’epoca di avere in giardino piante considerate esotiche. Nella parte posteriore delle ali, separati dal viale di accesso alla villa, ci sono altri due giardini con quattro spartimenti, sempre delimitati da basse siepi in bosso topiato, con centro una fontana circolare. Sono i ‘giardini dei pomi’ dove ancora oggi si coltivano piante da frutto a scopo alimentare.
Una delle fontane da qualche anno ospita un’opera della scultrice Alasia Borghese che raffigura due pargoli intenti a giocare in giardino. Le parti formali fanno da contrappunto al bosco circostante costituito da alberi tipici della macchia mediterranea, quali Pinus halepensis, P. pinea, P. Pinaster, Quercus suber, Q. pubescens, Q. frainetto, alcuni dei quali di notevole dimensione, e da un sottobosco di Ruscus aculeatus, Rosa canina, Smilax aspera e, nelle zone in cui entra più luce, da corbezzolo, mirto, cisto, lentisco e fillirea. Nel resto del giardino il rigore formale si stempera, lasciando il posto a romantici viali sinuosi tra gli alberi centenari della macchia cresciuti in forma libera a cui sono state aggiunte collezioni di Phoenix canariensis, P. dactylifera, Butia capitata, Cycas revoluta, Dasilirion, Eucalyptus, Trachycarpus fortunei, Chamaerops humilis, Agave americana ‘Marginata’, Cordyline australis, Musa e Washingtonia filifera.
Nel secolo scorso, Rodolfo Borghese abbellì il giardino di villa Borghese di Nettuno inserendo, nella parte finale del viale di accesso che dal mare conduce alla nobile dimora, due giardini formali simmetrici con disegni geometrici a ellissi, delimitate da siepi di bosso, che incontrandosi sembrano ricordare la forma di un cuore. In quel punto del parco esisteva una collezione di alberi di arancio amaro (Citrus aurantium) che vennero inglobati nel nuovo giardino, impreziosendolo. Nel tempo nuove specie di agrumi sono state aggiunte e ora limoni, cedri, mandarini, clementine e arancio dolce permeano il giardino del tradizionale profumo di zagara quando sono in fiore.
Nella seconda metà del secolo scorso, Lydia Borghese portò dal Brasile alcuni esemplari di Ceiba speciosa, dalla incantevole fioritura rosa e dal fusto aculeato, Hibiscus, Feijoa sellowiana e Mandevilla, creò un boschetto di avocado e chiamò l’architetto Paolo Pejrone per progettare la zona intorno alla grande fontana ellittica, che segna l’ingresso alla proprietà e che ora risplende di fioriture che si alternano nel corso dell’anno ma che in estate è un tripudio di Agapanthus e Hemerocallis. Piante di Acanthus mollis punteggiano i percorsi “In famiglia abbiamo un gioco: in primavera iniziamo a fare scommesse sul suo periodo di fioritura” racconta Sophie Khevenhüller, attuale proprietaria di Villa Bell’Aspetto.
Se nel corso dei secoli la visita villa Borghese di Nettuno per godere delle meravigliose viste sul mare e dei benefici della villeggiatura era riservata a personaggi illustri, tra i quali quali la Regina Cristina di Svezia, Papa Innocenzo XII, Papa Benedetto XIV, Eleonora Duse con Gabriele D’Annunzio, oggi il parco, che fa parte del Network Grandi Giardini Italiani, è aperto al pubblico per visite guidate. Villa Bell’Aspetto fa parte del network Grandi Giardini Italiani.
Foto courtesy Grandi Giardini Italiani
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