Il Giardino di Ninfa, nella pianura pontina, è un luogo ricco di fascino, archeologico e botanico, legato alla storia della famiglia Caetani che a fine 800 iniziò questa opera.
Dolci Acque
testo di Marella Caracciolo
foto di Dario Fusaro
Ogni anno a primavera, la Fondazione Roffredo Caetani riapre i cancelli del Giardino di Ninfa, nella pianura Pontina, per permettere ai visitatori di godere di questo paradiso acquatico, botanico e archeologico sorto tra le rovine di un’antica città.
Cenni sulla storia del Giardino di Ninfa
La sua storia è legata alle ultime generazioni di un’antica e potente famiglia feudale che si è estinta alla fine del Ventesimo secolo. Quella dei Caetani, duchi di Sermoneta e principi di Bassiano.
Fu un’inglese, Ada Boothe sposata Caetani, che nel 1880 cominciò a piantare le prime rose sui resti di questa “piccola città morta”, distrutta in una notte del 1382 dagli abitanti di una cittadella rivale.
Da allora Ninfa visse cinque secoli di abbandono.
Le pioniere di questo giardino
Se Ada, aiutata dal figlio Gelasio, fu la pioniera di questo giardino, il merito di averlo trasformato, dagli anni 30 in poi, in un’oasi per letterati e liberi pensatori va dato a un’altra straniera sposata Caetani: Marguerite Chapin.
Qui passarono ore felici Giorgio Bassani, che si ispirò ai Caetani e al luogo per “Il Giardino dei Finzi Contini”, il poeta T.S. Eliot (Thomas Stearns Eliot, ndr), cugino di Marguerite, la storica e scrittrice Iris Origo, la poetessa Isabel Bolton e molti altri ancora.
Lelia Caetani e Roffredo Caetani
Dopo la tragica morte sul fronte albanese del venticinquenne Camillo, figlio di Marguerite e Roffredo Caetani, il destino di Ninfa passò nelle mani della loro figlia Lelia. Con il marito, l’inglese Hubert Howard, Lelia dedicò il resto della sua vita a rendere Ninfa sempre più bella.
Pur non avendo figli, gli Howard hanno lavorato molto per proteggere Ninfa e, grazie alla Fondazione Caetani e al curatore Lauro Marchetti, per lasciarla intatta per le future generazioni. La bellezza del giardino di Ninfa e la ricchezza della sua storia sono ragioni più che sufficienti per venire fin qui.
Un giardino sempre più visitato
Quest’anno poi, spiega Davide Marchetti, che a Ninfa, grazie al padre Lauro, è cresciuto e che oggi si occupa di organizzare i flussi crescenti di visitatori, è stato restaurato il tratto delle mura medievali che racchiudono il giardino sul fronte est. Questo si è reso possibile grazie ai contributi del 5 per mille raccolti dalla Fondazione Roffredo Caetani Onlus.
Un grande lavoro è stato fatto anche per ripristinare le fioriture (perenni e stagionali) al cosiddetto “colletto”. È il giardino roccioso che si trova in uno dei punti più belli del giardino, a pochi passi dalla chiesetta diroccata di San Biagio.
Qualche cambiamento anche all’ingresso del giardino, dove quest’anno i visitatori avranno la possibilità di tornare a casa con una delle magnifiche rose di Ninfa in vaso.
Per informazioni e donazioni: fondazionecaetani.org.
Fondazione Roffredo Caetani Onlus (codice fiscale: 80012990596).
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