Bertel Thorvaldsen è stato un eminente rappresentante del periodo neoclassico nella scultura e ha spesso ricevuto confronti con Antonio Canova, diventando l’artista più importante nel campo dopo la morte di Canova nel 1822. Le sue figure presentano pose e espressioni più rigide e formali rispetto a quelle di Canova. Thorvaldsen aveva un forte attaccamento all’arte greca classica e credeva che solo attraverso l’imitazione di opere d’arte classiche si potesse diventare un vero grande artista.
La formazione
Bertel Thorvaldsen nacque il 17 novembre 1770 a Copenaghen. Fin da giovane mostrò un grande talento artistico e cominciò ad aiutare il padre nell’attività di intagliatore di polene per le navi mercantili. Nel 1781, Thorvaldsen ottenne l’ammissione alla prestigiosa Royal Danish Academy of Art di Copenaghen, dapprima studiava come disegnatore per poi dedicarsi alla modellazione dal 1786.
Le prime opere
I primi lavori riconosciuti di Thorvaldsen furono dei bassorilievi L’Amore al riposo del 1789, La cacciata di Eliodoro dal tempio del 1791 ma soprattutto Gli apostoli Pietro e Giovanni guariscono uno storpio del 1793. Quest’ultima gli valse una borsa di studio per un viaggio di studio a Roma. Partì da Copenaghen e dopo aver toccato Palermo nel gennaio 1797, si recò a Napoli, dove studiò per un mese prima di raggiungere Roma.
Periodo romano
Thorvaldsen si trasferì a Roma e durante il soggiorno incontrò Georg Zoega, un archeologo e numismatico danese, che lo prese sotto la sua ala protettrice e lo incoraggiò ad apprezzare le arti antiche.
La sua prima grande opera di successo fu un modello per una statua di Giasone, completata nel 1801 e molto apprezzata anche da Antonio Canova che a quel tempo era il più famoso scultore della città. Quando la borsa di studio di Thorvaldsen stava per scadere, egli inviò il suo Bacco e Arianna all’Accademia delle belle arti di Copenaghen, e l’istituzione decise di finanziare il suo soggiorno romano fino al 1803.
Il successo
Appena prima di tornare in patria ricevette l’incarico di eseguire la statua di Giasone in marmo da Thomas Hope, un ricco mecenate inglese. Da quel momento in poi, Thorvaldsen riscosse molto successo e non lasciò l’Italia per ben sedici anni. A causa di varie vicissitudini, il lavoro sul Giasone subì ritardi considerevoli e la scultura fu completata solo nel 1828.
Nel 1803 iniziò a lavorare sul rilievo di Achille e Briseide. L’anno successivo completò la Danza delle Muse all’Elicon e una statua di gruppo di Amore e Psiche, così come altre importanti opere come Apollo, Bacco e Ganimede.
Nel 1805 dovette ampliare la sua bottega e impiegare assistenti per aiutarlo con il taglio del marmo, mentre lui si occupava di fare gli schizzi e gli ultimi ritocchi.
Scultura di Adone
La statua di Adone fu commissionata da Ludovico I di Baviera nel 1808 e completata nel 1832. Si tratta di una delle poche opere in marmo che Thorvaldsen scolpì personalmente e rappresenta uno dei capolavori più vicini agli ideali greci antichi. La scultura è realizzata a grandezza naturale e presenta un giovane nudo che si sorregge ad un tronco. È possibile ammirare l’opera nel Museo Thorvaldsen a Copenaghen dove sono custodite molte delle opere dell’artista.
Le grandi opere
Dopo alcuni anni pieno di commissioni ed una crisi creativa nel 1818, Thorvaldsen fece il suo ritorno a Copenaghen dove fu nominato professore presso l’Accademia di belle arti e, l’anno successivo, consigliere di stato danese.
A Copenaghen, gli venne commissionata la realizzazione di una serie di statue colossali rappresentanti Cristo e i dodici apostoli per la ricostruzione della Vor Frue Kirke l’attuale cattedrale della città. Questa serie venne poi eseguita a Roma e completata solo nel 1838, anno in cui Thorvaldsen fece ritorno in Danimarca.
Tuttavia, nell’agosto 1820, partì nuovamente dalla sua città natale e, viaggiando attraverso Germania, Polonia e Austria, fece ritorno in Italia dove creò altri capolavori, come la statua di Niccolò Copernico del 1830.
Cristo
Durante la battaglia di Copenaghen del 1807 la Chiesa di Nostra Signora fu distrutta da un incendio causato dai bombardamenti della Royal Navy britannica. Dopo la ricostruzione della chiesa, nel 1819 a Thorvaldsen fu commissionata la scultura di statue raffiguranti Gesù Cristo e gli apostoli, un fonte battesimale, altri arredi e elementi decorativi.
Del gruppo fu soltanto realizzata la statua rappresentante Gesù Cristo risorto in marmo bianco di Carrara nel 1833.
Monumento di Niccolò Copernico a Varsavia
Il monumento a Niccolò Copernico è situato di fronte al Palazzo Staszic a Varsavia ed è una grande opera dello scultore danese Bertel Thorvaldsen. La statua in bronzo raffigura Niccolò Copernico seduto con un compasso nella mano destra e una sfera armillare nella mano sinistra.
È stata progettata nel 1822 e fu completato nel 1830. Al Museo Thorvaldsen di Copenaghen sono conservati il modello in gesso originale del 1822 e uno studio più piccolo del 1821.
Le opere per la curia
Quando il cardinale Ercole Consalvi commissionò a Thorvaldsen l’abbellimento della sua tomba, il Vaticano iniziò ad interessarsi all’artista, nonostante fosse un protestante convinto. Pio VII affidò a Thorvaldsen l’incarico di creare un monumento, che dal 1830 si trova nella Cappella Clementina della basilica di San Pietro, diventandp l’unico artista non italiano a cui sia mai stato commissionato un pezzo.
L’eredità
Nel 1838, Thorvaldsen fece il suo secondo ritorno in Danimarca, dove venne accolto con grandi onori. Qui si dedicò a nuove opere come i busti di Ludvig Holberg, Adam Oehlenschläger e Henrik Steffens, e su richiesta della Casa Reale, anche uno di sé stesso. Nel 1841, Thorvaldsen tornò nuovamente a Roma per completare alcuni incarichi accettati in precedenza, prima di fare definitivamente ritorno a Copenaghen nell’ottobre del 1842.
Bertel Thorvaldsen morì il 24 marzo 1844 e parte della sua fortuna fu destinata alla realizzazione di un museo a Copenaghen, dove sarebbero state conservate le sue opere d’arte.
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