Un’opera d’arte pensata come esperienza immersiva nella quale l’idea del classico dedalo con prospettive verdeggianti lascia spazio a un susseguirsi di segni arcaici strappati alla materia e avvolti in una ieratica oscurità. Dal 20 marzo il Labirinto di Arnaldo Pomodoro sarà nuovamente aperto al pubblico, dopo i lavori di ristrutturazione che hanno coinvolto i sotterranei del Headquarter milanese della Maison Fendi nei quali è situato. L’opera è una sintesi perfetta del percorso creativo del Maestro, che nel corso di una lunga carriera ha sta saputo sviluppare un linguaggio scultoreo unico. Dalle prime opere degli anni Cinquanta con altorilievi enigmatici a questa suggestiva installazione, l’artista ha costantemente dialogato con la materia e la storia, traducendo simboli arcaici in un linguaggio contemporaneo.

Le superfici scolpite del Labirinto richiamano antiche civiltà, come quella dell’epopea di Gilgamesh, con segni , cunei e trafitture che evocano una lingua perduta e dimenticata, ma che trasmette un senso di misteriosa familiarità. In continuità con la partnership tra Fendi e Fondazione Arnaldo Pomodoro, la sede ospita, oltre a questa opera ambientale, anche due opere-costume realizzate dall’artista e oggi esposte nell’atrio Solari 35. Un luogo dove spazio, mito e arte si fondono in un’esperienza unica e senza tempo. arnaldopomodoro.it

Testo di S.G.

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