L’edizione numero quindici della Mostra Internazionale della Biennale di Architettura ha ospitato Tra misura e paesaggio, una mostra e installazione di Teresa Moller sulle cave di travertino nel deserto di Atacama nel nord del Cile.
La Biennale a cura di Aravena ha a cuore un obiettivo specifico: il tema dello scarto, ben interpretato dalla Moller in maniera quasi monumentale, nonostante le dimensioni ridotte dei singoli elementi rappresentati. È l’arte del paesaggio che entra in contatto con il pubblico: i blocchi di pietra scartati dalle lavorazioni nelle cave di travertino cilene sono stati inseriti in maniera frammentaria negli spazi esterni ai padiglioni della Biennale.
L’obiettivo della Moller è chiaro: riempire il tessuto urbano con materiali apparentemente di scarto, che invece raccontano l’aspetto comunitario del lavoro in Cile, oltre alla riflessione che anche in architettura bisogna lavorare sugli scampoli.
La contaminazione degli elementi, dei materiali e delle culture si fonde in una rappresentazione unica, d’altronde come afferma la Moller:
Direi che la differenza tra architettura e paesaggio è che è un muro è 5 metri per 5 metri mentre un albero, beh non lo saprai mai. […] Sono interessata al processo.