Prada presenta la mostra Mirroring: Lucio Fontana e Michelangelo Pistoletto, realizzata con il supporto di Fondazione Prada. Il progetto espositivo si terrà dal 20 marzo al 15 giugno 2025 a Shanghai negli spazi di Prada Rong Zhai, la residenza storica del 1918 restaurata da Prada e riaperta nel 2017. La visione curatoriale di Sook-Kyung Lee, direttrice della Whitworth, parte dell’Università di Manchester, è stata integrata dalla consulenza scientifica della Fondazione Lucio Fontana e di CittadellarteFondazione Pistoletto.

Due grandi artisti, insieme

Per la prima volta Lucio Fontana (1899-1968) e Michelangelo Pistoletto (n. 1933), due figure di riferimento nella scena artistica italiana e internazionale del dopoguerra, sono messi in dialogo tra loro rivelando i rispettivi approcci alla materia e alla dimensione concettuale dell’arte, l’esplorazione di spazi performativi alternativi e la presenza del metafisico nelle loro pratiche artistiche. La mostra raccoglie 26 opere, realizzate a partire dalla fine degli anni Quaranta, che sottolineano la ricerca di nuove forme espressive e il rifiuto di materiali, metodi e soggetti percepiti come paradigmi del passato.

Il progetto indaga inoltre l’approccio dei due artisti al superamento delle restrizioni pittoriche e l’utilizzo di materiali provenienti dal mondo oltre le arti visive. La tridimensionalità dei loro lavori è un altro elemento centrale della mostra, accompagnato da una riflessione sull’aspetto performativo delle loro pratiche.

Mirroring: Lucio Fontana e Michelangelo Pistoletto, Prada Rong Zhai

La curatrice Sook-Kyung Lee

L’interesse di Fontana e Pistoletto nel rifiutare i modelli precostituiti dell’arte e la ricerca di forme espressive inedite è un aspetto che persiste nelle loro opere. La mostra intende creare un dialogo tra i due artisti, evidenziando la direzione che hanno condiviso nella loro produzione artistica e, allo stesso tempo, alludendo alle inevitabili differenze tra ciascuna delle loro pratiche”.

Come ricorda Michelangelo Pistoletto, “Ho conosciuto Lucio Fontana, siamo stati amici, abbiamo coltivato un dialogo sul nostro lavoro e sulla relazione che ha avuto con la storia dell’arte, a cui entrambi abbiamo contribuito in momenti diversi. La prima volta che ho visto il suo lavoro è stato nella mostra ‘Arte in vetrina’ a Torino, nel 1953. […] Dopo l’incontro con Fontana ho cercato una mia identità. L’ho fatto allo specchio, attraverso l’autoritratto. Ma senza uno specchio non può esistere un autoritratto e presto lo specchio è diventato il protagonista della mia personale e nuova prospettiva.

Tra Pistoletto e Fontana

Mirroring esplora le modalità con le quali i due artisti, in modo complementare e al contempo in parte divergente, superano i limiti bidimensionali della superficie pittorica.

Concetto spaziale (1949-50) e Concetto spaziale (1961), esposti a Prada Rong Zhai, costituiscono l’essenza dell’indagine di Fontana e presentano due dei gesti più rappresentativi e rivoluzionari della sua ricerca: i fori, che l’artista realizza a partire dal 1949, e i tagli. Il pigmento pittorico color argento di queste tele espande i limiti tradizionali della pittura raggiungendo una dimensione che non rappresenta qualcosa, ma piuttosto lo evoca. Seguendo questa visione, l’artista approfondisce la sua indagine includendo inserti in pasta di vetro, come in All’alba Venezia era tutta d’argento (1961), parte di una serie dedicata alla città che rievoca i riflessi della laguna. Le tre opere argentate sfidano la bidimensionalità della tela e creano una nuova dimensione: uno spazio concettuale.

Mirroring: Lucio Fontana e Michelangelo Pistoletto, Prada Rong Zhai

Nel 1960 Michelangelo Pistoletto presenta la sua prima mostra personale a Torino, che indaga la propria identità attraverso la serie degli Autoritratti. Mirroring include lavori come Uomo di schiena (1961), parte della serie Il presente, in cui Pistoletto dipinge la propria figura su uno sfondo nero che rende specchiante per mezzo di uno spesso strato di vernice trasparente, e Figura umana (1962), parte della serie Quadri specchianti, in cui l’artista utilizza per la prima volta l’acciaio inox lucidato al posto della tecnica pittorica tradizionale. In entrambi i lavori, la figura umana è ritratta con le spalle rivolte verso l’osservatore, distaccandosi dall’approccio convenzionale del ritratto e rompendo la linea di confine tra l’opera e chi la osserva.

Il progetto espositivo approfondisce anche la tridimensionalità e gli aspetti performativi dell’opera di Fontana e Pistoletto.

Fontana, che nasce come scultore e si dedica alla pittura solo dalla fine degli anni Quaranta, concepisce la rappresentazione attraverso la forza di un gesto che imprime le tracce di un’azione fisica. Questo approccio emerge nella serie emblematica delle Nature (1959-60), composta da sculture geoidi realizzate in terracotta e fuse in bronzo che richiamano un immaginario cosmico. La stessa dimensione dell’azione si riscontra nella serie dei Teatrini (1965), in cui l’artista realizza cornici di legno per costruire una sorta di scenografia teatrale che dà spazio a una performatività delle forme. Tra la fine del 1965 e l’inizio del 1966, Pistoletto produce ed espone nella sua casa-studio un nuovo gruppo di lavori intitolato Oggetti in meno.

Creati attraverso una modalità operativa legata alla dimensione temporale della contingenza, gli oggetti sono uno diverso dall’altro, come se facessero parte di una mostra collettiva, infrangendo il dogma secondo cui l’opera di un artista deve essere stilisticamente riconoscibile, come un marchio commerciale.

Mirroring: Lucio Fontana e Michelangelo Pistoletto, Prada Rong Zhai

La dimensione metafisica è un elemento centrale nel lavoro di entrambi gli artisti. A testimoniare la presenza di nuovi confini dell’esistenza sono le opere di Fontana Ambiente spaziale (1948-49) e Concetto spaziale (1950), realizzate in carta e carta su tela, in cui l’artista fa uso di macchie e forme globulari che evocano galassie e nebulose. Come sottolinea Luca Massimo Barbero nel testo scritto per la mostra, “Fontana racchiude in una simbologia pura la filosofia dello Spazialismo, ovvero la fiducia utopica nell’infinito, nelle immensità delle galassie e, soprattutto, nell’intelligenza dell’uomo che, in quegli anni, faceva divenire lo Spazio la sua nuova frontiera anche nel campo dell’arte”.

Nella serie Terzo Paradiso (2003), Michelangelo Pistoletto concepisce una nuova versione del simbolo dell’infinito, composto da tre cerchi al posto dei due tradizionali, a rappresentare il passaggio verso una nuova era della storia e una nuova condizione umana. Con questi lavori, l’artista invita a riflettere sul superamento del conflitto tra natura e artificio e promuove un equilibrio sostenibile tra ambiente naturale e progresso tecnologico.

Cenni biografici

Lucio Fontana

Lucio Fontana (Rosario di Santa Fé, Argentina, 1899 – Comabbio, 1968) è stato uno dei principali artisti sulla scena internazionale del XX secolo, animato da un’inesauribile attitudine creativa che l’ha portato a sperimentare con tecniche e materiali sempre diversi. Nato in Argentina da immigrati italiani, Fontana avvia la sua carriera di scultore nello studio del padre e segue le lezioni di Adolfo Wildt all’Accademia di Belle Arti di Brera a Milano.

Nello stesso periodo, vive e lavora tra Milano e l’Argentina, realizzando una serie di lavori su committenza pubblica e privata, grazie ai quali raggiunge un notevole successo. Negli anni Trenta si afferma come una figura centrale nella scena dell’arte astratta italiana ed espone le sue celebri sculture astratte presso la Galleria Il Milione a Milano. Insieme ad altri artisti italiani, inoltre, si unisce al gruppo Abstraction-Création. Al contempo, dà inizio allo studio sulla ceramica, che continuerà per tutta la sua carriera, grazie soprattutto allo stretto dialogo con Tullio d’Albisola, poeta futurista e ceramista. Nello stesso periodo, avvia una collaborazione fondamentale con alcuni dei maggiori architetti italiani, tra i quali Figini e Pollini, BBPR e Luciano Baldessari.

Mirroring: Lucio Fontana e Michelangelo Pistoletto, Prada Rong Zhai

Fonda Altamira

Negli anni Quaranta rientra in Argentina e a Buenos Aires fonda Altamira, libre escuela de artes plasticas, una scuola d’arte antiaccademica dove insegna scultura. Qui, nel 1946, concepirà il Manifiesto Blanco, un documento che racchiude le teorie e le riflessioni che caratterizzano il suo lavoro per tutta la sua carriera. Nel 1947 ritorna a Milano, dove si riunisce intorno a lui un gruppo di artisti, affascinati dalle teorie del Manifiesto. Seguono anni di intensa attività e confronto che portano alla nascita dello Spazialismo, sostenuto da alcuni manifesti programmatici del gruppo. Fontana prosegue nel frattempo la sua personale ricerca e, nel 1949, inizia a perforare le tele che intitola Concetto spaziale.

Circa dieci anni dopo, proseguendo l’indagine sul rinnovamento del linguaggio artistico e la ricerca di una nuova dimensione, giunge al gesto rivoluzionario ed emblematico del taglio. Nel 1949 espone alla Galleria del Naviglio a Milano Ambiente spaziale a luce nera, tra le testimonianze più innovative e radicali della carriera di Fontana in cui l’esperienza individuale ed effimera dell’uomo nello spazio diventa essa stessa opera. Oltre ai celebri “buchi”, ai “tagli” e alle sculture, negli anni Cinquanta e Sessanta Fontana concepisce diverse serie di opere: Pietre, Barocchi, Impasti, Inchiostri, Carte, Oli, Quanta, Nature, Metalli, Fine di Dio, Teatrini, Ellissi e altri Ambienti spaziali a cui lavorerà per tutta la vita. L’artista è ancora oggi il protagonista di mostre personali di riferimento in istituzioni pubbliche e private in Italia e all’estero, e i suoi lavori fanno parte di prestigiose collezioni in tutto il mondo.

Michelangelo Pistoletto

Michelangelo Pistoletto nasce a Biella nel 1933. Inizia a esporre nel 1955 e nel 1960 tiene la sua prima personale alla Galleria Galatea di Torino. La sua iniziale produzione pittorica è caratterizzata da una ricerca sull’autoritratto. Nel 1962 approda alla realizzazione dei Quadri specchianti, con i quali raggiunge in breve riconoscimento e successo internazionale. Tra il 1965 e il 1966 produce un insieme di lavori intitolati Oggetti in meno, considerati basilari per la nascita dell’Arte Povera, movimento artistico di cui Pistoletto è animatore e protagonista.

A partire dal 1967 realizza, fuori dai tradizionali spazi espositivi, azioni che rappresentano le prime manifestazioni di quella “collaborazione creativa” che Pistoletto svilupperà nel corso dei decenni successivi, mettendo in relazione artisti provenienti da diverse discipline e settori sempre più ampi della società. All’inizio degli anni Ottanta realizza una serie di sculture in poliuretano rigido, successivamente riproposte in marmo. Dal 1985 al 1989 crea la serie dei “volumi scuri” denominata Arte dello squallore. Negli anni Novanta insegna all’Accademia di Belle Arti di Vienna e, con Progetto Arte e la creazione a Biella di Cittadellarte-Fondazione Pistoletto, mette l’arte in relazione con i diversi ambiti del tessuto sociale al fine di ispirare e produrre una trasformazione responsabile della società.

Mirroring: Lucio Fontana e Michelangelo Pistoletto, Prada Rong Zhai

Diverse onorificenze

Nel 2003 è insignito del Leone d’Oro alla Carriera alla Biennale di Venezia. Nel 2004 l’Università di Torino gli conferisce la laurea honoris causa in Scienze Politiche. In tale occasione annuncia quella che costituirà la fase più recente del suo lavoro, denominata Terzo Paradiso, che diventerà nel corso dei decenni successivi una grande opera collettiva e partecipata. Nel 2007 riceve il Wolf Foundation Prize in Arts “per la sua carriera costantemente creativa come artista, educatore e attivatore, la cui instancabile intelligenza ha dato origine a forme d’arte premonitrici che contribuiscono a una nuova comprensione del mondo”.

Nel 2017 viene pubblicato il suo libro Ominiteismo e Demopraxia. Manifesto per una rigenerazione della società. Nel 2021 è inaugurato a Cittadellarte l’Universario, spazio espositivo in cui l’artista presenta le sue più recenti ricerche. Viene pubblicato il suo libro nel 2022, La formula della creazione, in cui ripercorre i passi fondamentali e l’evoluzione del suo intero percorso artistico e della sua riflessione teorica. Nel febbraio del 2025 è stato nominato per il Premo Nobel per la Pace. Nel corso della sua lunga carriera ha ricevuto innumerevoli riconoscimenti internazionali e partecipato tredici volte alla Biennale di Venezia. Le sue opere sono presenti nelle collezioni permanenti dei maggiori musei di arte contemporanea.