Il Tempio Mimuroto-ji è conosciuto anche con l’appellativo di “tempio dei fiori“, poiché i suoi ampi terreni ospitano giardini incantevoli, dove è possibile perdersi nella contemplazione di diverse varietà di fiori stagionali.

Mimuroto-ji e lo sbocciare dei fiori

Ogni anno, tra la fine di aprile e l’inizio di maggio, il giardino delle azalee, tsutsuji-enつつじ園, si trasforma in uno spettacolo mozzafiato. Le 20.000 piante, nel pieno della fioritura, esplodono in una danza di colori, dai toni del viola, del rosa e del bianco.

Un prato di Azalee [Tetsuhiro Terada, CC BY 2.0, Flickr]
Dopo il trionfo primaverile delle azalee, il testimone passa alle ortensie che arricchiscono ulteriormente la tavolozza di colori che il tempio ha da offrire. Tra il 2019 e il 2020 ne sono state piantate circa 20 nuove varietà, tra cui la rara Hydrangea serrata ‘Shichidanka’ o “ortensia fantasma”, per un totale di 10.000 esemplari, raggiungendo un totale di 20.000 piccoli gioielli del creato.

Luglio, invece, nel pieno dell’estate, è il periodo in cui di fronte all’edificio principale del tempio sbocciano, nel loro roseo candore, i fiori di loto.

Il giardino Yorakuen di Kinsaku Nakane

Scendendo nella zona più bassa del complesso, si trova il giardino Yorakuen 与楽苑, creato nel 1988 da Kinsaku Nakane (1917-1995), grande progettista di giardini paesaggistici. Esso si compone principalmente di tre sezioni: un giardino di pietra, ishi-en 石園 , un giardino con laghetto nello stile chisen kaiyū e, infine, un giardino secco, o karesansui, dal quale in autunno si possono osservare le delicate foglie degli aceri tingersi di rosso.

 

Il Mimuroto-ji e le sue statue

L’edificio principale del Mimuroto-ji ospita l’immagine del bodhisattva Kannon dalle mille braccia mentre davanti a esso sono presenti le statue di un bue e di un coniglio, entrambi animali considerati sacri secondo lo zodiaco giapponese.

La prima si chiama shōun no ushi 勝運の牛 (“bue della buona sorte”) e tiene all’interno della bocca spalancata una sfera, “in grado di infondere fortuna a chiunque la tocchi”. Il bue è simbolo di forza, vitalità, coraggio e perseveranza, qualità necessarie per affrontare e superare vittoriosi le sfide della vita.

shōun no ushi 勝運の牛 (“bue della buona sorte”) [Hyppolyte de Saint-Rambert, CC BY 4.0, Wikimedia Commons]
La seconda, fukutoku no usagi 福徳兎 (“coniglio della felicità e della prosperità”), è conosciuta anche come “coniglio guardiano” e rappresenta questo animale che abbraccia ciò che sembrerebbe essere una luna, su cui ci sono delle cavità che ospitano al loro interno due pietre di forma ovoidale. Inserendo le mani si può tentare la sorte: se si riescono ad alzare, il coniglio infonderà coraggio al fortunato e realizzerà i desideri che gli verranno richiesti.

fukutoku no usagi 福徳兎 (“coniglio della felicità e della prosperità”) [Hyppolyte de Saint-Rambert, CC BY 4.0, Wikimedia Commons]
Infine, una terza statua raffigura la divinità Ugajin 宇賀神, un’entità dal volto di un anziano saggio e corpo di serpente, che poggia su una pianta di loto. La tradizione vuole che, strofinandolo, il dio garantisca prosperità economica e benessere finanziario.

Ugajin 宇賀神 [Hyppolyte de Saint-Rambert, CC BY 4.0, Wikimedia Commons]

Mimuroto-ji, luogo di storia, leggende, spiritualità e fiori

Il Mimuroto-ji è sopravvissuto alle pieghe della storia, confermandosi come un luogo in cui l’uomo non è solo spettatore, ma diventa parte di un dialogo con l’essenza della natura, con l’invisibile, con il divino. Il cambiamento si fa dolce e impercettibile e i fiori, nella loro effimera bellezza, diventano messaggeri di un tempo, che non si è fermato, ma che si rinnova, quieto, a ogni stagione.

[663highland, CC BY-SA 3.0, via Wikimedia Commons]

Maurizio Bertoli

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