MARCO ZANUSO JR, ARCHITETTO E DESIGNER, ABITA NEL CENTRO STORICO IN UN LUOGO RICCO DI FASCINO, DOVE SI MESCOLANO OGGETTI DI DESIGN E MAESTRI DEL NOVECENTO
Milano. Brera. Via San Marco. Il Naviglio scomparso ha lasciato il posto a un giardino segreto sotto il livello stradale. Le architetture liberty si fondono con i nuovi grattacieli in lontananza. Un ponticello di pietra, il ponte delle Gabelle, scavalca la chiusa, capolavoro di ingegneria idraulica alla cui progettazione ha contribuito Leonardo. Un luogo incantevole e appartato. Qui abita Marco Zanuso jr, architetto e designer, con sua moglie Marzia.
“L’edificio dei primi del Novecento era in origine un magazzino dove probabilmente si stoccavano le merci trasportate sul Naviglio”, racconta Zanuso. ”Sono tipici di quell’architettura il soffitto a voltini, le grandi finestre e i pilastri di ghisa annegati nelle pareti. Tutti elementi che ho mantenuto. Il layout dell’appartamento è rimasto quello originale.
Ho solo avvicinato la cucina alla zona giorno e ho cambiato i colori delle pareti.” Una casa luminosa, la sua, dove i pezzi disegnati dall’architetto milanese si mescolano a quelli dei maestri del 900. Così le lampade Montana, progetto per Marset, e Minimal, per Fontana Arte, il tavolino Cleopatra disegnato per Memphis, gli oggetti in lamiera di ferro della collezione Policromi realizzati per la Galerie Italienne di Parigi si accostano a classici come la Vanity Fair di Poltrona Frau, la lampada Arenzano di Gardella, il divano Raffles di Magistretti, la lounge chair Eames, le luci Imbuto e Monachella di Caccia Dominioni.
“La mia formazione è doppia, continua Zanuso, Durante l’università a Firenze sono entrato a contatto con l’architettura radicale e con i suoi riferimenti, Superstudio, Michele De Lucchi, Andrea Branzi, Alessandro Mendini, Ettore Sottsass. Dopo un periodo all’estero sono rientrato a Milano e ho iniziato a collaborare con lo studio di mio zio, Marco Zanuso, su progetti di design e architettura, e all’università con Enzo Mari e Achille Castiglioni”. Incontri importanti dunque, che convivono nel suo lavoro progettuale e nelle sue scelte abitative. Eleganza e sensibilità mutuate dalla grande tradizione lombarda, si affiancano a tratti contemporanei e dirompenti. “A volte”, confessa Marco Zanuso, “mi sento stanco delle cose che si è abituati a vedere e allora cerco qualcosa di completamente diverso, primordiale, magico…”.
Una continua ricerca di innovazione senza mai dimenticare un elemento che gli sta molto a cuore, la funzione comunicativa dei suoi progetti.