All’anagrafe è Thierry Guetta, in arte Mr. Brainwash. Segni particolari? Bombolette spray e vernice sempre con sé per realizzare capolavori della street art. E, fino al 9 giugno 2019, la Galleria Deodato Arte di Milano ospiterà la prima mostra personale dell’artista in Italia dal titolo “Milan is Beautiful”.
Mr. Brainwash, benvenuto in Italia!
È riconosciuto come uno degli street artist più quotati a livello mondiale, e Milan is Beautiful vuole ripercorre la sua carriera, grazie alle oltre 100 opere, tra le quali tele, sculture, installazioni monumentali, bombolette spray e specchi luminosi esposti con l’obiettivo di offrire ai visitatori un’esperienza indimenticabile e una full immersion nei lavori dell’artista.
Tra le opere più importanti di Mr. Brainwash si possono elencare “Wall”, pezzi realizzati su alcuni pannelli di legno, cartelli stradali e vetroresina, per ricreare l’illusione di un muro di mattoni con dei graffiti; “Peel a Boo”, opera mai esposta, con rappresentati un bambino e un cane che guardano la scritta “Imagine”; “Neon”, dei neon sagomati e “You make me feel extraordinary”, uno specchio incorniciato con il titolo creato da un neon rosa.
Life is beautiful
Il titolo della mostra, Milan is beautiful, è un chiaro collegamento a Life is beautiful, frase importantissima nella poetica dell’artista, che vuole invitare ogni persona a vivere la propria vita con positività e coraggio.
L’artista che conobbe Bansky
Non si può non citare Mr. Brainwash senza legarlo a Bansky, figura fondamentale nel percorso artistico di Thierry. I due, infatti, si conobbero nei primi anni 2000, quando Guetta si divertiva a filmare qualunque episodio della sua vita a Los Angeles. Dopo aver accompagnato il cugino street artist Invader nelle sue uscite notturne e aver filmato i più importanti artisti del momento in azione, decide di raggiungere anche Bansky che, incredibilmente, acconsente a essere ripreso – seppure a volto coperto. Tra i due nasce un legame sincero e schietto, tanto che all’annuncio di Thierry di realizzare un documentario sulla street art di Bansky, quest’ultimo riesce a convincerlo a cambiare rotta: si era accorto che il potenziale di quello che sarebbe diventato di lì a breve Mr. Brainwash era nell’arte e non nella regia. Il resto della storia è noto.