Michele Sanmicheli è stato un urbanista ma anche un architetto civile e militare. Un vero lavoratore instancabile ed uno dei più grandi artisti manieristi della sua epoca. Assunto dalla Serenissima ha progettato molto anche a Verona e ha lavorato molto all’estero durante i suoi viaggi per conto del doge.
Stile
Michele Sanmicheli può essere considerato un manierista però, a differenza di artisti come Michelangelo e Giulio Romano, violò le regole classiche per poter mescolare elementi antichi con le esigenze moderne e non per stupire l’osservatore. Il suo stile è dunque inconfondibile ed è influenzato sia dagli architetti contemporanei di Verona e di Venezia ma anche da artisti rinascimentali come Raffaello ma soprattutto Bramante. Fu un grande studio di Vitruvio da cui imparò le regole architettoniche che però non seguì pedissequamente ma le applicò in maniera diversa e più moderna.
La formazione
Michele Sanmicheli è nato a Verona il 1484 in una famiglia di architetti. Si formò insieme al fratello ed al cugino Matteo Sanmicheli nella bottega di famiglia tenuta dal padre e dallo zio. Decise di trasferirsi nel 1505 a Roma una volta morti i genitori.
Una volta a Roma studiò la scultura e l’architettura classica lavorando, probabilmente, come assistente di Antonio da Sangallo. Nella capitale potè frequentare le botteghe influenzate dal Bramante ed anche l’architetto e intarsiatore Fra Giovanni da Verona che lo introdusse alla corte papale. Così facendo divenne noto anche al di fuori della città.
Orvieto
Nel 1509 si trasferì a Orvieto e tre anni dopo ottenne un importante lavoro. Fu nominato capomastro del cantiere del Duomo di Orvieto, potè così seguire i lavori da vicino imparando moltissimo. Questa esperienza lo rese molto conosciuto e richiesto e gli vennero commissionate diverse opere private come per esempio la Cappella Petrucci nella chiesa di San Domenico a Orvieto.
Cappella Petrucci
La Cappella Petrucci è stata costruita da Michele Sanmicheli tra il 1516 ed il 1518. Si tratta di una cappella sepolcrale all’interno della chiesa di San Domenico a Orvieto sotto la tribuna dell’altare maggiore. Inspirandosi ai mausolei dell’antica Roma l’architetto ha progettato tre vani al quale si accede scendendo due scale asimmetriche.
Purtroppo l’assetto attuale della cappella è diverso da quello progettato nel 500 a causa di diversi lavori alle cappelle superiori durante la fine del XVI secolo.
I lavori per la chiesa
Nel 1526 lavorò per il cardinale Alessandro Farnese che gli commissionò di preparate i primi disegni del Duomo di Montefiascone non lontano da Viterbo. Si trattava di un edificio che rimandava alla chiesa di Santa Maria di Loreto a Roma, a pianta ottagonale sormontata da una cupola bramantesca. Purtroppo a causa di un incendio nel 1670 questo edificio andò parzialmente distrutto e venne modificato radicalmente da Carlo Fontana.
Probabilmente grazie alla raccomandazione del cardinale Alessandro Farnese, Michele Sanmicheli potè lavorare anche per papa Clemente VII. Per il pontefice perlustrò e fece una relazione riguardante le fortificazioni settentrionali.
Michele Sanmicheli incontra Francesco Maria della Rovere
Decise di tornare nella sua città natia nel 1527. Prima però si fermò brevemente a Treviso, a Padova e a Legnano per studiare le opere di architettura militare. E sarà proprio a Legnano che Michele Sanmicheli incontrò Francesco Maria della Rovere che, conoscendo la sua fama e vedendo l’interesse per l’architettura militare, gli offrì la carica di ingegnere militare per Venezia.
Sempre nel 1527 progettò la cappella Pellegrini presso la chiesa di San Bernardino di Verona terminata poi tre anni dopo.
Sarà nel 1530 che Michele Sanmicheli venne ufficialmente nominato sovrintendente e tra il 1532 ed il 1547 progettò le porte monumentali di Verona, prima porta Nuova poi porta San Zeno ed infine porta Palio. Successivamente modificò la fortificazione di Verona aggiungendo diversi bastioni.
Porta Palio
Progettata da Michele Sanmicheli e costruita tra il 1550 ed il 1561 Porta Palio è un accesso monumentale della città di Verona tra il bastione di San Bernardino e il bastione di Santo Spirito. Presenta una pianta rettangolare con un grande androne centrale senza pilastri aperto su un loggiato. Al piano superiore sono presenti diversi locali che un tempo erano adibiti al corpo di guardia.
La facciata principale è composta da quattro coppie di colonne leggermente distanziate tra loro che delimitano le tre campate principale che contengono delle porte al centro più grande e ai lati più piccole. Il lato che guarda la città invece presenta, invece, sei coppie di colonne e cinque aperture ad arco che lo avvicinano molto ad un grande portico.
La carriera da ingegnere militare
Nel 1534 Michele Sanmicheli venne incaricato di redigere un rapporto sulle difese e sulle fortificazioni della laguna. L’architetto delineò una ipotetica riprogettazione sulla base sia di difesa militare ma anche considerando una certa efficienza civile. Aveva tenuto conto anche delle problematiche del territorio rendendo questo lavoro tuttora attuale.
Fino al 1540 viaggiò moltissimo con il nipote per visitare e verificare le fortificazioni nei domini marittimi della Serenissima. Visitò per esempio la Dalmazia ma anche alcune città nell’attuale Croazia come Zara e Sebenico arrivando fino a Corfù e Creta.
Nonostante il molto lavoro tra la redazione del rapporto sulle difese e i viaggio gli fu commissionata la progettazione di alcune fortificazioni nella laguna come per esempio il forte di Sant’Andrea proprio di fronte al lido di Venezia.
Al ritorno dai suoi viaggi ad est lavorò ancora ad altre fortificazioni a Orzinuovi e Chioggia e diede diverse consulenze come per esempio sulla costruzione del palazzo della Ragione a Vicenza dove probabilmente incontro Andrea Palladio.
Le ultime opere
A causa delle sue condizioni di salute viaggiò sempre meno facendo rilievi a strutture difensive non lontane da Venezia. Nel 1540 tornò a Verona dove gli commissionarono diverse residenze realizzando anche la cupola della chiesa di San Giorgio in Braida. Tra le residenze più riuscite c’è sicuramente il palazzo Pompei della famiglia Lavezzola.
Dal 1541 al 1556 progettò altri palazzi, non solo a Verona come il palazzo degli Honorij ma anche a Venezia come palazzo Corner Mocenigo e palazzo Grimaldi e Rovigo con il palazzo Roncale.
Michele Sanmicheli morirà a Verona nell’agosto 1559 dopo aver perso il nipote che aveva designato come suo successore.
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