A CURA DI MARELLA CARACCIOLO

GIUPPI PIETROMARCHI: LA SALA CHE SI AFFACCIA SUL GIARDINO

In questo mese d’inverno andiamo a scaldarci nel calore di una bella casa di famiglia, quella dei Pietromarchi a La Ferriera, nei pressi di Capalbio, in Maremma. Il cuore della casa, secondo quel che dice Giuppi Pietromarchi, autrice di libri di botanica e giardiniera, è la sala ai piedi dello scalone e che si affaccia, attraverso un portale di vetro, sul giardino. “La chiamo la stanza dei fiori,” dice Giuppi, “perché è qui che metto le piante in inverno ed è qui che compongo i miei grandi mazzi di fiori freschi per la casa.” Giuppi vide questa tenuta la prima volta una mattina di settembre del 1967. Quello stesso pomeriggio, dopo una lunga telefonata di convincimento al marito Antonello che in quel momento si trovava negli Stati Uniti, fece l’offerta. “È ovvio dirlo, lo so, ma per me fu un colpo di fulmine. Mi piacque l’impianto settecentesco della casa, razionale e comoda per una famiglia numerosa come stava diventando la nostra, ma fu il paesaggio che trovai irresistibile. Una pineta di fronte alla casa, da dove si vede il mare e la scultura di mio figlio Benedetto. Tutto intorno, piccoli campi dove pascolavano le pecore. Avevo trovato il luogo dove piantare le mie radici”.

Nel corso dei decenni, ormai quasi cinque, da quando scoccò quel primo colpo al cuore, Giuppi ha piantato un giardino che, agli occhi di molti floricultori sia italiani che stranieri, è una piccola enciclopedia botanica per via delle strabilianti fioriture a tutte le stagioni. “Le prime cominciano in pieno inverno con le camelie”, spiega Giuppi. “Poi, man mano che si va verso la primavera, arrivano le mimose, le iris, le prime rose cinesi, le dalie….”. Gli oggetti nella stanza dei fiori sono anch’essi per tutte le stagioni. Ci sono gli amati mobili della sua infanzia, come il divano a fiori e le sedie in midollino appartenute a una nonna di Padova, città natale di Giuppi e ci sono le pubblicazioni recenti, botaniche e non. È in questa stanza che molti membri della famiglia, di tutte le età, si riuniscono per chiacchierare o per leggere. Ma quel che la rende speciale, oltre alle piante e alla vista, è la collezione di ‘vues d’optique’ che domina da ogni parete. “Sono incisioni di giardini, spesso immaginari, fatte per essere osservate attraverso delle ‘scatole magiche’ che andavano di moda dalla fine del Settecento e che creavano l’illusione della prospettiva”, spiega ancora la padrona di casa che questa collezione l’ha creata nel corso di molti anni. Queste immaginifiche ‘vues d’optique’, assieme alle mongolfiere in miniatura appese al soffitto, alle composizioni floreali, alle stoffe – anch’esse floreali – alle piante in vaso, infondono alla stanza di Giuppi una particolarissima magia. Quasi fosse una wunderkammer botanica.