Le viole sono una delle mie prime grandi passioni e per questo ne coltivo numerose varietà. Piantiamole dove il sole estivo diretto non arriva, in terreno soffice e ben drenato (gli ultimi inverni molto piovosi sono stati un flagello per molte varietà, soprattutto a fiore doppio, le più profumate, ma anche le meno rustiche). Attenzione all’auto semina nelle varietà a fiore singolo: spesso non fissa il tipo, di contro però ci riserva la sorpresa di nuove colorazioni!
Avremo piena certezza di mantenere le caratteristiche della pianta madre con la facile propagazione per stolone (da adottare anche per le varietà a fiori doppi, per le quali è idonea pure la moltiplicazione per talea a settembre/ottobre). Concimate a dovere a febbraio/marzo, ci restituiranno copiose macchie tappezzanti e lunghe fioriture esaltando il loro effetto quando accompagnate ad Ajuga, Bergenia, Cyclamen coum, Epimedium, Helleborus, Ophiopogon, Vinca.
L’indiscussa peculiarità delle viole è senza dubbio il loro inebriante profumo che, più evocativo di qualsiasi immagine, sa riportare alla memoria lontani ricordi…un profumo talvolta così intenso da stordire l’olfatto che, anestetizzato e smarrito, non percepirà alcunché dopo soli pochi annusi. Le varietà a fiore doppio sono assai ricche di sostanze odorose.
Originaria del Medio Oriente (fu probabilmente la ‘Pallida Plena’ = ‘Neapolitan’ la prima arrivata nel Vecchio Continente da cui poi moltissime varietà) è un fiore che incarna l’assoluta bellezza della semplicità.
Se ne accorsero due sue grandi estimatrici: Giuseppina di Beauharnais e Maria Luisa d’Asburgo da cui prende il nome la Viola ‘Marie Louise’, una delle più profumate e richieste. Grande botanico a esse affezionato fu anche il conte Filippo Savorgnan di Brazzà che a metà 800 ricevette in regalo una Viola di Parma. Selezionò in seguito la ‘Violetta di Udine’ e la ‘Conte Di Brazza’ (‘Swanley White’) che abbiamo in vivaio già dal 1972.
Ad alcune viole sono particolarmente affezionato per motivi diversi. Perché legate a fortuite ibridazioni (‘Dama Bianca’ del 2012) o alla persona a me cara che la donò (la ‘Doppia di Udine’ avuta dall’amico vivaista Rizzardi) o a una nostalgica canzone (‘Lisa’ del 1972 che per il colore si ispira a “Lisa dagli occhi blu”) o a piacevoli ricordi e incontri, come le viole ‘Rosita Missoni’ e ‘Silvia Arnaud Ricci’, battezzate tra il 2012 e il 2015 e dedicate a due persone speciali.
Molte altre sono le viole che a lungo mi hanno accompagnato, alcune protagoniste di storie rocambolesche… Ricordo che nel 1967 ricevetti da un giardiniere svizzero una viola senza nome che nominai ‘Zurigo’, unica viola a fiore doppio resistente al freddo. La persi, ritrovandola in seguito nel 2000 col vago nome di ‘Viola odorata di Colorno’. La riclassificai correttamente con ‘Double Foncée de M.me Dumas’ e nel 2011 fu grazie a lei che ottenni un prestigioso riconoscimento.
Purtroppo la torrida estate scorsa le è stata fatale, ma conto di recuperarla a marzo quando fiorirà fra le viole del giardino di una cara amica che ne acquistò in gran quantità. Ecco una storia lunga 50 anni e non ancora conclusa…un po’ come la mia vita da vivaista!