Ormai da anni durante l’inverno mi sposto dal Lazio alla Toscana, spesso in treno per godermi il paesaggio di una natura silenziosa, intatta e immersa nel meritato riposo. Vengo spesso attratta dagli alberi messi a nudo, con le loro forme scultoree che celano un fascino nascosto, dimora inviolata per nidi e uccelli pronti a migrare in luoghi lontani. Tra questi si fanno notare le abbondanti cascate di frutti di Melia azedarach, che si innalzano nel cielo come esplosivi fuochi di artificio portafortuna.
La prima volta le ho viste da bambina ai Giardini della Landriana, il giardino della Marchesa Lavinia Taverna, a pochi passi dal nostro vivaio. È un giardino concepito a stanze e una di questa ha delle imponenti Melia che svettano verso l’alto creando un rassicurante cappello di ombra protettiva per le piante sottostanti.

Un albero di grande valore ornamentale

L’albero ha un portamento elegante, caratterizzato da una chioma decidua, tondeggiante, fitta e irregolare. È sorretta da un caratteristico tronco grigio e dai nuovi rami rossastri. Originario del Subcontinente indiano e di Cina, Indonesia, Filippine e Australia, appartiene alla famiglia delle Meliaceae.
Può raggiungere, a maturità, un’altezza di quindici metri, persino oltre dove le condizioni sono favorevoli, e la sua chioma una circonferenza di otto metri.
Il nome generico Melia in greco significa frassino e l’unica connessione tra i due generi è attribuita a una vaga somiglianza delle foglie, che spuntano in primavera, pennate o bipennate, di colore verde, più scuro nella pagina inferiore.

Fiori e frutti di Melia azderach

I fiori, raccolti in grappoli, hanno una forma simile a una stella, con cinque o sei petali. Sono di un delicato colore lilla, sottolineati al centro da un tocco di viola scuro, e sono profumati; appaiono nei mesi di maggio/giugno.

I frutti sono delle drupe color giallo ocra che persistono durante l’inverno, rendendo questi alberi molto ornamentali anche in mesi in cui la natura offre poco. Sono una fonte di cibo per gli uccelli, ma sono tossici per uomini, cani, gatti e cavalli. Per questo motivo va prestata attenzione in fase di progettazione del giardino.

Un tempo Melia azedarach veniva coltivata nell’Italia meridionale per i caratteristici semi sferici forati al centro, regolari come palline, che venivano utilizzati per realizzare i rosari e collane.

Le fioriture di Melia in giardino, un plus

Sono alberi resistenti al siccità e alla salsedine e nei climi caldi possono essere usati anche come alberature stradali e nei parchi. Nei giardini sono amati per l’esuberante fioritura e per la piacevole ombra estiva, oltre che per la crescita veloce.
La cultivar ‘Umbraculiformis’, originaria del Texas, ha un portamento decorativo e allo stesso tempo curioso: la chioma ricorda un ombrello rovesciato.

 

Testo di Elisabetta Margheriti
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