Max Ernst è stato uno dei massimi maestri del surrealismo, anche se cominciò come artista dadaista. Tedesco di nascita, naturalizzato in Francia, è considerato il pioniere della tecnica pittorica del grattage e del frottage.
La famiglia e la religione cattolica
Max Ernst nacque a Bruhl, una città vicino a Colonia, il 2 aprile 1891 e morì a Parigi il 1° aprile 1976. Da adulto prese la cittadinanza francese.
Gli studi di Max Ernst: arte, filosofia e psicologia
L’amore per gli uccelli
Il gruppo “Das Junge Rheinland”
Nel 1912 fondò, assieme ad August Macke il gruppo “Das Junge Rheinland”, esponendo per la prima volta a Colonia dove due anni dopo conoscerà Hans Arp (1887-1966), un artista francese che fu legato al movimento dada e all’astrattismo, con cui strinse un’amicizia che durò per sempre.
Max Ernst e l’amore per Parigi
Gli anni della prima Guerra Mondiale
Ritornato a Colonia nel 1918, sposò Luise Strauss e realizzò un album di litografie (Fiat Modes Pereat Art).
Il dadaismo e Max Ernst
Hier ist noch alles in der Schwebe
Il successo all’estero di Max Ernst
Verso il surrealismo
La filosofia visiva di Max Ernst
Il frottage di Max Ernst
I collage di Max Ernst
Loplop, “l’uccello superiore”
A partire dai primi anni ’30, Loplop, o “The Bird Superior”, divenne uno degli alter ego preferiti da Max Ernst.
Loplop o “l’uccello superiore” è così il nome di un personaggio che a partire dagli anni ’30 ricorre frequentemente nelle opere surrealiste dell’artista. Loplop è del resto un’immagine iconica dello stesso movimento surrealista: non a caso nel libro di Gaëtan Picon Surrealismo e Surrealismo 1919-1939 sono ripresi ben due lavori che hanno come soggetto L’uccello superiore.
L’uomo uccello
L’uomo uccello apparve per la prima volta nei romanzi-collage di Ernst La Femme 100 Têtes e Une Semaine de Bonté nel doppio ruolo di narratore e commentatore. L’immagine di Loplop non era però tratteggiata sempre nello stesso modo; anzi lo stesso artista probabilmente si annoiava a ritrarre e ritrarsi sempre nello stesso modo. Alcune caratteristiche erano però ricorrenti: Loplop aveva la testa di un uccello, mentre il corpo era rappresentato sempre un qualcosa di estraneo al mondo animale.
La fine del periodo surrealista
Nel 1938 Max Ernst pose fine alla sua vecchia amicizia con André Breton, con cui aveva scritto “Manifesto del Surrealismo”. Contestualmente l’artista abbandonò il gruppo surrealista.
Resteranno comunque, l’esperienza dada e surrealista le basi fondamentali della sua esperienza artistica, alla cui base resta un mondo di sogni e di fantasia. Entrambi i movimenti furono vissuti e interpretati da Ernst in chiave psicologica, tanto da poter essere considerato un pioniere dell’interpretazione freudiana dei sogni.
La relazione con Leonora Carrington
Iniziò in quegli anni anche il suo rapporto con Leonora Carrington (1917-2011). Lei era giovanissima e molto benestante. I due vissero prima a Parigi, poi a Amsterdam e in Provenza in una grande villa comprata da lei.
Max Ernst in America
Al termine della storia con Leonora Carrington Max Ernst si trasferì negli Stati Uniti, in Arizona, dove restò fino al 1953. Sono anni in cui si avvicinò al dripping e nel 1944 realizzò “Il re che gioca con la regina”. Max Ernst ha avuto quindi un ruolo fondamentale nello stimolare la nascita stessa dell’astrattismo americano.
I matrimoni americani
Negli Stati Uniti si sposò per ben due volte. Prima sposò, nel 1941, Peggy Guggenheim che lo introdusse fra gli artisti newyorkesi, ma che poi lasciò per Dorothea Tanning.
Se Peggy fu fondamentale non solo a livello economico, ma anche di contatti con il mondo dell’arte contemporanea (nascente), la loro unione durata pochi anni fu infelice con numerosi tradimenti da entrambe le parti. Tannin invece donò all’artista ormai adulto una tranquillità emotiva che non aveva mai provato.
La vita a Sedona
Anche lei era un’artista che spaziava dalla pittura alla scultura alla letteratura. Con lei visse a New York e poi a Sedona in Arizona, che divenne presto un incubatore di nuova arte, quasi un villaggio artistico.
Il successo di Max Ernst
Rientrato in Europa, vinse il primo premio alla Biennale di Venezia nel 1954. Negli anni seguenti l’artista espone al Musée National d’Art Moderne Paris (1959) dove riceve anche il Grand Prix national des arts (il più importante premio francese per l’arte). Infine è protagonista di due grandi retrospettive al MoMa di New York nel 1961 e alla Tate Gallery di Londra nel 1962.
La morte
Morì a Parigi il primo aprile del 1976 e fu sepolto presso il Cimitero di Père Lachaise a Parigi.
Le principali opere di Max Ernst
Max Ernst ha vissuto a lungo ed è stato un artista molto prolifico. Alcune sue opere sono riuscite a diventare iconiche. Si tratta di opere che provengono da tutti i periodi dell’artista – dal dadaismo al surrealismo – a testimoniare che Ernst riuscì a essere un maestro in più generi.
La Vergine sculaccia il bambino Gesù davanti a tre testimoni
Max Ernst dipinse l’opera “La Vergine sculaccia il bambino Gesù davanti a tre testimoni” nel 1926. Recentemente la critica ha rintracciato numerose somiglianze con La madonna dal collo lungo del Parmigianino. Altri invece vi trovano una forte somiglianza con la Madonna ritratta da Michelangelo nel Giudizio Universale della Cappella Sistina.
L’accusa di blasfemia
Max Ernst dipinse la Madonna nel mentre sculaccia il proprio figlio a cui l’aureola è caduta a terra. Il dipinto che oggi è conservato al Museo Ludwig di Colonia è importante ricordare che ritrae come tre testimoni del fatto privato: André Breton, Paul Eluard e lo stesso artista. L’insieme di questo forte voyeurismo, oltre a una distonica ambientazione metafisica ripresa da De Chirico, fecero sì che l’opera non fosse compresa. Anzi il dipinto suscitò un enorme scandalo e accusato di blasfemia.
Vestizione della sposa
La vestizione della sposa è un dipinto del pittore surrealista Max Ernst realizzato il 1939 e il 1940. Situata nella Collezione Peggy Guggenheim di Venezia, l’opera venne donata dall’artista a sua moglie Peggy Guggenheim nel 1942. Max Ernst amava molto stupire il suo pubblico anche in modo sottile: quest’opera unisce diversi contrasti trasmettendo una sensazione quasi di angoscia: lo sfarzo e l’eleganza dell’immagine contrastano con le vicine forme animalesche e mostruose.
Il tema del quadro nel quadro
Ricorre poi il tema del “quadro nel quadro” in alto a sinistra, presente anche in La Vergine sculaccia il bambino Gesù davanti a tre testimoni.
Si potrebbe interpretare l’uomo-uccello sulla sinistra come la raffigurazione dell’artista stesso; la sposa potrebbe essere in un certo senso la giovane pittrice surrealista inglese Leonora Carrington.
L’Europa dopo la pioggia II
L’Europe après la pluie II è il nome originale dell’opera considerata fra i dipinti più rappresentativi dell’artista. Realizzato fra il 1940 e il 1942 è attualmente esposto al Wadsworth Atheneum di Hartford, nel Connecticut.
La rappresentazione della guerra
L’animale decomposto al centro, il tempio a destra e il busto femminile incastonato fra le sue colonne, potrebbero alludere al mito greco di Europa, che venne rapita da Zeus trasformatosi in toro.
Il Museo di Brühl
La città natale dell’artista Brühl ospita un museo dedicato all’artista, che include oltre 70 sculture provenienti dalla collezione personale dell’artista. Inoltre sono presenti anche 36 “D-painting”, ovvero regali di compleanno e d’amore di Max Ernst ha fatto a sua moglie, l’artista Dorothea Tanning, nell’arco della loro relazione durata oltre tre decenni.
La collezione è infine completata da oltre 700 documenti fotografici, che ripercorre la vita dell’artista.
Mostre recenti dedicate a Max Ernst
Max Ernst morì che era già estremamente famoso ed era diventato ricco grazie alle sue opere. Il successo, complice anche l’esser stato acquisito e presente in musei di tutto il mondo, continuò dopo la morte.
Da segnalare alcune mostre che hanno contribuito alla diffusione e divulgazione del suo lavoro negli ultimi vent’anni. Nel 2005 la mostra “Max Ernst: A Retrospective” al MoMAincluse opere come Celebes (1921), Ubu Imperator (1923), e Fireside Angel (1937), che hanno mostrato un inedito approccio politico all’arte dell’artista. La mostra comprendeva anche le opere realizzate con la scrittura e il metodo della libera associazione.
Nel 2017 invece Max Ernst è stato protagonista della grande collettiva sul dadismo al Bildmuseet in Svezia. Infine le sue opere sono state esposte per la prima retrospettiva italiana nel 2022 a Palazzo Reale di Milano.
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